Alexia, all’anagrafe Alessia Aquilani, ha iniziato a cantare fin da bambina, indirizzata alla musica dalla sua passione e dai genitori. Star della dance estiva con singoli di successo come Me and you, Summer is crazy e il tomentone Uh la la la, nel 2003 ha vinto pure un’edizione di Sanremo con il brano Per dire di no.
Il 19 maggio 2017 Alexia ha compiuto 50 anni e si è regalata un album di inediti, in uscita a settembre.
Alexia sarà la prossima madrina del Milano Pride del 24 giugno e il suo nuovo brano, La cura per me, ne sarà la sigla ufficiale.
Incontriamo Alexia a ridosso della data del Pride milanese e ne approfittiamo per capirne qualcosa in più su questo suo ultimo progetto.
Alexia, come nasce La cura per me e qual è questa cura?
Tempo fa feci ascoltare questa canzone a un mio amico e lui mi disse che era una canzone perfetta per una situazione particolare. Dopo poco ho saputo che avrei partecipato al Milano Pride 2017. La cura per me è semplicemente l’amore. È la persona che vogliamo al nostro fianco. Credo che da soli non possiamo raggiungere davvero la felicità anche se poi non raggiungiamo mai la felicità al cento per cento…però siamo esseri umani e desideriamo essere felici ma non possiamo esserlo se non c’è nessuno al nostro fianco.
Da donna di spettacolo, qual è la temperatura dell’omofobia e della discriminazione nel nostro Paese?
Premetto che vivo a Milano, città che mi ha adottata e che amo moltissimo, e qui mi sembra che il livello di omofobia sia molto basso. Ci sono tanti ragazzi che vivono con ragazzi, uomini che vivono con altri uomini ed è diventata per tutti una cosa naturale. Nel resto dell’Italia, la temperatura cambia in base al contesto sociale e alla città che trovi. E’ come parlare di diritti delle donne a una persona di 80 anni: noi negli anni abbiamo acquisito tantissimi diritti che le donne prima non avevano. Oggi stiamo vivendo la stessa battaglia per le persone lgbt. Per fortuna la società di oggi è molto più veloce ed è in continua evoluzione e sarebbe ridicolo non riconoscere i cambiamenti che sono sotto gli occhi di tutti. E’ un po’ come la rivoluzione portata dai Social network…io ho due figlie piccole, devo costantemente seguirle per vedere che uso fanno dei social, ma non posso certo vietare di usarli perché fanno parte della società.
Secondo te, il coming out delle star è più complicato o è più facile di quello delle persone comuni ?
Mi viene da dire che è certamente più facile. Gli ultimi coming out di personaggi famosi non mi hanno affatto meravigliato ma hanno sicuramente contribuito a sdoganare l’argomento.
Sei un’artista che ha inciso tantissime hit di successo ma ci son stati momenti della tua carriera più tranquilli, insomma sei una diva “a portata di mano”, sempre molto vicina ai fans. Come ti fa sentire il fatto che la gente ti riconosca questa grande umanità?
Mi fa immenso piacere. Ho sempre continuato a lavorare nel mondo della musica però ho deciso che per un periodo volevo dedicarmi alla mia famiglia e alle mie figlie e ciò mi ha avvicinato al pubblico e alla gente. Io trovo che avere come unica priorità il successo e la fama sia destabilizzante proprio dal punto di vista psicologico, io ho imparato ad amare ciò che mi fa bene ovvero me stessa e le persone che mi circondano.