“Curnut e mazziat'”: la tipica espressione partenopea descrive al meglio lo stato d’animo del Napoli all’indomani della prima sconfitta in campionato, rimediata a San Siro contro l’Inter.
Non è tanto il k.o. sul campo a bruciare, visto l’andamento complessivo della sfida del Meazza; dopo un avvio coraggioso e propositivo, culminato nel gol di Zielinski, i partenopei hanno sì subìto la veemente reazione dei nerazzurri, capaci di portarsi sul 3-1 al 60′, ma hanno anche reagito, trovando l’eurogol del 3-2 di Mertens e sfiorando ripetutamente il pareggio nel convulso finale.
L’incredibile respinta sulla traversa di Handanovic sul colpo di testa di Mario Rui, e la clamorosa occasione fallita da Mertens al 98′, testimoniano le ritrovate qualità caratteriali della squadra di Spalletti.
Il Napoli infatti, pur messo sotto per lunghi tratti da una compagine forte e “costretta” a rimontare per non salutare in anticipo la lotta scudetto, ha saputo raccogliere le energie fisiche e nervose per far venire i sorci verdi ai Campioni d’Italia nel loro stadio negli ultimi 20 minuti.
A lasciare un amarissimo retrogusto nella bocca di Spalletti e dei suoi è però soprattutto il bollettino seguente alla battaglia di San Siro: il Napoli ha infatti perso Osimhen, Insigne ed Anguissa, tutti infortunatisi domenica sera.
A preoccupare particolarmente è il centravanti nigeriano, che in uno scontro aereo con Skriniar si è procurato la frattura scomposta dello zigomo e dell’orbita dell’occhio sinistro: “Air Victor” è stato operato ieri, e potrebbe restare lontano dai campi di gioco addirittura fino a Febbraio.
Meno gravi i problemi del capitano (affaticamento al tendine del ginocchio) e del centrocampista camerunense (distrazione muscolare all’adduttore, probabili un paio di settimane di stop), ma il Napoli è comunque partito con gli uomini contati per la trasferta di Europa League di oggi pomeriggio (ore 16:30) a Mosca contro lo Spartak.
A Spalletti mancheranno infatti anche Politano, Demme e Zanoli, positivi al Covid, ed Ounas, ancora alle prese con problemi muscolari, mentre tornano a disposizione (oltre a Mario Rui che ha scontato il turno di squalifica) Manolas e Malcuit , che potranno finalmente dare respiro ai titolari nel reparto arretrato.
Le bruttissime notizie arrivate dall’infermeria hanno ovviamente fiaccato il morale dell’ambiente, visto che il Napoli perde per lungo tempo il suo faro offensivo in un momento cruciale della stagione.
Quella di alzare bandiera bianca non è comunque un’opzione da prendere minimamente in considerazione, visto che la contemporanea sconfitta del Milan a Firenze tiene gli azzurri in vetta e che l’Inter, nonostante la vittoria nello scontro diretto, è ancora distante quattro punti.
Sono in tal senso encomiabili le parole di Spalletti nella conferenza stampa di presentazione del match di Mosca: il tecnico di Certaldo ha infatti sottolineato che le difficoltà “aiutano le persone normali a costruirsi un percorso straordinario”, e che è dunque in momenti del genere che devono misurarsi le ambizioni e le qualità di una rosa ampia e costruita anche per sopperire alle assenze.
Scelte quasi obbligate, comunque, a centrocampo ed in attacco, con il probabile impiego contemporaneo di Fabiàn, Lobotka, Zielinski ed Elmas, e con Lozano ed uno tra Mertens e Petagna in attacco.
In difesa, davanti a Meret, appare certo l’impiego di Juan Jesus e Mario Rui, con uno tra Rrahmani e Koulibaly che dovrebbe tirare il fiato e con Malcuit che potrebbe concedere un turno di riposo a Di Lorenzo.
L’unico precedente giocato a Mosca tra Spartak e Napoli è tristemente ben impresso nella memoria dei tifosi: poco più di 31 anni fa, il 7 Novembre 1990, Maradona giocò allo stadio Luzhniki la sua ultima gara europea con la maglia azzurra.
I partenopei, che colpirono un clamoroso palo nel finale con Incocciati, furono sconfitti ai rigori dopo il doppio 0-0 dei due match di andata e ritorno, e furono eliminati dagli ottavi di finale di quella edizione della Coppa dei Campioni: decisivo fu l’errore di Baroni, ma a fare scalpore fu ancora una volta Diego.
Nonostante le insistenze dei compagni, andati a casa a svegliarlo, il Pibe non partì con la squadra ed arrivò in ritardo nella capitale sovietica, costringendo Bigon a farlo partire dalla panchina; Maradona fece comunque in tempo a realizzare il suo tiro dal dischetto, che non bastò però ad evitare l’eliminazione.
I ricordi amari, l’imbattibilità perduta in campionato e l’emergenza infortuni non devono però abbattere il Napoli.
Anche se questa è la settimana del “black friday”, gli azzurri la loro nerissima domenica l’hanno già vissuta, ed è giunto il momento del riscatto.