Due settimane fa concludevo il mio articolo sullo stallo artistico, e non solo, venutosi a creare con la pandemia in questo modo: “CI SARA’ ANCORA MUSICA? Facciamo TUTTI in modo che sia così!”.
Ok. Ma non è standocene seduti ad attendere tempi migliori o facendo sfoggio di ottimismo passivo o buonismo che è possibile pensare a una ripartenza della musica a livello nazionale e internazionale. Sento spesso ripetere da addetti ai lavori e non: “Abbiamo toccato il fondo, ora si può solo risalire. Ci sarà una rinascita”. Beh, io da musicista me lo auguro vivamente e anche al più presto ma… dinamiche e modalità di questa rinascita? Nuove idee e suggerimenti ne abbiamo? O come sempre rimane tutto a livello di intenzione?
Come prima cosa, per rimanere a cose di casa nostra, mi corre l’obbligo di fare un sincero plauso a Cesare Gardini che prima del covid19 ha avuto il coraggio di cambiare location al suo club NEVERMIND e durante la pandemia addirittura di ampliarne la struttura creando uno dei migliori spazi per la musica dal vivo a Napoli e Campania. Chapeau! Ma, appunto, uno.
Personalmente, per provare a ripartire con la live music una volta raggiunto un graduale ritorno alla normalità nei rapporti tra le persone, credo occorra avere ben chiari tre punti: 1) Evitare di pensare o sperare che questo o quell’altro spazio per la musica riapra l’attività interrotta perché non accadrà. E’ stato un periodo bellissimo e glorioso cui molti di noi hanno fortunatamente preso parte attiva ma ormai finito, forse per sempre.
2) Serve una VOLONTA’ FERREA da parte di alcuni addetti ai lavori ma anche di privati cittadini appassionati di musica nel ricercare forme di live music alternative a quelle tradizionali dei clubs, ormai terminate o quasi.
3) Gli enti locali si decidano finalmente a sostenere sul serio, accantonando fondi mirati, tutte quelle associazioni culturali che negli anni con enorme passione si sono sforzate di portare avanti le loro programmazioni artistiche, spesso rimettendoci di tasca propria!
Sorvoliamo pure sul punto 1, già adeguatamente sviscerato nell’articolo precedente, e andiamo direttamente ai punti successivi.
Punti 2 e 3) Sempre per rimanere a cose di casa nostra: Associazione culturale Napoli jazz club di Michele Solipano; Associazione culturale Live Tones di Alberto Bruno e Ornella Falco; Associazione culturale sala Santa Cecilia di Rosanna Pecoraro. Sono le tre entità che, assieme alla Casina Pompeiana gestita dal Comune di Napoli ,fino all’anno scorso hanno sempre organizzato eventi e concerti spinte da una infinita passione per la musica e rimettendoci spesso di tasca propria. E tutto ciò non è e non sarà mai umanamente accettabile in un paese che si è sempre autoproclamato, ultimamente a torto, culla dell’Arte! Per cui a questo punto è improcrastinabile una creazione ed accantonamento di fondi mirati a favore di queste associazioni, per il momento funzionali a garantirne l’indispensabile sopravvivenza. Inoltre: in passato l’associazione Live Tones si è appoggiata a qualche amico, privato cittadino appassionato di musica, per l’organizza-zione di eventi presso proprie abitazioni o spazi ovviamente preposti a ciò e, per il momento, E’ PROPRIO QUESTA la strada da percorrere appena sarà ristabilito un graduale ritorno alla normalità nei rapporti e nei contatti tra persone, e da perseguire fermamente da parte di chiunque avverta il dovere morale ed artistico di non disperdere al vento quanto prodotto finora dai tanti e tanti meritevoli artisti costretti a barcamenarsi in tutti i modi per non dover sospendere un’attività spesso unica fonte di sostentamento!
Ovviamente, con la complessa situazione sanitaria che stiamo tutti vivendo, mi rendo conto della riluttanza di qualcuno ad organizzare eventi al chiuso presso la propria abitazione ospitando un numero anche limitato di persone ma con l’avvento prossimo della stagione estiva magari qualcuno che disponga anche di un piccolo spazio all’aperto, come appunto l’associazione culturale Santa Cecilia che già l’estate scorsa si è adoperata con successo in merito, possa essere maggiormente ben disposto verso questa forma alternativa di live music. Perché qualunque manifestazione artistica degna di questo nome ha bisogno della presenza fisica del pubblico cui provare a trasmettere e ricevere emozioni. Ma DAL VIVO!