Negli ultimi giorni, purtroppo si sta nuovamente avvertendo pesantemente la presenza del COVID-19, infatti il numero di contagi e di ospedalizzazioni sta nuovamente tornando a salire. Vi sono però alcuni aspetti importanti da considerare: per quanto riguarda i contagi è da sottolineare che il numero di tamponi effettuato quotidianamente è davvero enorme se confrontato a quelli dell’anno precedente e quindi è inevitabile che il numero di positivi sia maggiore, altro aspetto, sicuramente quello fondamentale da osservare, riguarda il numero di ricoveri nei reparti intensivi e non. Tale aumento era prevedibile dopo il periodo festivo e si attende un picco per fine gennaio (circa 20 giorni dopo le festività), ma per ora i dati sono allarmanti, ma ancora contenuti. Chiaramente tali aspetti pongono diversi dubbi tra la popolazione ed il principale è: “ma allora cosa ci siamo vaccinati a fare se è rimasto tutto uguale?”
In realtà tutto uguale non è, infatti rispetto a quanto accaduto durante le ondate precedenti, le curve dei ricoveri – sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva – crescono molto più lentamente. Osserviamo i dati degli ultimi giorni; il 6 gennaio 2022 sono stati eseguiti 1.138.310 tamponi, mentre lo stesso giorno del 2021 erano 178.596 (circa 6 volte meno), il numero di nuovi contagiati il 6/01/2022 è di 219.441, mentre il 6/01/2021 erano 20.331, ovviamente il numero considerevolmente più basso di nuovi contagi nell’anno precedente è legato al minor numero di tamponi eseguiti. Per quanto riguarda i ricoveri, il numero dei ricoverati in reparto ordinario risulta di 13.827, mentre era di 20.331 nel gennaio 2021, lo stesso per le terapia intensive dove il 6/01/2022 il numero di ricoverati è di 1467, mentre nello stesso giorno del 2021 era di 2.511. Curiosando tra i dati è interessante vedere cosa succedeva il 22/11/2021 (uno dei massimi picchi della pandemia), infatti in tale giorno il numero di ricoveri era di 24.279 mentre nello stesso giorno del 2022 era di 4.507 ed il numero di ricoveri in terapia intensiva era di 3.801 a differenza dei 549 dell’anno 2022 (dati consultabili al seguente link: https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/#)
Rispetto al passato, quindi, i ricoveri – ma anche i decessi – restano più contenuti, le ragioni possono essere legate sia alla minore aggressività della variante Omicron, ma anche alla vaccinazione sul piano nazionale, vediamo infatti quanto pesano i non vaccinati sugli ospedali
Stando ai dati diffusi dalla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) i ricoveri negli ospedali sono aumentati del 25% nella settimana tra il 28 dicembre e il 4 gennaio ed a pesare e parecchio sui ricoveri, in particolar modo nelle terapie intensive, sono proprio i non vaccinati. Oltre il 70% dei posti letto sono occupati da persone che non hanno ancora ricevuto il vaccino. Dai dati raccolti da Skytg24 emerge poi che sul 20% dei ricoverati per Covid, il 10% è composto da non vaccinati. Tale percentuale aumenta drasticamente se osserviamo le terapie intensive, infatti, in questo caso sul 15% dei degenti solo il 5% è formato da persone vaccinate mentre il 10% da non vaccinati, con un’equivalenza pari a due terzi del totale. Sarebbe anche utile avere a disposizione le sottoanalisi di tali dati, per vedere quali categorie sono quelle più a rischio di ricovero in terapia intensiva nei due gruppi (vaccinati/non vaccinati) come ad esempio: età, copatologie, tempo di somministrazione dell’ultima dose ecc…
I dati parlano chiaro, poiché è evidente che il vaccino stia dimostrando una buona efficacia per quanto riguarda lo sviluppo di una grave patologia e conseguentemente delle ospedalizzazioni. Alcuni no-vax potrebbero sostenere che la differenza dei ricoveri non è così significativa e che quindi il vaccino non si è dimostrato utile. Tale concetto è stato chiarito anche dall’Istituto Superiore di Sanità: quando i vaccini nella popolazione raggiungono livelli di copertura molto alti, proprio come in Italia dove il 75,4% della popolazione ha concluso un ciclo di vaccinazione completa e l’81,8% ha almeno una dose (dati aggiornati al 6/01/2022), può verificarsi il cosiddetto “effetto paradosso“. In poche parole, essendo il numero di vaccinati molto più alto rispetto ai non-vaccinati è ovvio che il numero assoluto di ospedalizzazioni e decessi può essere simile nei due gruppi, per via della progressiva diminuzione del numero di questi ultimi.
La quarta ondata di Covid in Italia sta mostrando un comportamento decisamente diverso rispetto alle ondate precedenti. Ci sono tanti contagi, ma ricoveri e decessi rimangono contenuti. È importante andare avanti con il piano di vaccinazione e con i necessari richiami, poiché è l’unica arma attualmente applicabile. Fortunatamente sono in arrivo nuovi farmaci contro il nostro ostinato nemico, ma non sarà così semplice ed economico somministrarli, poiché deve essere prescritto in tempi precisi, spesso non facilmente individuabili.