Io capitano è diretto da Matteo Garrone e tratta l’argomento dell’emigrazione africana verso l’Europa. Ha concorso alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per il Leone d’oro, venendo riconosciuto con il Leone d’argento alla regia e il Premio Marcello Mastroianni all’attore protagonista Seydou Sarr.
Io capitano nasce da un’idea del regista, che ha scritto la sceneggiatura con Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, basandosi sulle storie di emigrazione dal continente africano di Kouassi Pli Adama Mamadou, Arnaud Zohin, Amara Fofana, Brhane Tareke e Siaka Doumbia. Il film è stato prodotto da Archimede, Rai Cinema, Tarantula, Pathé e Logical Content Ventures, in coproduzione con RTBF, VOO-BE TV, Proximus e Shelter Prod, con il sostegno del Ministero della Cultura, del Centro per il Cinema e gli Audiovisivi della Federazione Vallonia-Bruxelles, di taxshelter.be, ING e lo scudo fiscale del governo federale belga, e la partecipazione di Canal+, Ciné+ e Wallimage; il progetto aveva un budget di circa 11 milioni di euro.
I casting, con la direzione di Henri-Didier Njikam, sono avvenuti nel continente africano: le scene hanno visto la presenza di oltre cento comparse. Le riprese, invece, sono iniziate nel mese di Marzo 2022 tra Italia, Marocco e Senegal e sono durate tredici settimane. Il trailer è stato diffuso online il 31 maggio 2023 ed il film è stato recentemente distribuito nelle sale cinematografiche italiane da 01 Distribution a partire dal 7 settembre; fortunatamente il film è ancora disponibile al cinema e ha incassato 374.757 euro in Italia, solo nella prima settimana.
La storia è quella di Seydou e Moussa, due giovani senegalesi che lasciano il loro Paese per raggiungere l’Europa, affrontando il deserto, i centri di detenzione in Libia e la traversata nel mar Mediterraneo. I due sono cugini e adolescenti, nati e cresciuti a Dakar, ma con una gran voglia di diventare star della musica in Europa. Tutti in Senegal li cautelano contro il loro progetto, in primis la madre di Seydou, ma i due sono determinati, e di nascosto intraprendono la loro grande impresa. Un viaggio che si rivelerà un’odissea attraverso il deserto del Sahara costellato dei cadaveri di quelli che non ce l’hanno fatta, le prigioni libiche e il Mediterraneo interminabile e pericoloso.
I furti, le violenze e i soprusi non si conteranno, ma ci saranno anche gesti di umanità e gentilezza in mezzo all’inferno. Io capitano ha ottenuto recensioni prevalentemente positive da parte della critica specializzata: il film è una parabola sulla necessità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, incarnata nella figura nobile di Seydou che, invece di pensare solo alla propria sopravvivenza o al proprio tornaconto, si fa carico degli altri, fino a portare con sé anche il ricordo di chi non è arrivato alla meta…