È, indubbiamente, uno dei negozi più noti di via Toledo; tutti, infatti, conosciamo il Disney Store e, soprattutto per dare gioia ai più piccini, spesso siamo entrati alla ricerca di qualche regalo o sorpresa con i vari e amatissimi personaggi, da quelli storici, come, in primis, Topolino, Paperino e Minnie, fino a quelli più recenti. Dispiace, dunque, oltremodo dover apprendere che il negozio, dopo 21 anni di attività, verrà chiuso per sempre. Innanzitutto, dispiace per i 23 addetti nello store, prevalentemente donne, i quali, ora, perderanno il lavoro definitivamente. La direzione societaria della multinazionale californiana, invero, con un comunicato, ha fatto sapere alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di voler chiudere tutti i negozi sul territorio italiano (così come già annuciato per i 60 punti vendita nel resto d’Europa e in Nordamerica); dunque è una situazione che non riguarda solo l’attività nel capoluogo campano. Più di 230 dipendenti occupati nei circa 15 punti vendita sparsi nel nostro Paese sono, quindi, in apprensione per l’inaspettata notizia che, peraltro, è arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso. La motivazione alla base di questa scelta dell’azienda è da rinvenire nella volontà di concentrarsi sull’e-commerce, in quanto le vendite online, negli ultimi tempi, sono ritenute molto più convenienti rispetto a quelle, per così dire, tradizionali in store. A tal proposito, in realtà, sul piano generale, occorrerebbe che iniziassimo seriamente a riflettere, concretamente, su come tutelare i posti di lavoro delle persone, in carne e ossa, dinanzi alla galoppante avanzata dello shopping in rete, dei servizi offerti telematicamente, così come della meccanizzazione. È questo, infatti, l’altro lato della medaglia del progresso tecnologico.
A Napoli, i dipendenti del Disney Store, in contemporanea coi colleghi delle altre città, hanno deciso di tenere un presidio e di protestare. Molti di loro sono stati anche accompagnati dai figli, a dimostrazione del fatto che la perdita del lavoro da parte dei genitori si riverberi in maniera assai negativa e drammatica, ovviamente, anche sulle loro vite e sulla qualità delle stesse. Sulla vicenda è intervenuto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, il quale all’Ansa ha dichiarato: “La decisione di chiudere il Disney Store di Napoli rappresenta una pugnalata alle spalle per i dipendenti. Il prezzo della pandemia non devono pagarla i lavoratori. Una catena internazionale come Disney che decide di chiudere e licenziare per favorire l’e-commerce è quanto di più sbagliato ci possa essere nelle politiche economiche e commerciali di questo Paese. Noi saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dello store di Napoli. E’ solo l’inizio della battaglia per difendere questi posti di lavoro. No all’acquisto dal divano di casa, si al mantenimento dei posti di lavoro”.
“Che una grande catena continui a mantenere un ostracismo nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio come è Disney per noi rappresenta un punto assolutamente inaccettabile. Contrasteremo una decisione aziendale che tende a marginalizzare le organizzazioni sindacali”. Sono state queste, invece, le parole del segretario generale della Uil Campania e Napoli, Giovanni Sgambati