Trama: 1928. Le sorelle Torres abitano nella villa più bella di Málaga. Il padre l’ha costruita per loro, perché vivessero come delle principesse. Rosario, la maggiore, di una bellezza elegante e decisa, ama il canto ed è la preferita della famiglia. Remedios cresce nella sua ombra, comunque felice di dividere con lei i giochi nel loro posto magico: il giardino della villa, che di volta in volta si trasforma in un’isola deserta infestata dai pirati o in un castello incantato.
Fino al giorno in cui l’idillio finisce. Una delle navi con cui il padre commercia spezie, tessuti e tappeti affonda. La bancarotta è una tragedia dalla quale l’uomo non si riprenderà più. Rosario e Remedios rappresentano il futuro della casata. Un fardello troppo pesante per due giovani donne. Ma, come la pianta simbolo della loro famiglia, il geranio, devono essere forti e coraggiose. Devono pensare alla primavera che, immancabilmente, torna a sbocciare dopo ogni inverno. Ed è proprio un seme di quel fiore che portano con loro a Barcellona, dove decidono di ricominciare. Tra le vie della grande e colorata città, all’inizio si sentono perse e il loro legame è tutto quello che hanno per affrontare il presente. Eppure Rosario e Remedios, anno dopo anno, si scoprono più diverse di quello che immaginavano. Una fa di tutto per trovarsi un lavoro e un marito che possa darle sicurezza, mentre l’altra insegue ancora i propri sogni e si innamora di un uomo ribelle come lei. Ma anche quando sembra che si siano perse per sempre, i balconi e le finestre delle loro case saranno pieni di gerani in fiore. Non è possibile dimenticare le proprie radici. Perché entrambe hanno una missione: restituire l’onore alla famiglia Torres.
I gerani di Barcellona è il romanzo che ha conquistato la Spagna. Ha messo d’accordo i lettori e la stampa più autorevole. Ispirato alla vera vicenda dei nonni dell’autrice, una saga in cui mezzo secolo di storia iberica fa da sfondo alle scelte, agli errori, alle conquiste e alle speranze di due sorelle.
Garzanti
Recensione: La vita di Rosario, poi detta Charito e, sua sorella Remedios Torres copre una arco temporale che va dal 1928 al 1953. Carolina Poble ce le presenta poco più che bambine per restituircele donne.
Inizialmente, il libro segue due line parallele: una rappresentata dalla presentazione della famiglia Torres con la perdita delle loro ricchezze, le loro piccole riconquiste ed una grandissima tragedia, la morte del fratellino più piccolo; l’altra percorre il viaggio di Tobìas, la cui vita una volta ritornato a Barcellona da un’esperienza di studio, si intreccerà a quella di Rosario.
L’esperienza di Tobìas insieme all’amico Felix li porterà negli Stati Uniti ed in Canada, ma a mio avviso non è particolarmente rilevante ai fini del romanzo, a tratti mi è venuto il dubbio che fosse stata scritta per aumentare la mole di pagine, ma non trovandola assolutamente noiosa l’ho letta con piacere.
Molto apprezzabile è il turbinio di personaggi che appaiono nel libro, a partire dalle sorelle Torres, così totalmente differenti; la signora Paquita, proprietaria della pensione in cui vivono le ragazze: donna tenace, simpatica, volitiva, affettuosa; Hortensia, la factotum della pensione della quale pian piano si assiste ad una totale evoluzione; Magdalena, la vicina di casa di Charito, donna bellissima ed altolocata. Un gineceo profondo ed appassionato.
La Guerra Civile Spagnola con le sue insurrezioni, la resistenza, le guerriglie, fa da sfondo alla vita di due donne forti in cui, una sgomita, arrivando anche a compromessi di cui non va per nulla fiera, per diventare una cantante; mentre l’altra, molto più pacata, si lascia portare dalla corrente, come un fiume tranquillo, alla ricerca di un uomo semplice, di una vita felice.
La vita di Rosario sarà un continuo metterla alla prova, il suo personaggio, inizialmente non mi ha ispirato una grande simpatia, ma numerose vicende faranno prendere alla sua vita pieghe inaspettate trasformandola da ragazza capricciosa a donna fragile verso la quale ho provato una profonda tenerezza.
La penna di Carolina Pobla è diretta, semplice, scorrevole. Sa come coinvolgere il lettore, assestando in maniera precisa i colpi di scena, rendendo empatiche le relazioni, i drammi, i sentimenti.
“I gerani di Barcellona” è ispirato a vicende realmente accadute a Teresa e Toribio, nonni paterni dell’autrice.
Carolina Pobla ha studiato pedagogia all’università di Barcellona e per più di trent’anni ha lavorato nel mondo della danza come docente, coreografa e regista. “I gerani di Barcellona” è il suo romanzo d’esordio.