Dopo un lungo periodo di assenza torna in tv Beppe Grillo sempre uguale a se stesso, sfuggente e incontenibile.
Nuovo punto a favore del programma di Fabio Fazio trasmigrato sul Nove dove finalmente non c’è il veto della tv di Stato ad accogliere la comicità irriverente di Grillo.
Una campanella per contenere la rabbia e l’escandescenza del comico politico e null’altro…Grillo non si è mai seduto e non si è mai sottoposto ad una domanda da Fazio che aveva a disposizione ben 3 fogli di curiosità e quesiti da porre per le sue tre vite che si sono succedute e anche quando la domanda arrivava, glissava inesorabilmente.
Beppe Grillo con il suo stile inconfondibile ha percorso 10000 passi sul palco con un Fazio in evidente sudorazione fredda per l’imprevedibile scorazzamento di parole e concetti sputati senza sosta su un pubblico tra il silenzioso e lo spaventato, tra lo sbigottito e il perplesso.
Proprio la reazione del pubblico è stata l’anello della bilancia più complesso da controllare da parte del padrone di casa perché si percepiva tanto una silenziosa disapprovazione quanto una forma di disagio forse anche per la recente vita pubblica di Grillo e una indecisa partecipazione alla vena umoristica del comico perché non si sapeva dove andasse a parare.
La stessa Filippa sembrava a disagio e in difficoltà di fronte alle incursioni del comico.
È un aspetto che colpisce.
E si infatti Grillo ha lasciato perplessi anche in questa circostanza ; questa sua natura ibrida tra politico e comico dove i due registri espressivi e comunicativi si confondono, si alternano e si scontrano con qualche affondo qua e là ad una politica lontana dalla gente e autoreferenziale, qualche attacco a chi prova ad incidere la sua vita privata come il riferimento al processo di suo figlio, all’elencazione delle sue battaglie inizialmente di comizio e spettacolo e poi finite nelle decisioni del Parlamento italiano come il reddito di cittadinanza, la sostenibilità ecologica e il bonus edilizio.
Tanta ironia, tanta vena comica su cui è stato e resta imbattibile, tempi comici perfetti, sagacia politica e poi una inafferrabile incomprensione di quello che è e vuol essere…sfuggevole anche alla domanda di Fazio e all’insistenza con cui ha rimarcato un ritorno alla comicità beffarda e pungente, geniale e forte di Grillo come unica via quasi con un abbandono alla politica.
Eppure non sembra questa la volontà di Grillo…la sua natura è cambiata, contaminata dalla sussistenza del movimento politico di cui è stato fautore con Casaleggio e ormai troppo impregnato di questa sua doppia vita da poter epurarsi dalla politica.
Probabilmente il suo è stato solo un arrivederci con Fabio Fazio perché sembrava predisposto ad un ritorno sul Nove.
Indubbiamente, i temi che affronta sono sempre attuali e portano a riflettere ciascuno con la propria libertà di opinione, a prescindere da un giudizio sulla sua vita politica sindacabile su molti aspetti, resta comunque un grande performer anche quando si trova dinanzi al pubblico quale è quello preparato e equipaggiato di Che tempo che fa che si è mostrato, comunque, intimidito dalla sua verve e non partecipativo come con gli altri ospiti.
L’esordio della sua uscita in scena è stato attraverso il susseguirsi delle parole offensive e denigratorie usate nei suoi confronti, con i titoli dei giornali o i servizi in tv, tutti mirati a colpire la sua identità politica o anche la sua storia personale con la tragica vicenda del figlio.
Ciò nonostante, malgrado l’entità delle offese e delle definizioni, Grillo ha mostrato una consapevolezza intelligente fatta di riflessione critica e convinzione che il suo percorso sia stato giusto e legittimo, naturale conseguenza delle sue scelte e della volontà di fare le cose per cui si presentava nelle piazze a denunciare e protestare contro la politica degli scranni che rivendica sempre e con determinazione.
Divertentissimo il passaggio sulla sua amicizia con Renzo Piano e Gino Paoli attraverso aneddoti esilaranti che sanno di vita vera e soprattutto di comicità che è poi l’aspetto che caratterizza il suo personaggio sempre anche prima, durante e dopo il Movimento 5 stelle .
E via via tutti i temi trattati dalla cultura alla scuola, dalla politica italiana all’Europa, dalle ideologie agli ideologismi, dai componenti del movimento con citazioni di Casalino, Conte e Giggino Di Maio.
Tutte cose giuste dal suo punto di vista e in certo qual modo condivisibili…ma non più di interesse quasi come se ci fosse ormai post pandemia una scollatura totale tra la politica del dire e i bisogni dei cittadini stanchi di decenni di affanni e false promesse con un rifiuto trasversale di tutte le parti politiche in campo.
Resta importante il passaggio sull’ironia e l’umorismo che aiutano a destrutturare la realtà, a mistificare le situazioni e ad affrontare con intelligenza la vita e le scelte anche politiche.
Lontano da una presa di posizione sulla sua vita politica e ancor più da quella privata, sta di fatto che pur se con stupore e sbigottimento avrà aggiunto qualche altro numeretto alla share di “Che Tempo che fa” che già va benissimo e che con la scelta di restare uguale a se stesso e profondamente fedele alla sua ideazione e alla sua essenza ha fatto centro anche sul Nove, pur se probabilmente nemmeno sulle reti non “ammiraglie” siamo pronti ad un Grillo solo satirico che si ripresenta nel mezzo televisivo con i suoi colori, le sue modalità e le sue parole strillate che usa ad arte rispetto al quale è forse la tv stessa a non essere ancora preparata a sufficienza.