Era il 1343 un fortissimo terremoto scosse lo Stromboli, fu così violento da fare crollare il fianco nord-occidentale del vulcano delle Eolie, generando uno tsunami che sconvolsero le nostre coste nel Medioevo, distruggendo i porti di Napoli e di Amalfi.
Testimone oculare di questo evento catastrofico, fu il Petrarca.
Lo scrittore si trovava in missione come ambasciatore inviato nella città partenopea da Papa Clemente VI e raccontò l’accaduto in un’epistola a Giovanni Colonna, descrivendo il maremoto come una misteriosa quanto violenta tempesta marina avvenuta il 25 novembre di quell’anno e che aveva causato migliaia di morti e l’affondamento di numerose navi nel porto di Napoli, quello di Amalfi e quello di Minori.
Il Petrarca racconta che appena messosi a letto tutto iniziò a tremare. Le luci dei lumi si spensero il buio della notte era illuminata da fulmini spaventosi. Di buon mattino uomini e soldati iniziarono a cercare persone rimaste sepolte sotto le frane del terremoto. All’improvviso videro una cosa stranissima, Il mare si colorò di bianco e iniziò a ritirarsi. In seguito le onde del primo maremoto in Italia, si avvicinarono si ingrossarono e si presero più di mille soldati e tanti sopravvissuti al terremoto.
La leggenda dell’uovo di CASTEL DELL’OVO
Si racconta che Virgilio, il poeta dell’Eneide, che visse a Napoli per un lungo periodo di tempo, fosse anche un mago. Pare che avesse posto alla base del castello una gabbia di ferro con dentro un uovo messo all’interno di una caraffa piena d’acqua. La gabbia era appesa ad una trave in una stanza segreta. La leggenda vuole che se l’uovo un giorno si dovesse rompere non solo il castello crollerebbe, ma si avrebbero ripercussioni tragiche per tutta la città. Sembrerebbe che poco prima dello tzunami, l’uovo fu accidentalmente rotto dalla regina Giovanna I d’Angiò, nipote di Roberto il saggio. Dato che il castello subì parecchi danni, La regina, per evitare allarmismi nel popolo, di nascosto, fece costruire un altro uovo, poi lo nascose in un luogo conosciuto solo da lei e sistemato in modo che nessuno e nessuna forza estranea potesse più né trovarlo né romperlo tenendo così al sicuro il castello e Napoli.