Marianna De Crescenzo detta la Sangiovannara. Era una donna impavida dal temperamento ribelle e rivoluzionario, viene annoverata dagli storici, tra le ” Donne di Garibaldi “: Secondo alcune fonti apparteneva al quartiere di San Giovanni a Teduccio e per questo motivo divenne nota come la Sangiovannara: in realtà era nata in via Pignasecca nel cuore di Napoli.
Tra il 1848 e il 1860, la camorra a Napoli si politicizzò, allargando la sua rete di potere in molti quartieri di Napoli oltre all’interno delle carceri. E fu proprio fra l’estate e l’autunno del 1860 che grazie alle molte attività cospirative all’interno della sua taverna, che tutti conoscevano come covo dei liberali,che diventò una celebrità mediatica per la stampa internazionale.
Dopo l’amnistia che rimise in libertà, patrioti, e una grande quantità di camorristi fatti passare per liberali, le strade di Napoli incominciarono ad essere percorse da personaggi poco raccomandabili che, con la scusa di inneggiare a Garibaldi provocavano disordini
Fu Liborio Romano, a quel tempo ministro dell’interno, che trasformò i camorristi in poliziotti, costituendo così la Guardia Cittadina, mettendo a capo il celebre capintesta Salvatore De Crescenzo detto Tore ‘e Criscienzo. Da allora fino a dopo l’arrivo di Garibaldi, l’ordine pubblico venne esercitato, a Napoli, esclusivamente dai camorristi.
La Sangiovannara aderì al garibaldinismo. Guidò le feste seguite all’arrivo a Napoli dell’eroe dei due mondi avvenuto il 7 settembre e fu lei ad accoglierlo in città indossando come suo solito uno scialle avvolto sulle spalle e un pugnale alla cintura. Fu sempre lei ad accompagnarlo nella visita alla Madonna di Piedigrotta.
Per i servigi resi alla causa, Garibaldi le conferirà una pensione mensile di 12 ducati al mese ed il diritto a partecipare alle imminenti consultazioni elettorali.
Marianna De Crescenzo morì a Napoli il 19 maggio 1869, in una casa al numero 22 del Grottone di Palazzo, l’attuale via Gennaro Serra.