Che sia colpa del cambiamento climatico o che sia colpa dell’opera dell’uomo, sta di fatto che la natura sta presentando con frequenza drammatica un conto sempre più salato e sempre più tragico di vittime e distruzione.
Le notizie che si sono susseguite nelle ultime 48 ore ci raccontano di una ennesima tragedia avvenuta a causa dell’inarrestabile pioggia degli scorsi giorni.
E così è successa di nuovo una Casamicciola come purtroppo vuole un amaro detto popolare che ricorda l’evento sismico del 1883 che rase al suolo Casamicciola e Lacco Ameno.
Eppure senza andare così lontano nel tempo, dopo il 2009 e il 2017, causa alluvione e terremoto, Casamicciola, cuore pulsante della vita ischitana, si ritrova di nuovo ad essere travolta da una lava di fango e detriti che hanno cancellato l’immagine di quei luoghi e paesaggi così suggestivi e emozionanti.
È difficile assistere a tanta devastazione per chi conosce i colori e le bellezze del posto; tutto è distrutto e non più riconoscibile.
Tutto accade in piena notte e così un vero e proprio fiume in piena, rigeneratosi in queste ultime settimane, non trovando più un alveo in cui scorrere ha portato via con se’ e dentro di se’ tutto quello che trovava nella sua fuga folle…e così case, strade, automobili, protezioni stradali, non esistono più.
Si vedono solo i danni provocati dalla tempesta e le morti inaccettabili di bambini , di famiglie, strappate con violenza al loro destino.
Nell’ultimo bollettino diramato dalla Prefettura, sono state ritrovate 7 vittime di cui un neonato di appena 22 giorni e una bimba di 6 anni con indosso un pigiama rosa che si trovava nella camera da letto di una delle case travolte dalla valanga di fango; gli sfollati sono 230 e hanno trovato sistemazione negli alberghi della zona o in abitazioni private; le case colpite sono almeno 30.
Continuano senza sosta le ricerche dei dispersi, alcuni individuati dai cani molecolari ma non raggiungibili con facilità.
Il Governo ha immediatamente stanziato due milioni di euro e ha dichiarato lo stato di emergenza per un anno.
De Luca intervenuto sul posto ha manifestato il suo pensiero fortemente critico sull’’abusivismo edilizio dell’isola dove gran parte delle abitazioni sono in attesa di un condono da anni che non arriva e altrettante sono in attesa dell’esecuzione della sentenza definitiva di condanna alla demolizione che per mancanza di risorse umane e finanziarie non vengono effettuate.
Non è facile nel momento così doloroso del dramma che vivono le famiglie colpite e in generale tutti gli ischitani, dare spazio alle polemiche eppure sono esplose in modo violento.
Il cambiamento climatico con stagioni non più classificabili alla vecchia maniera ed episodi temporaleschi non più etichettabili come “normali’ ha sicuramente inferto il colpo di grazia ad un territorio già in grande sofferenza e tartassato dai disastri ambientali a causa probabilmente di un rischio idrogeologico molto serio che qualcuno ha sottovalutato nel tempo.
Ecco che il tema dell’abusivismo edilizio diviene non un elemento di discussione ma un problema reale che negli anni non si è risolto, nonostante i fondi stanziati.
Ora le vittime così piccole, innocenti, dovrebbero spingere ad un momento necessario di silenzio rispettoso per chi vive il suo atroce dolore della perdita di tutto…
Al momento opportuno, saranno forse individuati responsabili e inadempienti dei necessari controlli per rispondere di disastro colposo, reato configurato dai giudici che hanno aperto il procedimento senza l’inserimento di alcun nome degli indagati ad oggi.
Gli ischitani chiedono che non si parli di abusivismo in questo caso perché la montagna è venuta intera giù in modo spaventoso e al di fuori di qualsiasi possibilità di controllo e contenimento ad opera dell’uomo.
La politica già battibecca per trovare i responsabili del passato sulle conseguenze del presente.
La perplessità vera e’ cosa succederà dopo?
Dopo questo momento di dolore e di vicinanza, cosa si farà?
Bisognerebbe trarre una lezione da questa ennesima tragedia e mettere mano ad una necessaria opera di risanamento del territorio e di salvaguardia delle fragilità numerosissime nella nostra penisola, mettendo a punto strategie di contenimento delle stragi e di una ristrutturazione vera del territorio tutto da Nord a Sud isole comprese perché si dimostri la consapevolezza che se cambiamento climatico è, non si può scappare da una ridefinizione delle priorità dell’agenda pubblica per migliorare le condizioni di abitabilità del territorio e assumere anche scelte politiche scomode se servono ad evitare stragi simili, a dover assistere impietriti e impietositi di fronte a tanta disumana sofferenza, a rendere meno pericoloso vivere nelle proprie case e nelle proprie città.
Le polemiche sono accantonate istantaneamente quando ascolti la storia di Eleonora Sirabella di appena 31 anni, prima vittima ritrovata, che poco prima di essere travolta con tutta la sua casa, aveva chiamato il padre per dirgli che era spaventata dai rumori che sentiva e dall’impetuoso incedere dell’acqua, e aveva ragione perché di lì a poco verrà trascinata via per sempre.
Storie come questa, la sola idea che un neonato di 22 giorni abbia trovato la morte in modo così crudele possono davvero essere conseguenze solo della scelta di costruire una casa senza aver rispettato le norme edilizie o, invece, si acuiscono ancor più le responsabilità di chi – politica in primis tutta di destra e di sinistra, attuale o del passato – doveva decidere e non l’ha fatto , doveva controllare e non l’ha fatto, doveva proteggere i propri cittadini e non l’ha fatto, non solo buttando giù le loro case ma creando le condizioni per cui le case siano luoghi sicuri per tutti e se non lo sono, allora si trovi il modo perché lo diventino con responsabilità e professionalità.
Ma lo si faccia PRIMA di piangere morti innocenti, perché comunque con o senza abusivismo edilizio, con o senza cambiamento climatico, quale che sia l’ago della bilancia e dove pesi di più, un neonato di 22 giorni e una bimba di 6 anni con indosso un pigiamino rosa sono innocenti …. Sono innocenti e non meritavano di morire e basta!