E chi l’ha detto che per visitare il Louvre bisogna arrivare a Parigi?
I progetti “Louvre visites virtuelles” e “Le Louvre Chez Vous” consentono di varcare la porta del Museo più visitato al mondo – almeno del mondo precovid, contando oltre nove milioni di visitatori nel 2019 – comodamente dal proprio divano. Certo, nulla sostituirà mai una passeggiata nella sede dell’Ancien Régime né la vista delle statue di Rodin nascoste dietro le siepi del giardino delle Tuileries, ma la visita virtuale del Louvre offre un’esperienza che non si vuole sostitutiva rispetto a quella reale ma integrativa e diversa.
Recandovi sul sito del Louvre, potrete perdervi liberamente tra i corridoi della Petite Galerie che seleziona con cadenza annuale alcune opere provenienti dalla collezione del Museo e le riunisce attorno a un tema. Intitolata “Venus d’ailleurs” (venuti da altrove), quest’anno la mostra è dedicata “ai materiali e agli oggetti dei viaggiatori”. La visita virtuale permette anche di attraversare le esposizioni degli anni precedenti, fino a quella inaugurale e interessantissima del 2015 dedicata ai “Miti fondatori: da Ercole a Dark Vador”.
Il progetto include anche la diffusione live di conferenze, incontri, concerti e proiezioni cinematografiche ospitati dall’auditorium del Museo. Ultima ma non ultima è la conferenza tenuta dallo storico dell’arte Neil MacGregor, ex direttore della National Gallery e del British Museum di Londra. Mentre si sfoglia il libretto delle presentazioni, è possibile assistere agli eventi passati, sottotitolati in inglese, spagnolo e francese, sulla pagina Youtube “Musée du Louvre”.
Sullo stesso canale, il Museo mette a disposizione dei video che mostrano le opere nei minimi dettagli. L’alta risoluzione permette di vedere ciò che sfugge all’occhio nudo; la lentezza, lo zoom e la prossimità offrono un’esperienza diversa, una contemplazione che può rivelarsi anche più profonda di quella dal vivo. Il Louvre mette insieme talmente tante opere che è spesso necessario guardarle rapidamente per poter visitare tutto il Museo. È inoltre praticamente impossibile osservare la contesissima Gioconda avvolti dal silenzio e dalla solitudine. Qui, invece, le opere si possono osservare con calma, in più giorni, nell’intimità di casa propria
Dal 2016, il Louvre dà libero accesso alle star del digitale per girare video e commentare le opere proponendo analisi alla portata di tutti ma non per questo meno interessanti e puntuali. Il programma “Le Louvre invite les YouTubers” (Il Louvre invita gli YouTuber) permette una volgarizzazione del discorso artistico, come nel “Miti in Egitto: Fake news o realtà” di Charlie Danger, oppure approcci più concettuali, come quello dell’animatore del canale DirtyBiology che, accompagnato da Manon Brill, esplora le opere del Louvre cercando di rispondere al quesito “esiste una bellezza assoluta?”.
E per accontentare i più piccoli, c’è il “Petit Louvre”, accessibile anche in inglese nella sezione Louvre Kids. Il Museo raccoglie cinque racconti sulla spedizione di Napoleone in Egitto scritti da Emanuelle et Benoît de Saint Chamas e illustrati da François Place. Offre poi una spiegazione di alcune tra le opere più importanti del Museo, dalla Gioconda alla Venere di Milo.
Ecco quindi che il Louvre riesce ancora una volta a mettere insieme antico e moderno, tradizione e innovazione. Come Mitterand che non ha esitato porre la piramide di vetro e metallo dell’architetto cinese Ieoh Ming Pei al centro di edifici in stile rinascimentale, il Museo non ha paura di offrire una visita virtuale della Gioconda. Lascia spazio ai grandi storici dell’arte ma anche ai protagonisti del web; accompagna l’arte oltre il cerchio elitista a cui spesso è confinata e la rende accessibile a tutti da tutto il mondo. Il leitmotiv di questa iniziativa è proprio l’accessibilità, cioè offrire un servizio fruibile con facilità da una qualsiasi tipologia d’utente da qualsiasi luogo. Questa iniziativa testimonia come la tecnologia possa essere funzionale a un autentico progresso; come essa possa partecipare alla democratizzazione della cultura ammorbidendo la distanza tra coloro che possono viaggiare e coloro che non possono farlo, tra chi può acquistare un biglietto e chi risparmia i soldi per la cena, per chi ha tempo di recarsi al centro di Parigi e chi dorme in periferia.