Castellammare di Stabia deve il suo nome al “Castello sul mare” costruito, intorno all’anno mille, a difesa della città che nacque sulle rovine dell’antica Stabiae che fu distrutta quasi completamente dall’eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d. Cristo.
Secondo una vecchia leggenda “Stabiae” fu fondata da Ercole, al ritorno dalla Spagna dopo la decima delle sue epiche dodici fatiche nel1239 avanti Cristo. La stessa leggenda attribuirebbe ad Ercole anche la nascita dello Scoglio di Rovigliano che anticamente era chiamato, appunto, Pietra d’Ercole. La leggenda vuole che al tempo delle invasioni dei Longobardi nell’Italia meridionale, anche il territorio di Castellammare di Stabia non fu risparmiato. Alcuni soldati si accamparono nei pressi della foce del fiume Sarno, proprio di fronte all’isoletta di Rovigliano. A guidarli era il conte Orso, uomo audace e generoso, sposato con una donna bellissima di nome Donna Fulgida, e il figlio Miroaldo un ragazzo giovane e gentile. Si stanziarono nel castello che si ergeva sull’ isoletta. Donna Fulgida era una donna dal cuore generoso e molto spesso si allontanava dalla sua dimora per andare tra i suoi soldati, ai quali regalava parole di conforto e piccoli doni, cercando così di alleviare la loro dura vita. Un giorno, apparvero nel golfo di Castellammare quattro grandi navi saracene. Il conte Orso diede subito l’ordine ai suoi soldati di prepararsi alla difesa. Dalle navi saracene si staccarono moltissime barche che portarono a terra gruppi di pirati armati fino ai denti. La lotta non durò a lungo, e nonostante i loro eroici tentativi i soldati vennero sopraffatti dal nemico. Gran parte di essi furono massacrati, e i pochi che sopravvissero furono portati via come schiavi. Un manipolo di sopravvissuti, insieme al conte Orso, tentarono una disperata resistenza ritirandosi sulle rocce di Rovigliano. Ma i Saraceni li sconfissero. Il conte, ferito a morte, fu impiccato, mentre donna Fulgida, che aveva tentato di fare scudo col proprio corpo al marito, fu trafitta da una lancia saracena e lasciata moribonda sugli scogli. Miroaldo, invece, rimasto miracolosamente incolume, fu condotto con gli altri in schiavitù. Ma, donna Fulgida, non era morta, il colpo non fu mortale ma la fece svenire dal dolore, i soldati pensando fosse morta la lasciarono su gli scogli. Quando riprese i sensi si trovò da sola in mezzo a tantissimi soldati trucidati, e alzando gli occhi vide penzolare dal ciglio di una roccia il cadavere del marito. Da allora non si sa che ne fu della povera donna, ma si racconta che ogni notte, lo spirito di donna Fulgida vaga per gli scogli di Rovigliano, chiamando a gran voce il suo sposo Orso ed il figliolo Miroaldo, mentre una nuvola di gabbiani l’accompagnano, volandole attorno come una macabra danza.
LO SCOGLIO DI ROVIGLIANO E IL SUO FANTASMA
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