Dopo le polemiche mosse da esponenti della Lega Nord e di vari gruppi ultra-cattolici, per la partecipazione al programma televisivo di Rai 3, “Alla Lavagna”, Luxuria è stata ospitata a “Non è l’Arena”, talk show di La 7. Come pure noi di Senza Linea abbiamo già avuto modo di trattare in un precedente articolo, il fatto che la nota attivista LGBT, donna transessuale, abbia potuto parlare, in televisione, della sua esperienza e dell’importanza della lotta contro l’omotransfobia ad una classe di giovanissimi studenti, ha arrecato un certo fastidio alla parte più reazionaria e, a dirla tutta, bigotta del Paese, tanto che i vertici Rai hanno persino deciso di spostare la puntata in seconda serata. I contestatori, tanto per cambiare, hanno urlato allo scandalo, tirando in mezzo la solita “Ideologia Gender”, ovvero quella che secondo le frange clericali e della destra più estreme sarebbe un complotto delle lobby gay per disorientare e confondere sessualmente i minori. Proprio a tal proposito, dunque, Vladimir ha avuto la possibilità di intervenire nella trasmissione condotta da Massimo Giletti e, come ormai noto a tutti per via anche della diffusione sui social, è entrata in contrasto con Daniela Santanchè, passata da Forza Italia a Fratelli D’Italia, la quale più di una volta, nel corso degli anni, ci ha abituati ad esternazioni molto discutibili, specie contro le minoranze.
“In natura chi ha la vagina è femmina, chi ha il pene è maschio. Lei, con tutto il rispetto, ha il pene e quindi è un uomo”. Questo è quanto sostenuto, nel corso della messa in onda, dalla politica ed imprenditrice, la quale ha invitato anche a non essere “superficiali” sulla biologia. Pronta è stata la replica di Luxuria: “Non mi parli di natura proprio lei, che ha fatto molti più interventi chirurgici di me per motivi estetici. Sei più trans di me, Dany”, aggiungendo poi: “femmine si nasce, signore si diventa e lei sta dimostrando di non essere una signora.
Ebbene, soprattutto considerando che siamo nel 2019, il ragionamento della Santanchè, ovviamente, presenta delle falle così enormi, da risultare anche piuttosto offensive. La cosiddetta disforia di genere, alla base della transessualità, infatti, non è una scelta o un capriccio, ma una condizione naturale ed umana, del resto, biologicamente riscontrata anche nel mondo animale. E questa non è una congettura o un’opinione, ma un’evidenza scientificamente dimostrata. Fare del moralismo sulle persone transessuali o transgender, pertanto, sarebbe come farlo sull’esistenza delle montagne, del cielo o del mare ; sarebbe come chiedersi se sia giusto o sbagliato mangiare, dormire, respirare.
Tralasciando le facili ironie, che peraltro non ci appartengono, sul quanto poco naturali siano gli interventi estetici della ex deputata, ciò che più risulta “di plastica”, in quanto non corrispondente alla realtà, invero, è il suo pensiero – che, a ben guardare, non è poi così distante da quello di coloro i quali lei stessa definisce talebani – . La sua mentalità è destinata a sciogliersi, come fragile materiale dissolvibile, sotto la cocente luce del Sole, che brilla in tutta la sua evidenza e che, come tutte le cose previste dalla Natura, non può essere negata.