Che settimana difficile!
14 vittime, 36 mila sfollati e innumerevoli danni a strade, case, industrie, raccolti e campi coltivati.
Ancora una volta una tragedia annunciata…cambiamento climatico assodato ma nessuna azione preventiva per far fronte alla preannunciata tempestosa pioggia.
Le inondazioni hanno messo in ginocchio un indotto che vale il 9% del PIL.
Famiglie e aziende che sono rimaste senza nulla.
Le immagini ci consegnano una popolazione che non si piega, che si è unita per far fronte all’irreparabile che è giunto nel cuore della notte e spala con quello che ha quintalate di fango che hanno rubato i sogni e la vita di migliaia di persone.
Li chiamano gli angeli del fango rievocando l’inondazione di Firenze avvenuta tempo fa, sono uomini e donne di tutte le età che si stanno rimboccando le maniche per provare a tornare ad una apparenza di normalità.
La tragedia non si arresta perché il tempo non è ancora in fase di miglioramento e perché la conta delle conseguenze di tutto è impossibile ma si parla già di milioni e milioni di euro con lo spettro di una estate tra le più calde degli ultimi decenni per affrontare una paradossale (vista con gli occhi di oggi) siccità pronosticata con alta probabilità.
Nel frattempo, anche una zona di Torino – Mugatti – è stata travolta da una piena del Po, segno evidente che qualcosa va fatto e anche in fretta.
Questa volta è stato travolto l’operoso Nord che, nonostante tutto, è rimasto vittima della politica sbagliata degli ultimi anni circa e sorda rispetto alle istanze di cambiamento del clima che senza porre in atto le giuste misure territoriali e ambientali ormai divengono senza alcun preavviso direttamente devastazione e distruzione.
I video che circolano sconvolgono per la disperazione che coinvolge tutti: Animali che tentano di salvarsi nuotando, soccorritori su gommoni che cercano di salvare persone e animali, case coperte di acqua andate completamente distrutte, l’ospedale allagato con la perdita di macchinari all’avanguardia del valore di milioni di euro, campi coltivati a frutta completamente devastati per i quali si prevede un danno che avrà una durata minima di 4/5 anni con le radici degli alberi distrutte dal fango, industrie che hanno perso tutto e inevitabilmente case senza luce, acqua e utenze domestiche per chi una casa c’è l’ha ancora…insomma un elenco interminabile della tragedia umana e economica che attende la povera Emilia Romagna e inevitabilmente tutta l’Italia che si abbraccia dolorosamente alla popolazione colpita.
Eppure c’è da restare sconvolti di fronte alla insensibilità di taluni…Springsteen ha tenuto un concerto a Ferrara nei giorni in cui le inondazioni avevano già colpito le città vicine ma il boss ha dimostrato di non comprendere la tragedia che si consumava a poca distanza.
Non una parola di conforto o di vicinanza, un gesto di compassione, un momento di riflessione o di preghiera…insomma una freddezza che da lui e dalla storia che incarna col suo esempio non ci si aspettava.
Ora è il tempo di piangere e disperarsi, di spalare e salvare più vite possibile, di accogliere gli aiuti e fornire una mano per chi può, ma ed è un MA GIGANTESCO speriamo che a tutti coloro che sono stati colpiti nella loro stessa dimensione esistenziale che sia lavorativa, familiare, domestica, intima, collettiva, sanitaria, agricola, produttiva, la politica che ha il dovere stringente di intervenire subito, non dimentichi velocemente e assicuri un domani certo e un cielo terso dopo tanto fango!