Nelle scorse ore, si è registrata un’altra, l’ennesima, aggressione ai danni di un medico napoletano. L’episodio si è verificato al Cto di Napoli, dove un uomo di 47 anni, con dei precedenti, figlio di un paziente venuto a mancare per complicazioni dovute alla sua salute, ha prima alzato la voce e poi le mani su una dottoressa di San Giuseppe Vesuviano. Successivamente, l’aggressore sì è scagliato pure contro un infermiere e una guardia giurata, intervenuti in aiuto della vittima. Fortunatamente la dottoressa non ha riportato ferite gravi e l’uomo è stato denunciato per lesioni e interruzione di pubblico servizio.
Come si diceva, questo caso di violenza è l’ultimo di una lunghissima serie. Basti pensare che, solo nel 2019, le cronache ci hanno restituito un numero pari a ben 130 aggressioni sul personale sanitario, specie quello del 118 del pronto soccorso. Va da sé, che la situazione è alquanto esplosiva ed è senz’altro necessario intervenire affinché si possa garantire l’incolumità degli operatori della salute e consentire loro di svolgere la propria professione in maniera tranquilla, con la certezza di tornare a casa integri. In tal senso, il sindacato Fp-Cgil, negli scorsi giorni, si è riunito con alcuni dirigenti medici e infermieristici davanti alla Prefettura per un sit-in nel quale è stata chiesta, come primissima cosa, l’installazione di telecamere di videosorveglianza, oltre che un’intensificazione della vigilanza, con postazioni di Polizia presso i nosocomi. Sulla stessa scia, si stanno muovendo anche gli altri sindacati di categoria, come la CISL medici di Napoli. Senza dubbio, però, come sostenuto dalle rappresentanze sindacali, al di là di un aspetto meramente repressivo è di fondamentale importanza che le istituzioni mettano gli ospedali campani nelle condizioni di poter lavorare adeguatamente, con un personale quantitativamente sufficiente e mezzi e strutture qualitativamente efficienti. Sicuramente, infatti, gli episodi di sopraffazione sono frutto di una incivilità di base da condannare nella maniera più ferma possibile, ma è altrettanto vero che le condizioni di precarietà numerica in cui vessano molte strutture sanitarie della città e della regione risultano essere una miccia negli animi esasperati. Se i professionisti impiegati sono pochi è chiaro che i tempi di attesa si allunghino e i parenti dei pazienti, conseguentemente, si spazientiscano, dando in escandescenza. Allo stesso modo, se le autoambulanze e i posti letto non sono abbastanza è più probabile che si vengano a creare pericolosi fenomeni di attrito.
Pertanto, esortiamo anche noi la politica, soprattutto nelle figure del Presidente della Regione e del Ministro della Salute con il suo nuovo Piano straordinario, affinché si provveda seriamente con un progetto di assunzioni di medici e infermieri oltre che di incremento di voltanti di polizia e guardie giurate. Dipoi, un altro cambiamento significativo che gli operatori della salute chiedono è quello di attribuire il ruolo di pubblici ufficiali ai professionisti che lavorano in situazioni di criticità in alcune aree, in modo da poter ottenere un più diretto interessamento da parte dell’autorità giudiziaria.
Speriamo, dunque, che il 2020 possa partire in una logica di miglioramento, perché non è più tollerabile che chi quotidianamente si occupa delle nostre vite non sia supportato e tutelato; così come non è più accettabile la generale condizione di carenza che contraddistingue la Sanità in Campania e in tutte le regioni del Sud. Noi non siamo cittadini di serie B.