Amate chi resiste.
Amate chi sceglie da che parte stare.
Amate chi detesta il sopruso, l’idiozia cinica di considerare autentico solo il morso, l’insulto, il sospetto.
Amate chi si prende cura di voi occupandosi del mondo.
Non ascoltate la piccola regola di amare solo chi esiste per voi e nel vostro mondo.
Amate le grandi volontà, le condivisioni ideali, le passioni simili.
Amate chi cura le parole.
Ricordate il rivoltoso sconosciuto che il 5 giugno 1989 fermò una colonna di carri armati in piazza Tienanmen?
Lo fece non solo con il suo corpo, ma con le sue parole: salendo sul carro, discutendo con il carrista.
E così i rivoltosi sconosciuti divennero due: l’uomo che fermò i carri armati e il carrista che fermandosi si rifiutò di eseguire gli ordini.
Entrambi probabilmente sono stati uccisi.
Di loro non si è saputo nulla, nemmeno i nomi.
I loro nomi saranno i nostri se oseremo parlare fuori dal coro, leggere la realtà con occhi liberi.
Amate la parola che non ha paura di confrontarsi, la parola che è spiegazione e preghiera.
Amate chi spende con voi parole difficili.
Amate chi non riduce il proprio pensiero a slogan.
Amate la parola, la parola libera, la parola disobbediente, perché amandola amate voi stessi.
Con quest’inno alla giustizia si da il via ad una novità editoriale: Roberto Saviano è il direttore di Munizioni, una nuova collana di libri editi da Bompiani. Un lancio coraggiosissimo quello dello scrittore e giornalista partenopeo che parte all’insegna del giornalismo d’inchiesta internazionale.
L’uscita è prevista per il 16 ottobre, giorno dell’anniversario dell’uccisione della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, avvenuta nel 2017 e sono proprio alcuni dei più importanti reportage di Daphne raccolti nel libro ‘Di’ la verità anche se la tua voce trema’, ad inaugurare la collana.
Il secondo volume, invece, s’intitola Fariña il cui autore è il giornalista investigativo per El Pais Nacho Carretero. Il suo libro-inchiesta è già un fenomeno mediatico perché messo al bando dall’autorità giudiziaria spagnola per aver raccontato la storia del narcotraffico in Galizia per poi essere riabilitato.
Munizioni è vista come un riscatto per chi scrive la verità e viene perseguitato, un faro per far luce sulla realtà e l’ambiguità, non a caso è stato deciso di chiamare così la raccolta: munizioni di difesa contro l’indifferenza, l’ignoranza, il silenzio e l’omertà.
La vita di Roberto Saviano è fatta di sacrifici e rinunce, da anni è costretto a vivere sotto scorta, per sua stessa ammissione vive in una realtà alienante che ha portato allo smembramento della sua famiglia per la difficoltà di sopportare le preoccupazioni e le ansie. Lui che porta sulla propria pelle i tatuaggi di verità scomode, rappresenta l’immagine perfetta del messaggio che Munizioni invierà a tutti i lettori.
Nella collana ci sarà spazio per testi di saggistica e narrativa scritti da autori che ogni giorno mettono in gioco se stessi per raccontare il mondo, ma anche autori che hanno perso la vita per la libertà, perché, come scrive lo stesso Saviano: “Le Munizioni sono un baluardo a difesa delle pagine di chi scrivendo è perseguitato e scrivendo è morto. Munirsi dell’alfabeto è da sempre il gesto più pericoloso che possa essere fatto contro il potere”.
Da puntualizzare è che non si tratterà solo di libri, almeno non solo cartacei. La collana comprenderà, infatti, post, pagine social, video ed approfondimenti virtuali. Lo scopo è quello di utilizzare mezzi che, negli ultimi anni, stanno velocemente sostituendo i volumi cartacei e la lettura tradizionale per coadiuvare e favorire la carta stampata.
Dì la verità anche se la tua voce trema
“Ci sono corrotti ovunque si guardi, la situazione è disperata.” L’ultimo post di Daphne Caruana Galizia su Running Commentary si chiude così, alle 14.35 del 16 ottobre 2017. Pochi minuti dopo la Peugeot 108 su cui Daphne si sta allontanando da casa salta in aria, e quella frase diventa un testamento involontario consegnato ai lettori del suo blog. Daphne ha pagato con la vita trent’anni di giornalismo investigativo in cui ha denunciato i lati più oscuri di Malta, dalla corruzione dei suoi politici al narcotraffico al riciclaggio di denaro sporco, dall’influenza del regime azero sulla politica locale al ruolo di Malta nello scandalo dei Panama Papers al sistema della vendita della cittadinanza maltese che vale il 2,5% del PIL dell’isola. “Quando un giornalista viene ucciso ne soffre tutta la società,” ha scritto Margaret Atwood. E questo è tanto più vero se accade nel silenzio assordante della giustizia. Fino a quando anche un solo giornalista perderà la vita per aver raccontato la verità, le ultime parole di Daphne rimarranno un monito doloroso tra i fiori negati del suo memoriale.
Fariña
Coca, farlopa, perico, fariña. Nella storia galiziana nessun prodotto è mai stato commercializzato con tanto successo. Negli anni ottanta e novanta infatti quasi tutta la cocaina che sbarcava in Europa faceva il suo ingresso dai porti della Galizia, che allora ha rischiato di trasformarsi in un vero e proprio narcostato. Oltre alla posizione geografica privilegiata, la Galizia aveva tutte le carte per diventare una “nuova Sicilia”: ritardo economico, una tradizione secolare di contrabbando via terra, mare e fiumi, e un atteggiamento di tolleranza ammirata verso una cultura criminale ereditata dall’epoca degli “inoffensivi” e “benevoli” boss del tabacco. I clan, potenti e intoccabili, sono cresciuti in un clima di massima impunità grazie all’inerzia – se non alla complicità – della classe politica e delle forze dell’ordine. Attraverso le testimonianze dirette di boss, piloti di aerei, pentiti, giudici, poliziotti, giornalisti e madri di tossicodipendenti, Nacho Carretero disegna con minuzia uno scenario criminale spesso sottovalutato, ma che ha annientato il tessuto sociale, economico e politico della regione spagnola, che ancora oggi paga il prezzo delle attività dei clan del narcotraffico, tutt’altro che estinti.