Storicamente il turno pre pasquale per i nostri colori non è mai stata una gara qualsiasi: nel giorno che precede la festa cristiana per eccellenza sono state scritte pagine importanti della storia del Napoli, pagine a volte nere ma che hanno fatto epoca, nel bene e nel male. Un rapido amarcord porta all’amarissima Pasqua del 1998, con la sconfitta a Parma che sanciva la retrocessione in b del peggior Napoli della storia, ma anche alla vittoria sul Perugia del 2005 che riportò i partenopei in b dopo i due anni di inferno nella terza serie, e così passando da una grande vittoria a Genova sponda Samp del Napoli di Novellino sospinto da Antonino Asta e dal leggendario centravanti Schwoch (2000) e un 3 a 0 al Bari nell’anno del secondo scudetto, anche quest’anno la gara del Sabato santo regala una importante chance agli azzurri: avvicinare il secondo posto della Roma, bloccata in casa dall’Atalanta. Nella giornata del primo derby cinese giocato a mezzogiorno, i partenopei accolgono al San Paolo l’Udinese di Mister Del Neri in formazione tipo con Strinic ormai titolare al posto del probabile partente Ghoulam.
Il primo tempo è complicato, i bianconeri fanno muro e bloccano tutte le vie d’accesso all’area di rigore: nessuna occasione da gol degna di nota nonostante una costante superiorità mostrata per tutti i primi quarantacinque minuti durante i quali, seppur in presenza della buona volontà mostrata dai soliti Insigne, Hamsik e compagnia, gli azzurri non cavano un ragno dal buco nonostante dieci calci d’angolo che partoriscono l’unica vera conclusione pericolosa verso la porta di Karzenis (alta la capocciata di Albiol). I friulani, da parte loro, giocano tutti sotto la linea del pallone, lasciando il solo Zapata a fare da boa in attacco impegnato in un duello rusticano con l’altro gigante, Koulibaly.
Nella ripresa, come spesso capitato quest’anno al Napoli, la gara si sblocca subito. Jorginho pesca Mertens con uno splendido assist centrale e il belga batte il portiere ospite con un tiro angolato. Scrollatosi di dosso la preoccupazione del gol, gli azzurri si sciolgono, giocano con tranquillità e sfiorano il raddoppio anche se nell’unica occasione creata, Zapata colpisce il palo a Reina battuto. Fiuta il pericolo la squadra di Sarri che a questo punto alza i ritmo chiudendo la gara prima con l’ottimo Allan che batte Karzenis con un tiro violentissimo dopo aver rapinato palla ad Ali Adnan e poi con Callejon dopo un batti e ribatti in area. Da sottolineare le ottime prove dei due brasiliani Jorginho e Allan che hanno riacquisito la brillantezza dell’anno scorso riconquistando, di fatto, un posto nell’undici titolare. Titolo di merito anche per Strinic, la cui presenza garantisce maggiore copertura in difesa rispetto all’ormai ex Ghoulam (un solo gol subito nelle ultime quattro gare che hanno visto il biondo croato partire titolare). Da ricordare ,a titolo meramente statistico, gli ingressi nella ripresa di Zielinski, Rog e Milik che partecipano al tranquillo finale di gara.
Il tre a zero finale certifica, ancora una volta, la forza offensiva del Napoli che viaggia ad una media di quasi tre reti a partita e regala il secondo clean sheet consecutivo, una notizia che sicuramente farà felice Mister Sarri sempre molto attento a sottolineare la scarsa concentrazione a volte mostrata dalla retroguardia azzurra. Roma a meno due e finale di stagione che preannuncia un interessante testa a testa tra giallorossi e azzurri, con questi ultimi che sembrano dover affrontare un calendario meno impegnativo, facendo i debiti scongiuri. Alle spalle degli azzurri,ormai, il vuoto, con la Lazio, l’Atalanta e le due milanesi che si giocano i posti nell’Europa League del prossimo anno.