Il SARS-CoV-2 non ci ha mai lasciato e purtroppo questo lo sapevamo bene; grazie ad un enorme sacrificio compiuto da tutti eravamo riusciti ad indebolirlo e ad emarginarlo, ma purtroppo con l’allentamento della sorveglianza ci siamo concessi troppe libertà ed il nostro nemico invisibile ne ha immediatamente approfittato per tornare alla carica. Ora il COVID-19 torna a farci paura ed a mettere a rischio la nostra salute a causa delle conseguenze che può indurre. Sappiamo che uno dei problemi principali indotti dall’infezione da SARS-CoV-2 è sicuramente causata dalla grave polmonite ed insufficienza respiratoria che può scatenare. Le polmoniti però le conosciamo già da decenni, e sappiamo che è un termine generico utilizzato per esprimere un infiammazione degli alveoli polmonari, ma non tutte le polmoniti sono uguali, facciamo un po’ di approfondimento sull’argomento.
L’apparato respiratorio: è formato dalle vie aree superiori come naso, laringe, trachea e bronchi. Questi ultimi, sono due condotti (destro e sinistro) di forma cilindrica che si diramano dalla trachea e si dividono in rami sempre più piccoli e che formano i polmoni, costituiti dai bronchioli ed infine dagli alveoli. Gli alveoli somigliano a dei piccoli grappoli d’uva ed attraverso le loro pareti avvengono gli scambi di gas (ossigeno ed anidride carbonica) con il sangue. Gli elementi descritti rappresentano i protagonisti dell’apparato respiratorio, ma vi è un elemento altrettanto importante per il funzionamento del sistema: l’interstizio polmonare. L’interstizio può essere considerato come lo scheletro del polmone ed è costituito da un insieme di cellule e tessuti adibiti al sostegno delle vie aeree e dei vasi polmonari. Per comprendere l’importanza di tali strutture, potremmo dire che un corpo umano senza scheletro collasserebbe come un sacco vuoto e lo stesso vale per l’apparato respiratorio. Inoltre l’interstizio ha un importante ruolo funzionale, infatti è qui che avviene il passaggio di gas tra sangue ed alveolo con l’eliminazione dell’anidride carbonica e l’assorbimento di ossigeno.
Comprendere bene la funzione di ogni singolo elemento dell’apparato respiratorio può aiutarci a distinguere le diverse forme di polmonite e quali complicanze possano portare.
Gli agenti esterni che possono principalmente indurre danni acuti al nostro apparato respiratorio sono: batteri e virus. Esistono molti altri fattori, anche non infettivi, che possono provocare danni ai nostri polmoni (basta pensare al fumo di sigaretta!), ma per semplicità concentriamoci sulle differenze tra le polmonite indotte da i due fattori eziologici infettivi.
La polmonite batterica: La polmonite batterica generalmente si sviluppa quando i nostri meccanismi di difesa vengono compromessi, questo può avvenire nei soggetti fragili come pazienti anziani, immunodepressi o bronchitici cronici, inoltre si può acquisire l’infezione in seguito ad inalazione di una significativa quantità di agenti batterici. Un infezione virale può indurre una risposta infiammatoria con conseguente sovrainfezione batterica. Una volta che i batteri hanno raggiunto gli alveoli, viene indotta una complessa cascata infiammatoria con conseguente accumulo di liquido e cellule infiammatorie. Questa reazione generalmente crea un tipico “addensamento” ben visualizzabile grazie ad una radiografia del torace. Il trattamento della polmonite batterica si basa sull’uso di antibiotici, in prima battuta ad ampio spettro (cioè in grado di colpire diversi tipi di batteri). Nel caso in cui non vi sia evidenza di miglioramento o risoluzione clinica, è utile approfondire accertamenti con la ricerca dello specifico batterio infettante per una terapia antibiotica più mirata.
La polmonite interstiziale: La polmonite interstiziale, a differenza della precedente, è tipica delle infezioni virali, quindi non solo del famoso Coronavirus SARS-CoV-2, ma di molti altri tipi di virus come ad esempio quello influenzale. In questa condizione patologica in genere si scatena un’infiammazione dell’interstizio polmonare, che induce un notevole ispessimento del tessuto connettivo interstiziale con una conseguente riduzione degli scambi gassosi (ossigeno ed anidride carbonica). Nel caso specifico del Covid-19, inoltre, possono verificarsi microembolie polmonari (trombosi e chiusura dei capillari polmonari) con peggioramento delle condizioni cliniche e della funzionalità respiratoria.
È vero che oggi il SARS-CoV-2 fa molta paura a causa delle gravi complicanze respiratorie che può indurre, ma esistono diverse forme di malattie infettive polmonari e molto di esse sono spesso curabili grazie alle adeguate terapie. Lo stesso SARS-Cov-2 è pericoloso per la salute quando scatena una polmonite interstiziale con grave compromissione della funzionalità polmonare e per fortuna nella maggior parte dei casi non è così; questo però non deve farci rilassare, anzi è fondamentale assumere atteggiamenti molto prudenti atti a ridurre al minimo la possibilità di contagio.