Finalmente Politano: l’esterno ex Inter risolve il match contro l’Udinese, realizzando a tempo scaduto un gran gol di sinistro da fuori area e regalando al Napoli 3 punti ormai insperati.
Oltre a questi 3 punti c’è poco da salvare per gli azzurri, apparsi opachi, intrappolati in uno stucchevole possesso palla orizzontale, e raramente capaci di rendersi pericolosi al di là del ventitreesimo palo stagionale (traversa da fuori area di Zielinski) e dei due gol.
Viceversa, gli uomini di Gattuso hanno mostrato ancora una volta grandi difficoltà a trovare equilibrio e distanze tra i reparti ogni qual volta hanno rinunciato a difendere bassi, cercando il pressing offensivo: dalla ripresa del campionato, solo contro il Verona il Napoli ha tenuto la propria porta inviolata (9 gol subiti nelle ultime 7 partite) ed anche l’Udinese, pur affacciandosi raramente dalle parti di Ospina, ha avuto altre due colossali occasioni per portarsi sul 2-1 nella ripresa.
Per il tecnico calabrese, al di là dell’ottima classifica nel girone di ritorno, ci sarà dunque ancora molto da lavorare in vista della prossima stagione e, più nell’immediato, del ritorno degli ottavi di Champions da giocare contro il Barcellona.
Per il momento però c’è da concludere al meglio il campionato a partire dalla trasferta di Parma (stasera ore 19:30), contro i ducali di mister D’Aversa, ormai fuori da ogni discorso europeo e salvi da tempo.
Il primo precedente tra le due squadre in Serie A risale “solo” a 30 anni fa, visto che il Parma ha fatto il proprio esordio nel massimo campionato proprio nel 1990: il 23 Settembre, alla terza giornata, la neopromossa formazione gialloblù guidata da Nevio Scala si impose a sorpresa sul Napoli Campione d’Italia in carica grazie ad un gol del “Sindaco” Marco Osio.
Quel Parma, di proprietà del patròn di Parmalat Calisto Tanzi, scalò ben presto le gerarchie del calcio italiano ed europeo, mentre il Napoli faceva il percorso inverso, tanto è vero che pochi anni dopo ad essere ritenuto sorprendente fu il primo successo azzurro al “Tardini”, arrivato il 19 Dicembre 1993 grazie alle reti dell’ex Gambaro, di Fonseca (in rovesciata) e di Jonas Thern.
I 17 precedenti in serie A vedono i padroni di casa in leggero vantaggio con 8 vittorie contro i 6 successi azzurri, con solo 3 pareggi.
L’ultima “x” scatenò un mare di polemiche, visto che il 10 Maggio 2015 il Parma del poco rimpianto ex tecnico azzurro Roberto Donadoni, praticamente già fallito e retrocesso, giocò una partita di straordinario impegno e costrinse il Napoli di Benitez ad un 2-2 (gol di Gabbiadini e Mertens) che allontanò gli azzurri dalla zona Champions.
Il tecnico spagnolo, disgustato per le continue perdite di tempo, lasciò il campo pronunciando un epiteto tanto duro quanto condivisibile sul calcio italiano.
Non era la prima volta che il Napoli lasciava il “Tardini” con l’amaro in bocca: basti pensare ad una delle giornate più tristi da ricordare per i tifosi azzurri, ovvero l’11 Aprile 1998.
Quel giorno, Sabato Santo, gli azzurri conclusero la loro personale via crucis (record negativo di punti conquistati in Serie A, 14, tuttora imbattuto) perdendo 3-1 a Parma e retrocedendo aritmeticamente in Serie B dopo ben 33 anni di permanenza nel massimo campionato.
Indimenticabili le lacrime del portiere napoletano Taglialatela, condivise con l’ex difensore azzurro Fabio Cannavaro, uno dei tanti talenti partenopei ceduti ai ducali in quegli anni nel tentativo di risanare i disastrosi conti del club.
Sempre al Parma, seppur in modo indiretto, è legata anche la retrocessione azzurra di 3 anni dopo, visto che una chiacchierata sconfitta casalinga dei ducali contro il Verona (il cui presidente, Pastorello, era un ex dirigente gialloblù) alla penultima giornata condannò di fatto alla B il Napoli, in lotta con gli scaligeri per restare in Serie A.
Con l’avvento di Aurelio De Laurentiis alla guida del sodalizio partenopeo, la “vendetta” arrivò nell’anno del ritorno azzurro in massima serie: il 20 Aprile 2008 (giusto 10 anni dopo quell’infamante retrocessione) il Napoli vinse in rimonta al “Tardini” per 2-1 con le reti di Domizzi (su rigore) e Bogliacino, spingendo, questa volta, i ducali verso la cadetteria.
Anche in questo caso il finale fu rovente, con i parmensi disperati ed impegnati in una vergognosa caccia all’uomo nei confronti di Lavezzi, al punto da finire la partita con ben 3 espulsi.
L’ingloriosa fine dell’era Tanzi e l’imperiosa risalita del Napoli targato AdL hanno nuovamente invertito le gerarchie tra le due squadre, ed infatti il Napoli ha violato il “Tardini” in 5 delle ultime 8 sfide.
Dopo il successo del 2008, gli azzurri con Mazzarri in panchina hanno battuto gli emiliani a domicilio per 3 stagioni consecutive: il 13 Marzo 2011 furono Hamsik, Lavezzi e Maggio a vanificare il vantaggio parmense di Palladino, mentre il 4 Marzo dell’anno successivo fu il “Pocho” a realizzare il gol del decisivo 2-1 dopo la rete iniziale di Cavani su rigore.
Con analogo punteggio si chiuse l’incontro del 27 Gennaio 2013, con il Matador stavolta autore del gol vittoria nel finale, dopo il primo vantaggio firmato da Hamsik.
Gli azzurri si sono imposti anche nell’ultimo match giocato a Parma, calando addirittura un “poker” il 24 Febbraio 2019: mattatore dell’incontro Arek Milik, autore di due gol, di cui uno su punizione diretta, sotto la barriera; di Zielinski ed Ounas le altre reti per la squadra allora guidata ancora da Carlo Ancelotti (ex tecnico anche dei ducali).
La storia dei precedenti tra Parma e Napoli racconta dunque di partite vibranti e dagli esiti spesso drammatici, ma in questo caso, complici le relative velleità di classifica delle due compagini, è più lecito attendersi un match tranquillo: starà a mister Gattuso tirar fuori dai suoi le motivazioni giuste per dare il massimo anche stasera al “Tardini”.