A tre giorni dalla splendida serata di venerdì sera, con la cinquina rifilata dal Napoli alla Juventus, in quella che doveva essere la gara della svolta per l’inguardabile banda di Allegri e per i tifosi di tutta Italia, viene da chiedersi se il trionfo del Napoli, inteso nella sua totalità squadra, allenatore, Presidente, Direttore, tifosi, non sia la svolta nel modo di concepire un mondo, quello del calcio, che a modo suo si evolve.
Sono passati solo pochi mesi dalla rovente estate calcistica nella quale i partenopei, che si erano visti privare in un sol colpo dei presunti insostituibili (Mertens, Insigne, Koulibaly, Fabian), erano quasi sbeffeggiati dall’intera Italia pallonara a causa di acquisti sconosciuti al cospetto di investimenti dalla dubbia utilità economica e tecnica.
Ebbene, il campionato è ricominciato e nulla è cambiato. La sconfitta, l’unica, inflitta dall’Inter alla capolista aveva illuso tutti che davvero la pausa mondiale avrebbe sconvolto i valori che fino ad allora si erano visti. La verità è che Venerdì sera il Napoli ha dimostrato di essere nettamente la squadra più forte del campionato, con valori tecnici e morali di altissimo livello e con un pubblico (quello festoso e non la feccia che organizza scontri sull’autostrada) maturo e pronto ad accogliere con maturità tutti gli eventi.
Detto della superiorità della società splendidamente organizzata dal sempre criticato De Laurentiis e della sua capacità, assieme a Giuntoli, di ridurre in monte ingaggi senza rinunciare a rinforzare la squadra, la gara, specie il secondo tempo, della sfida agli odiati bianconeri ha messo in risalto una differenza imbarazzante in termini di organizzazione, voglia e freschezza.
L’improvvisazione della gestione dei bianconeri, anche in campo, ha fatto i conti con la furia dei ragazzi di Spalletti che si è abbattuta sulla Vecchia Signora senza pietà…o meglio dire che solo dopo il quinto gol gli assatanati azzurri si sono placati lasciando respirare la difesa dei piemontesi.
Dopo un primo tempo condotto dal Napoli ma durante il quale anche la Juve aveva avuto le sue ottime occasioni, nella ripresa, dopo il gol di Rrahmani, sembrava di assistere ad una gara tra squadra di due categorie diverse. Per una ventina di minuti i padroni di casa hanno infierito sui resti della Juve che fu, impedendo ai bianconeri anche un semplice rilancio, pressando fino alla linea di fondo (si veda il gol del 4-1 con Mario Rui, un terzino, in pressing alla fine del campo), favorendo le magnifiche giocate di due frombolieri del calibro di Kvara e Osimhen.
Il resto della giornata ha confermato quanto si era visto: detto della Juve, in grossa difficoltà le milanesi con il Milan addirittura costretto a strappare un pari a Lecce, dopo aver rischiato un’imbarcata nel primo tempo e l’Inter che ha battuto di misura il Verona. Alla luce di quanto visto in questa giornata sembra davvero difficile immaginare una rimonta, anche se nel calcio mai si sa, come detto dallo stesso Allegri in conferenza post gara.
E’ settimana di Coppa Italia (Cremonese al San Paolo) e derby: sabato, all’Arechi, la Salernitana, reduce dalla debacle di Bergamo, proverà a fermare lo schiacciasassi azzurro. Ci aspettiamo una gara comunque combattuta e, ci auguriamo, giocata nel nome della sana competizione e della sportività.