Ancora minacce e insulti contro la Senatrice a vita Liliana Segre che, costretta ad avere la scorta, continua ad essere nel mirino degli haters per la sua storia e per quello che rappresenta.
Ormai novantaduenne, è la donna più anziana in Europa ad avere una scorta perché la sua vita è di nuovo a rischio in uno strano triste gioco del destino che la vede ancora adesso da distinta anziana signora perbene in pericolo di vita come quando appena dodicenne varcò il cancello delle atrocità del campo di concentramento di Auschwitz.
Dopo ripetuti attacchi dal contenuto di odio razziale anche sui social è stata aperta dalla Procura di Milano un’inchiesta a seguito della denuncia sporta dalla senatrice.
Al momento il fascicolo è a carico di ignoti in attesa che gli autori dei messaggi di odio vengano identificati dei Carabinieri.
Le ipotesi per cui indaga la Procura sono quelle di minacce e diffamazione, entrambe aggravate dall’istigazione all’odio razziale.
All’ennesimo attacco di carattere antisemita, lo scorso 6 dicembre, la senatrice a vita si è recata presso la sezione dedicata alle Indagini telematiche del nucleo investigativo dell’Arma dei Carabinieri per formalizzare la denuncia, peraltro già anticipata in un precedente incontro con le donne ebraiche al Forum nazionale delle donne ebree d’Italia a Milano laddove aveva dichiarato: «Per tanto tempo sono stata in silenzio su queste persone che mi insultano, ma adesso lo denuncio. Poi è anche cattivo augurarmi la morte a 92 anni».
La sua testimonianza rivolta prevalentemente ai ragazzi è densa di commozione e impone rispetto per chi come lei ha vissuto una storia tanto tragica quanto irragionevole come l’odio razziale del nazismo e del fascismo da cui è scaturita.
Le parole e i suoi racconti sulla sua esperienza dalla prigionia nel carcere di Milano, alla partenza dal maledetto binario destinato ad Auschwitz, dall’arrivo ai campi di concentramento, alla visione e consapevolezza terribile dell’esistenza dei forni crematori, dalla fame alla disperazione, dalla solitudine al senso di ingiustizia, dall’impotenza di fronte a tanto male alla marcia della morte, dalla liberazione alla conquista della verità di quella che fu la Shoah, alla dolorosa scelta di essere portatrice di memoria, testimone oculare ed esistenziale dell’indicibile, eppure la distinta Liliana Segre non ha mai risposto alle parole di odio con odio, non ha mai alterato i suoi toni anche quando non condivide il pensiero che la circonda, non ha mai smesso di parlare ai ragazzi di memoria e dell’importanza della memoria lasciando un insegnamento di grande umanità : «Mi ero nutrita di odio e di vendetta, per tutto il male che avevo Visto. Avevo sognato di vendicarmi ma ho scelto la vita. Chi sceglie la vita,non la puo togliere a nessun altro!”. Ecco la sua scelta quando con una pistola in mano poteva finalmente liberarsi del suo aguzzino in fuga a guerra finita!
Eppure esistono idioti che non capiscono, non conoscono, non si informano, non leggono, non ascoltano, non conservano la memoria della storia che è stata e coi social si sentono onnipotenti e autorizzati a dire tutto anche nei confronti di una innocua novantenne che andrebbe solo rispettata e ascoltata bel prezioso bagaglio di conoscenza e di memoria ci sta lasciando in eredità perché nessuno dimentichi, perché nessuno replichi, perché nessuno ignori ciò che è avvenuto.
Le persone denunciate dovrebbero essere circa 24 che appartengono peraltro anche a No vax, simpatizzanti filorussi e antisemiti.
Fuga di notizie vorrebbe tra questi nomi anche quella dello Chef Rubio, all’anagrafe Gabriele Rubini, che in più occasioni avrebbe offeso e provocato Liliana Segre soprattutto sull’argomento Israele.
Nell’occhio del ciclone, ci sarebbe un suo intervento sui social dove utilizzerebbe toni provocatori e irrispettosi per il dramma dei lager nazisti, nonché di argomenti come no vax e il “sionismo” di Israele.
A soffermarsi sulla sua ultima dichiarazione parrebbe non essere stato ancora destinatario di alcuna denuncia “Volevo informare la mafia sionista che mi perseguita ormai da quasi dieci anni che qui a Frascati ancora non è arrivato nulla, quindi mi fa piacere sapere che tutti i sionisti grazie alla loro rete capillare siano arrivati a saperlo ancora prima del sottoscritto”, ha scritto sui social il 39enne cuoco ed ex rugbista.
Al di là della questione di merito tra Segre e Rubio, resta l’amarezza profonda che una donna così importante, così dignitosa, che ha avuto una storia così imponente nel dolore, che ha avuto il coraggio di raccontare e divenire testimone doloroso della memoria della Shoah, debba a 92 anni ancora difendersi e proteggersi dalla cattiveria e ignoranza umana, dall’odio razziale e dalle discriminazioni, dall’assurda accusa di essere ebrea proprio quando da ragazzina ha compreso con l’espulsione dalla scuola e via via dalla società e dal mondo, che essere ebrea non era una cosa semplice in quell’epoca!
Ma mai avrebbe immaginato che oggi sarebbe stato altrettanto complicato!