Le catacombe erano delle aree cimiteriali sotterranee utilizzate nell’antichità. Erano solitamente scavate in rocce facilmente lavorabili, e potevano arrivare anche ad una profondità di trenta metri. L’etimologia della parola latina “catacumba“, “in italiano catacomba”, è di origine incerta; si pensa che derivi dalla locuzione greca “κατά κυμβής (katá kymbḗs)” dalla voce latina “cumba“: sotto la cavità/le grotte. Le Catacombe di Napoli, sono un monumento millenario alla religiosità dei partenopei. Le più antiche cavità artificiali sinora scoperte nel sottosuolo di Napoli fungevano da luoghi di sepoltura, soprattutto quelle rinvenute negli anni cinquanta a Materdei, risalenti al III millennio a.C e sono caratterizzate da tombe a “forno” scavate nella roccia con un pozzetto d’accesso ed una o due camere sepolcrali a sepoltura multipla. All’epoca della loro creazione, dovevano essere site per lo più al di fuori delle mura cittadine, mentre, con il passare dei secoli, sono entrate a far parte dell’ossatura urbana della città stessa.
Nel sottosuolo napoletano sono presenti numerose testimonianze di questo tipo; di alcune si hanno solo tracce storiche e si è persa ogni traccia circa la loro precisa ubicazione; inoltre, molte di esse, non sono visitabili perché poco accessibili.
Le catacombe sono in maggior parte ubicate nel Rione Sanità .
Le Catacombe di S. Gennaro si compongono di due livelli non sovrapposti. Il nucleo originario risale a un lungo periodo tra la fine del II e gli inizi del III secolo. Dal cosiddetto “vestibolo inferiore” nei secoli successivi si sono sviluppati gli ambulacri della catacomba inferiore secondo uno schema di scavo ampio ed orizzontale.
La catacomba superiore, originata da un antico sepolcro detto “vestibolo superiore”, è noto per gli affreschi della volta della fine del II secolo e per la piccola “cripta dei vescovi” ubicata presso la tomba di San Gennaro dove vennero sepolti alcuni dei primi Vescovi napoletani, mentre la maestosa “basilica maior” è frutto di un’ampia trasformazione quando, nel sec. V, vi fu traslato il santo.
L’accesso alle catacombe oggi è possibile sia dal piazzale della basilica dell’Incoronata del Buon Consiglio a Capodimonte, sia dalla Basilica di San Gennaro extramoenia.
Oggi le catacombe di San Gennaro si possono visitare grazie all’impegno dei ragazzi della cooperativa sociale “La Paranza”, formata da giovani del Rione, grazie anche alla collaborazione di l’Altra Napoli Onlus, di don Antonio Loffredo, e delle cooperative e associazioni di cittadini del quartiere.
Le catacombe di San Severo e San Gaudioso
Altre catacombe sotterranee sono quella di San Severo, legata alla memoria del vescovo Severo e di cui resta soltanto un piccolo cubiculum, mentre quella di S. Gaudioso, cui si accede dalla basilica di Santa Maria della Sanità è caratterizzata dalla sepoltura dei crani dei defunti incassati nelle pareti dell’ambulacro ai cui lati si aprono cubicoli con pregevoli arcosolii dipinti o mosaicati del V-VIsec, e in cui figurano simboli cristiani come l’agnello, il pavone e i grappoli d’uva.
.notizie tratte da Wikipedia e catacombedinapoli