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LA SEDIA DELLA FECONDITA’

Stefania Orlando
Stefania Orlando 8 anni fa
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A partire dal 6 ottobre 1791 a Napoli, presso la chiesa di Santa Maria Francesca in Vico Tre Re a Toledo, si svolge un sacro rituale, una lunga processione che vede migliaia di donne devote o di madri, con i figli tra le braccia, accorrere, lungo i Quartieri Spagnoli, alla porta di casa di Maria Francesca delle Cinque Piaghe per chiedere la grazia. Giungono lì per sedere sulla stessa sedia su cui la santa è stata tutta la vita a pregare, chiedendo per benedizione di proteggere la gravidanza o diventare madri.

Da quel momento, si è diffuso a Napoli il cosiddetto culto della Sedia della fertilità o della fecondità. Un culto che richiede un profondo atto di fede. Le donne, infatti, attendendo il proprio turno, si accomodano su un cencio di lana consunta che ricopre quella ormai famosa seggiola dei miracoli e rivolgono le loro preghiere a Maria Francesca, mentre una monaca, armata delle reliquie della santa, una ciocca di capelli e una vertebra, sfiora il loro ventre affinché torni fecondo.

Anna Maria Rosa Gallo, venerata come Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, nacque nel labirintico quartiere assegnato alle truppe spagnole del Viceregno di Napoli, da padre irascibile e severo, che maltrattava spesso la moglie e la figlia, e da madre dolce e affettuosa. Secondo i documenti allegati alla causa di canonizzazione, Anna Maria fin da bambina si sentì investita di un compito profetico. E in effetti, a detta dei suoi seguaci, ella possedeva il dono della profezia: avrebbe predetto sia l’epidemia che si scatenò nel 1764 che la Rivoluzione Francese.

Animata da una profonda fede cristiana, fu denominata nei Quartieri Spagnoli Santarella, non solo per la sua assoluta devozione alla Chiesa e ai Sacramenti, ma anche per la sua docile accettazione ai maltrattamenti subiti in casa offrendo a Dio tutte le sue sofferenze per la salvezza delle anime. Fu così devota che penò per una piaga al costato che si manifestava in particolar modo durante gli ultimi giorni della settimana della Passione. Secondo la testimonianza dei fedeli, prima che andasse in cancrena, la lesione al petto veniva puntualmente guarita dall’Arcangelo Raffaele con la supervisione dell’arcangelo Michele.

Frequentò assiduamente la parrocchia di Santa Lucia al Monte al Corso Vittorio Emanuele, annessa al convento dei frati alcantarini, ed ebbe come direttore spirituale Giovanni Giuseppe della Croce, che poi sarebbe stato canonizzato, e che ne avrebbe predetto già da allora la santità. All’età di sedici anni, manifestò al padre il desiderio di entrare nel Terz’Ordine francescano alcantarino, ma questi glielo impedì, poiché la aveva promessa in sposa a un ricco giovane che ne aveva chiesto la mano. Solo qualche tempo dopo il padre, grazie all’intercessione di un Frate Minore francescano, Padre Teofilo, acconsentì che la figlia divenisse terziaria francescana. Fu così che l’8 settembre 1731 Anna Maria pronunciò i voti assumendo il nome di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, per la particolare devozione che aveva verso la Passione di Cristo, San Francesco e la Madonna. Vestito l’abito religioso, rimase a vivere nella casa paterna, continuando a subire violenze. Per qualche tempo fu affidata alla direzione spirituale di un prete di tendenze gianseniste che, per saggiarne la santità, le imponeva gravose penitenze, che ella avrebbe accettato volentieri, aggiungendone altre volontarie. Digiuni, veglie, flagellazioni e cilici, infatti, rappresentarono i momenti essenziali verso l’ascesi, percorrendo la via delle sofferenze morali e corporali. A 38 anni andò, insieme ad un’altra terziaria, suor Maria Felice, a fare la governante nella casa del suo direttore spirituale, il padre Giovanni Pessiri, un sacerdote che viveva al secondo piano di un antico palazzo in vico Tre Re a Toledo, dove rimase per 38 anni fino alla morte. Morì a 76 anni il 6 ottobre 1791. Sepolta nella chiesa di Santa Lucia al Monte, le sue reliquie furono poi traslate nel santuario a lei dedicato, ricavato nella casa dove era vissuta.

Venne dichiarata venerabile il 18 maggio 1803 dal Papa Pio VII, beatificata il 12 novembre 1843 da Papa Gregorio XVI e canonizzata il 29 giugno 1867 da Papa Pio IX. Il Martirologio romano fissa la memoria liturgica il 6 ottobre.Oggi è particolarmente venerata a Napoli, soprattutto dalla popolazione dei Quartieri spagnoli, che invocò la sua protezione anche durante la seconda guerra mondiale.

Nonostante la sua casa sia ormai costellata di lettere, cuscinetti ricamati, fiocchi azzurri e nastri rosa con le fotografie e i nomi dei neonati, ancora oggi resta indubbio del perché la santa abbia assunto il ruolo di dispensatrice di fertilità. Ciò che tuttavia resta è la assoluta e commovente devozione che i fedeli provano nei riguardi di questa donna che grazie al suo dono concede loro quel figlio che non la natura non ha voluto concedere.

Ulteriori informazioni si possono trovare qui http://www.santuariosantamariafrancesca.it/

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Stefania Orlando Set 7, 2015
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Pubblicato da Stefania Orlando
Laureata in "Lingue, culture e letterature moderne europee" all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Appassionata principalmente di viaggi interculturali, lettura e scrittura. Obiettivo professionale: giornalista.
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