- Nello spazio “Salvatore Serio Galleria d’Arte”, in via Oberdan 8 a Napoli, è allestita fino al 6 ottobre 2018, la mostra di pittura, curata da Daniele Galdiero, dal titolo “trAmando-un fiume di rose per raccontare la meraviglia del Sacro Femminino” dell’artista Rita Esposito. Intorno al Femminino Sacro, nel corso tempo sono state elaborate una serie di riflessioni che hanno portato alla nascita del “Movimento della Dea” negli anni Sessanta, negli Stati Uniti, che sottolinearono come le religioni tradizionali fossero condizionate dal “vissuto” maschile, fino ad arrivare alla corrente del “Femminismo”, movimento che ha animato i decenni precedenti e che, ancora oggi, è al centro di un acceso dibattito. Nella storia dell’arte, diversi sono gli esempi del Sacro Femminino, una nuova chiave di lettura è quella proposta dall’artista Rita Esposito, artefice di una produzione pittorica in cui il sacro, la femminilità e l’intimità emergono e invadono la superficie della tela. Sono opere dagli esiti visivamente impattanti che innescano nel fruitore nuovi spunti di riflessione. Alla inaugurazione della mostra, i presenti assistono alla live performance dell’artista, in cui afferma e ribadisce che in origine il “gesto sacro, era delle donne”. E’ una riflessione che ha come obiettivo la riscoperta della propria identità e del proprio valore nella società, troppo spesso denigrata e declassata da una comunità avida di potere, di prepotenza e di prevaricazione. Ella focalizza l’attenzione sugli aspetti filosofici/religiosi del femminino sacro, non è un j’ accuse nei confronti del genere umano, è uno sprono, una esortazione a ritrovare la propria dimensione, scevra da qualsiasi indagine speculativa. Nella sua live-performance, l’artista ha prodotto un manufatto artistico collettivo formato dall’unione di rose realizzate all’uncinetto. L’opera d’arte ha acquisito un valore simbolico. E’ un oggetto realizzato con grande creatività, precisione ed amore, e diviene metafora della vita stessa; la necessità umana di giocare con il filo dell’esistenza per tramandare conoscenza e dare origine alla bellezza. Nella sala espositiva due tele si fronteggiano, da un lato vi è l’opera la “PrimaVera”, gioiosa consapevolezza dell’Essere, un dipinto caratterizzato da un verde “natura”. La Esposito riesce a proiettare l’osservatore in un mondo in cui mancano le coordinate spazio-temporali, la Primavera non è soltanto l’esito di una alternanza fra le stagioni, ma è un luogo fisico e tattile generato dal Femminino Sacro. Nella parte centrale della tela emerge la forma primigenia del potere procreativo, il termine PrimaVera, potrebbe indicare Prima=Origine, Vera=Assoluto e Totale, in sintesi, origine dell’individuo creato dalla Grande Madre.
Nell’altra opera, intitolata “Passerà”, emerge la potenza della forza generatrice. Se nella tela precedente si assiste all’esito della genesi della Primavera, quindi l’atto finale, in questo dipinto il fruitore osserva attentamente il processo di procreazione. Campiture di colore rosso caratterizzano questo quadro. La Grande Madre collocata al centro della rappresentazione è il simbolo dello sviluppo riproduttivo. Si evince nella applicazione del colore un certo virtuosismo stilistico che ne aumenta il dinamismo.
La terza tela, realizzata per l’occasione, è intitolata “trAmando”, che nella forma del gerundio del verbo tramare, contiene la medesima forma del verbo amare. E’ la sintesi e la poetica della creatività della Esposito. In essa le due grandi tele trovano compendio: la gioiosa consapevolezza dell’Essere acquista l’energica potenza della forza creatrice e diviene elemento amplificatore di tutta la Sapienza dell’Essere Femminile.
In effetti, il matriarcato e il patriarcato hanno avuto una loro funzione storica per lo sviluppo delle “qualità” della specie umana. Oggi vi è per certi aspetti una totale complementarietà e comune appartenenza, in un rapporto che potremmo definire di “fusione” . La Esposito con le sue idee e la sua creatività riesce a smuovere le coscienze, ad avere maggiore consapevolezza del proprio Essere, delle potenzialità e della propria forza.