Dal 12 dicembre 2019 al 10 marzo 2020 sarà aperta al pubblico la mostra Hidetoshi Nagasawa. Sotto il cielo e sopra la terra, curata da Anna Imponente, direttore del Polo museale della Campania, realizzata con Paolo Mascilli Migliorini, direttore di Palazzo Reale in collaborazione con la Fondazione CAMUSAC-Cassino Museo D’Arte Contemporanea di Cassino, diretta da Bruno Corà, con il prezioso contributo di Ryoma Nagasawa.
Dopo l’installazione dello scorso anno di Uemon Ikeda, che con il suo fragile filo rosso creò una struttura aerea che ha avviluppato l’architettura dell’edificio, Palazzo Reale incontra nuovamente l’arte orientale con una mostra dedicata al grande artista giapponese Hidetoshi Nagasawa (Tonei, Manciuria, 1940 – Ponderano, Biella, 2018). Scultore tra i più noti a livello internazionale, l’artista arrivò in Italia a ventisette anni, dove ha trascorso il resto della sua vita.
Nagasawa ha saputo far dialogare la cultura occidentale e quella orientale, fin da quel viaggio di iniziazione in bicicletta durato un anno e mezzo che intraprese nel 1966 dal Giappone all’Italia, attraverso l’Asia, la Turchia, passando per Brindisi, fino a Milano. L’esperienza del viaggio è stata per Nagasawa il fulcro artistico e filosofico delle sue creazioni e ponte tra culture. In una delle sue ultime e rare interviste l’artista ha dichiarato: “per capire una cultura ce ne vuole sempre un’altra”.
L’esposizione porta all’attenzione del pubblico la capacità di Nagasawa di creare opere in perfetta armonia con il tutto, in cui l’idea di sospensione e il senso di galleggiamento nello spazio acquisiscono centralità. Anna Imponente così afferma: “le installazioni di Nagasawa calate nella architettura razionale delle forme geometriche tardo manieriste di Palazzo Reale esprimono, in opposizione, il concetto estetico e filosofico del “Ma”, l’intervallo dello spazio “vuoto” tra più elementi strutturali, in posizioni indefinite e sospese.”
Il principio antigravitazionale è evidente nelle grandi sculture esposte: nella corte d’onore, il maestoso Pozzo nel cielo,1995-2014(200x1000x1000 cm); Barca, 1983-1988 (60x350x80 cm) di ottone e carta si aggrappa alle pareti dello Scalone monumentale di accesso; il Groviglio di quanta,2014 (525x40x40 cm) e Matteo Ricci, 2010 (50x360x360 cm), composta da otto elementi in marmo di Carrara e acciaio adagiati a terra sono opere in cui il ferro e il marmo creano un gioco di incastri apparentemente vacillanti. Le installazioni si appoggiano con improbabili equilibri, che abitano lo spazio con forza e leggerezza e in cui la solidità dei materiali e la geometria caotica delle forme si contrappongono agli spazi dell’edificio.
In mostra anche una selezione di opere grafiche in cera e carboncino che configurano galassie e paesaggi, e riecheggiano dell’idea di uno spazio delimitato e concluso tipico dei giardini orientali.
In occasione del finissage della mostra sarà pubblicato il catalogo, Graus Editore (Napoli), con i testi di Bruno Corà, Presidente Fondazione Burri, Anna Imponente, Direttore del Polo museale della Campania e curatrice della mostra, Eloisa Saldari, critico d’arte, e con un’introduzione di Paolo Mascilli Migliorini, Direttore del Palazzo Reale di Napoli.
Note Biografiche
Hidetoshi Nagasawa (Tonei, Manciuria, 1940 – Ponderano, Biella, 2018)
Nato a Tonei, in Manciuria, Hidetoshi Nagasawa è figlio di un medico militare delle truppe imperiali.
Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, a causa dell’attacco dell’Unione Sovietica, i giapponesi residenti in quella zona sono costretti a fuggire e anche la sua famiglia intraprende un lungo viaggio che segnerà la sua vita come ispirazione della sua filosofia artistica.
A Tokyo frequenta il corso di Architettura e Design laureandosi nel 1963, mentre sviluppa un particolare interesse per l’Avanguardia artistica, frequenta gli artisti del famoso gruppo Gutai.
A ventisei anni inizia un viaggio in bicicletta durato un anno che dal Giappone lo porterà ad attraversare l’Asia. Arrivato in Grecia si imbarca per raggiungere le coste pugliesi, prosegue per Napoli, Roma, Firenze, Genova e Milano, dove arriva e si stabilisce nel 1967.
Entra in contatto con l’ambiente artistico e frequenta Fabro, Trotta, Nigro, Castellani con cui crea un sodalizio lavorativo e allo stesso tempo fonda la “Casa degli Artisti” insieme a Fabro e alla critica militante Jole De Sanna. Dopo una prima attività performativa, dal 1972 si dedica alla scultura che realizza con metalli, marmo e bronzo che accosta e alterna a carta, legno e pietra in un dialogo tra cultura orientale e occidentale.
La scultura di Nagasawa si estende nello spazio, assume dimensioni monumentali, creando dei veri e propri “luoghi” che si riferiscono al tema del viaggio come passaggio tra diverse realtà, oscillanti tra visibile e invisibile.
Agli inizi degli anni Ottanta, complice il suo interesse per l’architettura, realizza ambienti in cui anche la componente scultorea è diventata “antigravitazionale” e abbraccia l’idea di sospensione.
Il giardino, elemento peculiare della cultura zen, diventa protagonista della sua ricerca a partire dagli anni Novanta quale luogo di passaggio concluso e di transito, non è soggetto paesaggistico o architettonico, si configura piuttosto come organismo autonomo e vivente capace di stabilire una relazione osmotica con l’ambiente e il contesto urbano.
Riconosciuto come uno dei più importanti artisti giapponesi di fama internazionale ha insegnato presso la Nuova Accademia di Belle Arti -NABA di Milano. È stato invitato a numerose edizioni della Biennale di Venezia (1972, 1976, 1982, 1988) e ha partecipato a Documenta 9 a Kassel (1992) e alla XII Biennale di Scultura di Carrara (2006).
Ha inoltre esposto in mostre personali in Italia, al Padiglione d’arte contemporanea di Milano (1988), alla Galleria Comunale di Bologna (1993), alla Fondazione Mirò di Palma de Majorca (1996), alla Torre Guevara di Ischia (2006) e dal 2010 in Giappone presso il Museum of Modern Art di Saitama e di Kawagoe, il National Museum of Art di Osaka, il Museum of Modern Art di Kamakura e di Hayama e il Nagasaki Prefectural Art Museum.
I suoi lavori figurano in importanti collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti, in Belgio e in Giappone, tra cui: FRAC, Fontevraud; Solomon R Guggenheim Museum, New York; Middelheim Museum, Anversa; The National Museum of Modern Art, Osaka; Museum of Contemporary Art, Hiroshima; Municipio Adachi-ku, Tokyo; Art Tower, Mito; Contemporary Art center, Mito.