Lungi da noi essere autocelebrativi e ergersi a paladini del calcio pulito: il campionato italiano, ieri sera, ha riscoperto l’importanza del giocare tutte le gare con serietà indipendentemente dagli obiettivi e, onestamente, la mancanza di contemporaneità nelle ultime 2/3 gare di campionato, in nome dei diritti tv, appare qualcosa di davvero incomprensibile.
Succede allora che alcune squadre che si sentivano al sicuro abbiano staccato la spina troppo presto (Fiorentina, Genoa, Inter) senza riuscire ad attaccarla per tempo (Parma, Cagliari) e che altre, date ormai per spacciate (Empoli) abbiano ricevuto nuova linfa dai risultati delle dirette concorrenti. Le prime due della classifica meritano un discorso a parte: nelle ultime 4 gare, infatti, 4 vittorie per il Napoli, nessuna per la Juve che ha regalato punti a tutti, spesso inutilmente, in nome del suo inconfondibile stile. Anche ieri sera è accaduta la stessa cosa: azzurri e bianconeri erano arbitri della Champions e mentre i partenopei hanno schiacciato l’inguardabile Inter di Spalletti, ecco che la Juve ha regalato il punto che serviva alla Dea che, va detto, merita comunque la Champions molto più delle due compagini meneghine.
Nell’ultima gara al San Paolo il Napoli di Mister Ancelotti regola l’Inter con un sontuoso e inequivocabile 4-1, frutto di una gara giocata con intensità, sfruttando le amnesie e la mollezza dei dirimpettai nerazzurri che ora dovranno giocarsi la vita nel match di San Siro contro l’arrembante, seppur inferiore, Empoli di Andreazzoli.
Tante le occasioni nel primo tempo: è Zielinski, con un missile terra-aria a sbloccarla al minuto 15. Il primo tempo, dopo un promettente avvio dell’Inter, è tutto di marca napoletana: nella ripresa gli azzurri dilagano segnando con Mertens (con il piccolo Ciro che svetta indisturbato in mezzo ai giganti Skriniar e Miranda) e con Fabian Ruiz (doppietta), di Icardi, su rigore, il gol della bandiera dell’Inter. Protagonista della gara è stato, come sempre, Kalidu Koulibaly: insuperabile il gigante nero che ha così festeggiato la palma di miglior difensore del campionato, stravincendo il duello con Skriniar, suo principale antagonista nella classifica individuale.
Domenica a Bologna ultimo atto del campionato: difficilmente ci sarà la possibilità di spingere in b i felsinei in una gara che si preannuncia di assoluta inutilità.