Dicono che è tutta una invenzione …. che non è vero che la libertà non esiste più… che è tutto un attacco pretestuoso alla politica di governo dalla opposizione, dalla stampa, da una certa ideologia …
Eppure al di là dei fatti che hanno interessato una trasmissione di rai3 c’è il comunicato stampa dei giornalisti di tutta la Rai che denunciano come la tv pubblica, la tv di Stato nel senso più nobile del termine, onnicomprensivo e non di pochi, si sia snaturata completamente.
Nelle parole del comunicato stampa vengono considerate asservite completamente le prime due reti e ora resta nel mirino svilire definitivamente la terza rete che ha perso la sua identità, la sua credibilità, la sua mission.
E’ gravissimo che in così poco tempo i giornalisti Rai abbiano sentito il bisogno di ribadire una protesta nei confronti di una ingerenza politica sempre più invadente e arrogante, dimentica del valore della libertà dell’informazione.
Una Rai pagata dai contribuenti per una programmazione che ha perso di valore e che conta esodi sempre più significativi, dopo Fazio va via anche Amadeus e così i campioni di ascolti vanno via e la Rai affonda con programmi offerti come souvenir a personaggi considerati più per la loro appartenenza politica che per la loro competenza.
Nel quadro generale di una tv pubblica considerata strumento di massificazione del pensiero politico dominante e svilita della sua essenza di pluralità non meraviglia quello che è capitato con Antonio Scurati che si è ritrovato suo malgrado sotto la valanga della rivisitazione della Rai.
Il problema peraltro non è tanto la scelta o meno di un intervento pubblico da parte di un intellettuale bandito dalla tv di stato come un reietto solo per aver provato a dire che bisogna ribadire i principi costituzionali fondanti delle nostre libertà e della nostra democrazia che dovrebbe essere lasciato libero di dire ciò che pensa quanto la possibilità sempre più netta di interventi a gambe tese contro le voci di dissenso distanti dal potere centrale.
Spiace assistere alla personalizzazione di un attacco nei confronti di Antonio Scurati, un intellettuale che può essere simpatico o meno ma che ha il diritto di esprimere il suo pensiero senza correre il rischio di un embargo televisivo in nome di principi contrari alla nostra costituzione.
E leggendo il suo intervento che sarebbe dovuto essere presentato nella trasmissione della Bortone di rai3 della durata di pochi minuti in occasione della commemorazione del 25 aprile, in fondo cosa chiedeva?
Semplicemente che il primo Ministro italiano non facesse altro che pronunciarsi contro il fascismo definendosi antifascista così come nelle premesse fondanti della nostra Costituzione.
Il pomo della discordia sarebbe – pretestuosamente – contrattuale causa il costo esoso dell’onorario dell’intellettuale …
Anche questo poi, al di là del fatto che il contratto fosse già andato a buon fine, non sembra altro che infangare la credibilità e la professionalità di Scurati per motivi biechi quali quelli economici per la ricompensa delle sue comparsate per nascondere il motivo ben più gigante di voler tacitare una voce contraria che vuole riportare il valore della memoria, della nostra memoria storica in particolare per non dimenticare e per sensibilizzare, cosa fondamentale in questo momento storico in cui i valori democratici e di libertà restano baluardo fondamentale inattaccabile men che meno da un premier o da un Ad della Rai.