Jerome Henry “Jerry” Brudos è stato un serial killer statunitense, noto anche come “Il killer feticista delle scarpe”. Commise quattro omicidi accertati nello Stato dell’Oregon tra il 1968 e il 1969. Il modus operandi adottato consisteva nell’ aggredire o rapire giovani donne per poi strangolarle/soffocarle ed usare i corpi come “manichini” per scattare loro delle foto mentre indossano solo scarpe a tacco alto. In alcuni casi mutila i corpi delle donne o li usa per fare del sesso post-mortem.
CHI ERA JERRY BRUDOS?
Jerry Brudos nasce a Webster (South Dakota, USA) nel 1939; il suo caso ha ricevuto parecchia attenzione dalla stampa meritando addirittura il dubbio onore di un intero libro dedicato alla sua figura.
La sua infanzia segue alcuni dei passi tipici della “formazione” di un omicida seriale: dai continui traslochi al rapporto conflittuale con la madre dominante (che avrebbe voluto una figlia) ed il padre violento, fino ai precoci episodi di feticismo.
La fissazione iniziale di Brudos riguarda infatti le scarpe e i piedi femminili. Inizia ben presto a rubare biancheria e calzature, passando poi verso i tredici anni ad obbligare alcune bambine a spogliarsi per lui e a farsi fotografare; episodi che gli valgono i primi problemi con la legge. Nella tarda adolescenza comincia a pedinare le sue coetanee, spesso aggredendole o soffocandole fino allo svenimento per poi fuggire con le loro calzature.
Ha la prima esperienza sessuale a 23 anni e sposa la sua ragazza rimasta incinta, la quale soggiogata psicologicamente era obbligata a strani comportamenti come lo sbrigare i lavori domestici completamente nuda mentre lui la fotografava. La coppia ebbe due figli e si trasferì nei sobborghi di Portland, a Salem, dove i problemi di Brudos si cronicizzano nella forma di violente emicranie che, a suo dire, potevano essere placate solo rubando scarpe e biancheria femminile.
GLI OMICIDI
A partire dal gennaio 1968 aggiunse anche l’omicidio ai suoi rimedi per placare i mal di testa.
Uccise infatti Linda Slawson, una diciannovenne che vendeva enciclopedie porta a porta ed era finita a bussare a casa sua: la portò nel garage dove le fece perdere i sensi con una bastonata alla testa per poi strangolarla e scattare delle foto al cadavere nudo vestito solo con delle scarpe a tacco alto o biancheria intima che aveva rubato tempo prima. Si liberò del corpo della ragazza scaricandolo nel Willamette River, il lungo fiume che attraversa la parte nordovest dell’Oregon.
Della ragazza si tenne un prezioso “ricordo”: il piede sinistro, tagliato via dal corpo con un seghetto, a cui faceva spesso indossare delle scarpe da donna.
Nel novembre del ’68 uccise Jan Whitney; la giovane donna rimase con l’auto in panne mentre si stava dirigendo a casa dal college. Brudos la uccise strangolandola e poi si dedicò ad atti di necrofilia facendo ripetutamente sesso col suo cadavere per giorni.
Nel marzo 1969 rapì la diciannovenne Karen Sprinker: La portò al suo laboratorio di elettricista e la costrinse a posare per delle foto vestita con l’intimo di diverse donne per poi violentarla ed ucciderla.
Un mese dopo rapì da un supermercato Linda Salee, 22 anni, violentandola e poi strangolandola. Si liberò del cadavere della ragazza abbandonandolo sulla riva di un lago nei pressi di Portland.
LA CATTURA
L’arresto avvenne nel 1969 in seguito al riconoscimento da parte di una vittima scampata ad un tentativo di sequestro e a successive indagini fra le studentesse del campus locale. Si interruppe così una scia di 4 omicidi con altri possibili casi che la polizia non ha potuto accertare per mancanza di prove.
Due furono le macabre sorprese che aspettavano gli inquirenti fra i ritrovamenti effettuati in seguito alle indagini: oltre all’enorme collezione di scarpe femminili, infatti, la polizia ha recuperato un piede umano ancora dentro la sua scarpa (appartenuto a Linda Slawson) e un seno femminile (appartenuto a Jan Whitney) conservato nella resina e usato come fermacarte.
Brudos confessò tutto pochi giorni dopo l’arresto cercando di guadagnarsi a tutti i costi l’infermità mentale.
Fu condannato all’ergastolo ed è morto nel 2006 nell’infermeria del carcere per un cancro al fegato. Nella sua cella ha lasciato pile e pile di cataloghi di scarpe da donna che il serial killer definiva “i suoi sostituti alla pornografia”.
IL PROFILO
Nonostante Jerry, in seguito all’arresto, si diede da fare per ottenere l’infermità mentale in realtà già a soli 17 anni gli fu diagnosticata la schizzofrenia.
Diversi studi hanno dimostrato che le persone affette da malattie mentali generalmente non presentano una maggiore aggressività o violenza tranne che in una condizione particolare: quando nel soggetto è presente una psicosi o una patologia grave come la schizzofrenia.
EREDITÀ
Il caso di Jerry Brudos ha ispirato letteratura e grande schermo ricevendo discreto successo, la ricetta di quest’ultimo non è altro che la rappresentazione stessa di questa storia: un connubio perfetto tra il macabro e l’esilarante rispecchiato nell’immagine fuggente di un inquietante uomo che pone rimedio, tra un tacco e della biancheria, alle sue potenti e pretenziose emicranie.