La prima leggenda, vuole che fu la sirena Partenope la creatrice di questa delizia, questa leggenda, deriva probabilmente dalle feste pagane e dalle offerte votive del periodo primaverile e molto probabilmente è legata al culto di CERERE le cui sacerdotesse portavano in processione l’,uovo simbolo di rinascita nella tradizione cristiana. Esiste anche un’altra leggenda che narra di alcuni pescatori che, a causa dell’improvviso maltempo, erano rimasti in balia delle onde per un giorno e una notte, una volta riusciti a rientrare a terra, a chi domandasse loro come avevano potuto resistere in mare così tanto tempo, risposero che avevano potuto mangiare la Pasta del giorno prima , fatta con ricotta, uova, grano ed aromi. Per questo motivo iniziò ad essere simbolo di rinascita, oltre che per gli ingredienti, al fatto che aveva dato da sopravvivere a questi quattro pescatori.
La storia
Nel XVI secolo in un convento, probabilmente, quello di San Gregorio Armeno: un’ignota suora volle preparare un dolce, molto probabilmente una sorta di pizza a metà tra il rustico e il dolce in grado di associare il simbolismo cristianizzato di ingredienti come le uova, la ricotta e il grano, associandovi le spezie provenienti dall’Asia e il profumo dei fiori d’arancio del loro giardino. Quel che è certo è che le suore del convento di San Gregorio Armeno erano delle vere maestre nella preparazione delle pastiere, tanto che dalla porta del convento sembra che fuoriuscisse una scia di profumo che si spandeva tra i vicoli intorno.
Sulla vera ricetta della pastiera napoletana, però, ognuno dice la sua facendo infervorare ogni anno il dibattito tra le case.
La ricetta classica prevede la preparazione di una frolla a base di farina, uova, strutto (o burro) e zucchero semolato da sistemare sul “ruoto”, la tipica tortiera in alluminio dai bordi lisci e leggermente svasati,e alti 3 o 5 cm. Per il ripieno occorrono invece latte, zucchero, ricotta di pecora, chicchi di grano, burro, frutta candita, uova, vaniglia, vanillina, scorza d’arancia e di limone, acqua di fiori d’arancio e cannella in polvere. Il tutto da sormontare con le striscioline di frolla e poi da cuocere in forno, con una bella spolverata di zucchero a velo quando la pastiera è fredda..