Il Napoli spazza via le ansie e i timori della vigilia con una prestazione sontuosa: passano al da Luz i partenopei con una prestazione da grande squadra e il due a uno finale non rende merito alla superiorità tecnica e tattica dei ragazzi di Sarri. Va anche detto, ad onor del vero, che le due compagini si sono potute affrontare con poca ansia vista la disfatta turca in terra ucraina (6-0), rendendo, di fatto, la gara uno spareggio per il primo posto. Primato, dunque, appannaggio del Napoli che scende in campo con il piglio giusto e determinato a fare la partita. La formazione è quella prevista alla vigilia: difesa titolarissima, in mezzo al campo il sublime capitano Hamsik con Diawara e l’agguerrito Allan, tridente con Insigne-Gabbiadini-Callejon. Alla vigilia Sarri aveva, di fatto, annunciato in panchina Mertens, motivando la scelta con la necessità di spaccare la partita nella seconda parte e mai previsione è stata, come vedremo, più azzeccata.
Il primo tempo è abbastanza equilibrato: gli ospiti giocano palla a terra e ordinati, difesa altissima, Hamsik ricama in mezzo al campo, spesso coadiuvato da Insigne che si accentra, in difesa rischi ridotti al minimo, sugli esterni dominano Callejon e Hjsay a destra e Ghoulam, inesauribile, a sinistra, il solo Diawara mostra qualche incertezza con qualche, perdonabile, errore in fase di impostazione. Manca solo il gol: le occasioni principali capitano sui piedi di Hamsik (tiro respinto), Gabbiadini (idem) e Callejon, anche lui stoppato dall’estremo lusitano. Sulla sponda opposta sono estemporanei i tentativi di impensierire Reina che deve compiere un solo, facile, intervento. Intanto le notizie che provengono dall’Ucraina calmano un po’ gli animi, le due squadra capiscono che ormai la qualificazione è agguantata.
Al rientro in campo dagli spogliatoi c’è una sola squadra in campo: mentre i padroni di casa sembrano giochicchiare sulla qualificazione raggiunta, il Napoli prende possesso pieno di ogni zona del campo, Diawara cresce e gli azzurri iniziano a spingere sull’acceleratore. L’ottimo Gabbiadini ha la palla buona ma il suo tiro è debole, poco prima Callejon non era riuscito a trasformare in gol il sublime taglio di Insigne. La svolta poco prima del quarto d’ora: dalla panchina azzurra spunta, infatti, Dries Mertens che in poco tempo spacca la partita. Pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, infatti, il belga mette Callejon davanti alla porta con un tocco di prima, lo spagnolo punta il portiere e lo supera con un colpo sotto preciso. Uno a zero e da Luz ammutolito. La reazione del Benfica, di fatto, non c’è e il raddoppio azzurro è nell’aria. Ghoulam serve Mertens al limite dell’aria: controllo e dribbling a mandare il gargantuesco Luizao al bar, tiro secco e preciso per il meritatissimo raddoppio. Esultano i tifosi azzurri giunti fino a Lisbona, esulta Sarri che vede i suoi giocare un calcio bello, pulito, senza un solo pallone buttato via: esce Hamsik ed entra Zielinski, poi anche Rog per Insigne. Ma la partita orma è segnata nonostante il gol della bandiera firmato dal Benfica su gentile concessione di Albiol, comunque tra i migliori in campo.
Un applauso sincero alla prestazione di ieri, un vero lustro per il calcio italiano sempre nell’occhio del ciclone per la sua bassa qualità e per le immagini non sempre edificanti che esporta all’estero (leggasi derby di Roma: uno schifo inqualificabile tra risse, insulti razzisti e 90 minuti di anticalcio). In attesa dei sorteggi (Lunedì a Nyon) godiamoci questo bel Napoli con la consapevolezza che qualunque sarà l’avversaria ci sarà comunque da divertirsi, nella speranza che la retta via ritrovata non venga più abbandonata.