La telenovela Giuntoli giunge al capolinea: nell’ultimo giorno utile De Laurentiis, mostrando fin troppa signorilità, risolve il contratto con l’ex DS del Carpi, che potrà finalmente coronare il suo sogno e legarsi alla Juventus per i prossimi 5 anni.
È probabilmente l’epilogo meno doloroso di una vicenda decisamente sgradevole, da cui il Napoli esce sicuramente meglio sia di Giuntoli, che fino ad Aprile definiva infondate le voci su un suo addio al club, che della Juventus, che con l’ennesima mossa eticamente discutibile ha contattato un manager sotto contratto senza avere la decenza di confrontarsi con la società cui questo manager era legato.
Tra l’altro, il Napoli potrebbe risultare danneggiato anche sul mercato da questa situazione, visto che Giuntoli è a conoscenza dei progetti del sodalizio azzurro per le prossime sessioni, e bene fa chi sottolinea che normalmente i dirigenti delle grandi aziende sottoscrivono patti di non concorrenza per evitare scenari simili.
Giuntoli saluta dunque dopo 8 anni, l’ultimo dei quali, caratterizzato da un’eccellente operazione di rinnovamento della rosa, farà probabilmente dimenticare il precedente settennato, in cui le ombre sono state almeno tante quanto le luci.
L’esonero di Ancelotti a favore di Gattuso (di cui è stato indiscutibile regista), gli acquisti di carneadi strapagati quali Maksimovic, Demme, Petagna, gli ingaggi di tanti giocatori anonimi come El Kaddouri, Chalobah, Tonelli e Pavoletti, sono il punto più basso dell’operato di un manager che, dopo aver goduto a lungo dell’eccellente operato di Benitez e Bigon, ha comunque portato a Napoli giocatori importanti come Osimhen, Kvaratskhelia, Di Lorenzo e Lobotka.
Risolta la grana Giuntoli, il cui lavoro verrà probabilmente svolto dagli uomini scouting Mantovani e Micheli, insieme alla new entry Sinicropi, De Laurentiis può quindi concentrarsi sul futuro prossimo del suo Napoli, con un mercato fatto più di aggiustamenti che di rivoluzioni.
In attesa che arrivi l’ufficialità del passaggio di Kim al Bayern Monaco, AdL valuta i profili dei possibili sostituti: Danso, austriaco del Lens consigliato da Garcia, sembra più lontano, mentre a sfavore di Scalvini e Schuurs pesa l’alta valutazione data loro dalle rispettive squadre, ovvero Atalanta e Torino.
Oltre al rimpiazzo del centrale Coreano, non sembrano necessari altri interventi in difesa, con Zanoli (reduce dalla positiva esperienza di Genova) designato come probabile vice Di Lorenzo.
C’è da lavorare molto di più a centrocampo, dove Ndombelè ha già salutato la compagnia per tornare al Tottenham e Demme, da tempo fuori dal progetto, farà altrettanto a breve.
Servono dunque un vice Lobotka ed un’alternativa ad Anguissa: se nel primo caso i nomi di Tousart, mediano francese in forza al retrocesso Hertha Berlino che Garcia ha avuto al Lione, e Maxime Lopez, brillante regista del Sassuolo, sono opzioni concrete, è probabile che una mezzala fisica possa essere pescata nelle battute finali del mercato, come già accaduto proprio con Anguissa e Ndombelè.
Andrà valutata con calma la situazione di Zielinski, sempre in bilico tra cessione e rinnovo, ma se il polacco dovesse andare via, la “promozione” di Elmas a titolare darebbe il tempo al Napoli di cercare con calma un’altra mezzala di qualità.
In attacco, con Osimhen sempre oggetto del desiderio di mezza Europa ma la cui permanenza è ancora l’opzione più probabile, va monitorata la situazione di Lozano, che voci insistenti vorrebbero in partenza verso l’Arabia Saudita, nuova Eldorado del calcio mondiale.
In caso di addio del messicano, comunque, non mancano alternative sul mercato, che offre molti esterni offensivi validi: un nome sempre di moda è quello di Berardi, anche se è più probabile che il Napoli vada a pescare all’estero giocatori di talento a prezzi più contenuti.
Insomma, il mercato dei Campioni d’Italia non dovrebbe prevedere chissà quali fuochi d’artificio, e sicuramente non ci sarà bisogno del nuovo DS della Juventus per alzare il livello di un organico già fortissimo.