Cresce l’attesa per le elezioni regionali in Campania, che si terranno il prossimo 20 e 21 Settembre in concomitanza con il referendum sul taglio dei parlamentari ed il primo turno delle amministrative. L’emergenza coronavirus, oltre a far slittare di diversi mesi il voto, ha spinto per il ripristino del voto spalmato in due giornate: Domenica 20 le urne rimarranno aperte dalle ore 07:00 fino alle 23:00 mentre Lunedì 21 dalle ore 07:00 fino alle 15:00. In totale saranno otto i candidati in corsa, con il presidente uscente Vincenzo De Luca, di nuovo in campo per cercare di ottenere un secondo mandato. In Campania la scheda elettorale per le regionali sarà arancione, un colore inedito rispetto al classico verde. Per votare alle elezioni regionali in Campania occorrerà presentarsi al proprio seggio muniti di tessera elettorale e documento d’identità in corso di validità. La scheda elettorale che gli elettori si troveranno davanti sarà unica in quanto comprenderà sia i candidati alla presidenza della Regione sia le liste regionali, ciascuna delle quali è collegata ad un candidato presidente. La legge elettorale per le regionali in Campania è quella emanata nel 2009 e poi modificata nel 2015. Si tratta di un sistema proporzionale a turno unico. Viene eletto governatore il candidato che riesce ad ottenere anche un solo voto in più rispetto ai suoi avversari. Per garantire una sostanziale governabilità, ad esso verrà attribuito un premio di maggioranza del 60% dei 50 seggi a disposizione che vengono ripartiti su base provinciale (Napoli: 27 seggi – Salerno: 9 seggi – Caserta: 8 seggi – Avellino: 4 seggi – Benevento: 2 seggi). Per poter accedere alla ripartizione dei seggi, i consiglieri vengono eletti con criterio proporzionale su base di liste circoscrizionali, una lista a livello provinciale deve superare la soglia di sbarramento del 3%, a meno che non faccia parte di una coalizione capace di ottenere almeno il 10%. Gli elettori campani possono effettuare un voto disgiunto, ovvero indicare un candidato governatore e poi volendo anche una lista che non lo appoggia, oltre alla possibilità di indicare fino a due preferenze per quanto riguarda i consiglieri.
Saranno elezioni scandite dall’emergenza Covid quelle che andranno in scena il 20 ed il 21 Settembre in Campania. La battaglia politica, infatti, non si basa solo sulle schermaglie tra i candidati alla poltrona di governatore ma anche sui temi nazionali che risentono dell’aumento dei casi di positività al virus. Tra questi, di sicuro, l’apertura delle scuole sta creando non poche discussioni. Se la ministra Azzolina ed il ministro Di Maio sono convinti di una prossima riapertura a livello nazionale, il presidente della Regione uscente, Vincenzo De Luca, frena gli entusiasmi ed afferma: “Non ci sono le condizioni per riaprire”. Intanto, la campagna elettorale tra i candidati si arricchisce ogni giorno di nuovi temi di discussione.
“Vivere l’impegno politico come servizio sia un auspicio quanto mai importante in questa tornata elettorale. Una politica che sia servire le persone”. Questo è l’auspicio espresso dall’Azione Cattolica delle diocesi della Campania, in vista delle elezioni regionali che si affiancheranno al referendum sulla diminuzione del numero dei parlamentari ed in tanti comuni campani anche al rinnovo dei consiglieri e all’elezione dei sindaci. L’Associazione Cattolica auspica una politica che sia servire il territorio: “Viviamo in una terra meravigliosa e contraddittoria. Non possiamo più considerare normale lo stato di abbandono in cui versano alcune aree interne della Campania e le periferie delle grandi aree urbane. Territori lontani dai centri industriali e dagli interessi turistici, spesso private di servizi essenziali. Terre intrise di lavoro e fatica, in cui i giovani non hanno neanche più l’opportunità di ragionare sulla possibilità di restare e contribuire al loro sviluppo. Non è accettabile che ci siano aree in cui il futuro non sia possibile”. Rispetto al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari i soci dell’Associazione Cattolica affermano che “ogni cambiamento della Costituzione, che è l’insieme dei principi, dei valori e delle regole della nostra vita civile e sociale, deve essere valutato da tutti noi con coscienza e libertà di giudizio”.