La tappa odierna del giro d’Italia ci porta nel tacco dello Stivale: la Puglia una delle regioni più belle e visitate. Le sue coste sono popolatissime d’estate e bagnate da acque cristalline, i centri ospitano turisti tutto l’anno e sono incantevoli, con scenari quasi da favola come Alberobello ed i suoi Trulli; Lecce barocca; Ostuni la città bianca, caratteristiche, inoltre, le strade costeggiate da muretti a secco e ulivi centenari, tutti particolari che hanno spinto molti registi italiani e stranieri (come Ferzan Ozpetek) a sceglierla come location per i loro film. Ha dato i natali a Carmelo Bene, tra i massimi esponenti della cultura per il contributo che ha dato all’arte drammatica italiana come attore, drammaturgo e regista e a Gianrico Carofiglio magistrato e senatore barese, che usa Bari come scenario di avvincenti romanzi. La Puglia è terra di musica e balli popolari come la pizzica (o taranta), una particolare danza diffusa nel Salento e nel tarantino, che si balla in coppia tra individui non necessariamente di sesso opposto. Un tempo, oltre che nelle occasioni di festa, essa veniva eseguita per giorni nell’ambito dei riti di guarigione delle tarantate, ossia delle donne che si credeva fossero state morse dalla tarantola, ma pare che il fenomeno del tarantismo abbia nessi con l’isteria, l’epilessia e la depressione. Dal punto di vista culinario i piatti tipici sono da leccarsi la punta delle dita: pasta fresca (orecchiette e cavatelli) con cime di rapa; cacio ricotta; bombette di carne e vini come il Primitivo di Manduria, il Negroamaro ed il Salice sono apprezzati in tutto il mondo.
E per quel che riguarda i libri? Iniziamo subito.
La guerra dei cafoni di Carlo D’Amicis
Estate 1975. In un villaggio della costa salentina si rinnova la guerra che oppone i ragazzini benestanti ai figli dei pescatori, dei pastori, dei contadini: i cosiddetti cafoni. A dichiarare e alimentare questo conflitto è il quattordicenne capo dei signori, che fa Angelo di nome, ma che nel soprannome porta il segno del campione e della perfidia: Francisco Marinho (rapinoso calciatore brasiliano dell’epoca), altrimenti detto il Maligno. Ossessionato dall’odio per i cafoni, Francisco Marinho combatte in nome dell’ordine sociale, della divisione di classe, della continuità storica. Ma quando, per un tragicomico equivoco, nella sua visione del mondo subentra una punta di compassione – o forse di affetto, o forse di amore – verso una giovane cafona, la separazione tra il bene e il male comincia a offuscarsi. Intorno a lui, i sintomi di una stagione nuova: dove il prestigio o la disgrazia dell’essere cede il passo all’arroganza dell’avere. La guerra dei cafoni non sarà più scontro tra i ranghi che ribadiscono la propria natura, ma lotta di conquista, arrampicamento, disordine collettivo e interiore. Metafora, attraverso un microcosmo di ragazzini indemoniati, del cambiamento collettivo che in quegli anni trasfigurò il nostro paese, il nuovo libro di Carlo D’Amicis è poema cavalleresco e satira sociale, romanzo di formazione e divertissement pulp, tragedia dell’antica borghesia e commedia dell’Italia moderna.
Il castello di Otranto di Horace Walpole
Si suppone che gli avvenimenti si svolgano nel Duecento. Manfredo, signore di Otranto, nipote dell’usurpatore del regno che ha avvelenato Alfonso, il legittimo sovrano, vive sotto l’incubo di una profezia, secondo cui la stirpe dell’usurpatore continuerà a regnare, finché il legittimo sovrano non sia divenuto troppo grosso per abitare il castello e finché discendenti maschi dell’usurpatore lo occupino. Quando la profezia sembra avverarsi, Manfredo atterrito confessa il modo dell’usurpazione e si ritira in un monastero con la moglie.
Nè qui né altrove di Gianrico Carofiglio
Un romanzo di formazione: nelle sue pagine, un gruppo di giovani che vorrebbero scappare via, ma che non lo fanno. Attraverso le loro esperienze una città ancora poco conosciuta si rivela, al di là dei facili stereotipi, e ci racconta un tempo e una generazione. Siamo a Bari, quella degli anni ’70 e poi di oggi. Un ragazzo esplora la sua città. Con il gruppo dei suoi amici attraversa un reticolo di piazze e di strade, percorre il lungomare, si ferma nei luoghi preferiti. E appena può va al cinema, a vedere film che rimangono nella memoria di quegli anni.
Il paese delle spose infelici di Mario Desiati
Puglia anni Ottanta, Domenico e Francesco, chiamati da tutti Zazà e Veleno, sono due ragazzini che giocano tra gravine e trulli con una banda di personaggi memorabili insieme a cui cresceranno. I due vengono da famiglie molto diverse: Zazà vive in un quartiere popolare, Veleno è un figlio di papà. Negli anni si imbatteranno in Annalisa, una ragazza dalla vita poco ordinaria e dalla bellezza fuori dal comune. Annalisa frequenta i matti del paese, si veste fuori moda, chiacchiera soltanto con uomini molto anziani e si porta addosso terribili dicerie che gli eventi paiono confermare drammaticamente con il passare del tempo. Eppure il suo fascino unico sembra perseguitare come una maledizione i due amici, cui la vita serba disavventure e svolte clamorose.
La tagliatrice di vermi e altri racconti di Gaetano Barreca
È un’Italia intrisa di superstizione e religione, di tradizioni e sentimenti, quella ritratta nei sette racconti del testo. Una voce bianca, i fascisti e le streghe masciàre. Una donna che si fa beffe del prete. Le faide familiari condite di pettegolezzi e dicerie… e molto altro. La vita fra i vicoli della città vecchia di Bari, fra panni stesi e orecchiette fresche, edicole votive e profumo di caffè, quello offerto agli ospiti nel segno della migliore accoglienza italiana. Preparatevi a entrare in un mondo d’altri tempi, a respirarne il “profumo” e a gioire, temere, amare con i personaggi di questi racconti. Perché a volte nel passato si nascondono gli insegnamenti più importanti.
Parole sante di Eva Clesis
A Comasia, paesino immaginario della Puglia, vivono Lina Magnano, anziana vedova che mescola religione e superstizione, e suo figlio Santo, affetto dallo stesso morbo che colpì il musicista Beethoven. Madre e figlio sono gli eredi di una famiglia un tempo importante in paese. A loro restano oggi una grande casa, Villa Magnano, e le terre che la circondano: beni considerevoli che ora Lina vorrebbe barattare con la salvezza dell’anima, donandoli alla Chiesa nonostante l’ostilità di suo figlio. Nessuno sa però che il parroco fidato di Lina, don Felice, che si accompagna a un sacrestano dal passato inquietante, ha un piano segreto che coinvolge i Magnano. E la faccenda si complica quando alla villa arriva come domestica la straniera Viorica, creando una concatenazione di eventi che trasformerà il tranquillo paesino del sud in un sanguinoso teatro di complotti e misfatti.