“Pare Marianna ‘a capa ‘e Napule” avete mai sentito questa espressione?
Sembra che voglia indicare una persona con la testa grossa e sproporzionata ma, secondo gli antichi, questo piccolo particolare era indice di grande sapienza e intelligenza.
Tra le tante storie e leggende sulla nostra città quella di Marianna, ‘a Capa ‘e Napule, merita una particolare attenzione.
Una testa di donna in marmo, fu rinvenuta attorno al 1594 nell’Anticaglia, la zona più antica di Napoli nel Decumano Superiore e secondo le prime ricostruzioni storiche, si ipotizzò che si trattasse della testa raffigurante il volto della sirena Partenope. Durante la rivolta di Masaniello del 1647 il busto subì alcune mutilazioni: gli fu staccato il naso e fu deturpata in più parti.
Dopo un restauro sommario il busto fu collocato davanti la chiesa di Santa Maria dell’Avvocata vicino piazza Dante, e fu li, probabilmente, che le fu dato dal popolo il soprannome che ancor oggi la identifica in Marianna, ‘a Capa ‘e Napule.
Durante la seconda guerra mondiale, subì notevoli danneggiamenti, causati dal bombardamento, dagli spari e dalle notevoli mutilazioni a danno dei monumenti
Fu solo nel 1961 che il busto di “Donna Marianna” fu acquisito alla Collezione del Museo Filangieri e, qualche anno dopo, fu trasferita a Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli in piazza Municipio. Oggi è possibile ammirarla sul pianerottolo dello scalone centrale, dove si trova attualmente.