Per cinque settimane, la prima serata del sabato della rete ammiraglia è stara dedicata ad un programma che prova a celebrare le donne di spettacolo, un po’ agé, attraverso prove di spettacolo – interviste, canto, ballo, musical – giudicate da una Giuria un po’ amicale, raramente caustica composta dal trio: Matano,,Venier, De Sica.
Dopo la finale, possiamo dire che “Ne vedremo delle belle” non è stato solo un programma televisivo, ma un vero e proprio omaggio alla forza e alla bellezza delle donne in tutte le loro sfaccettature, anche quando l’età sembra remare contro.
In onda su Rai1, il programma ha messo in evidenza la potenza dell’intelligenza femminile, indipendentemente dall’età anagrafica, riconoscendo e celebrando i talenti di ogni donna, che potessero essere giovani o meno giovani. Il format ha offerto uno spazio importante per quelle voci spesso dimenticate dai media, permettendo a ognuna di esprimere la propria arte e il proprio contributo alla cultura contemporanea.
Un aspetto particolarmente significativo del programma è stato il premio che è stato destinato in beneficenza alle vittime di femminicidio, con il montepremi di 20000 euro donato all’associazione che combatte la violenza contro le donne: una, nessuna, centomila.
Un gesto che ha fatto da eco al messaggio profondo che il programma ha voluto trasmettere: la lotta contro la violenza di genere, il rispetto per la dignità della donna e la promozione di una società che riconosca e protegga i diritti di tutte le persone, specialmente quelle più vulnerabili. Questo premio è stato un simbolo di speranza e solidarietà, e ha fatto emergere la forza della comunità nel sostenere le donne che hanno subito violenze.
Ogni protagonista di “Ne vedremo delle belle” ha portato sul palco la propria “cifra artistica”, dando un contributo autentico che ha arricchito il programma. Che si trattasse di attrici, cantanti, scrittrici o altre figure di spicco nel panorama artistico, ognuna ha saputo rendere la propria partecipazione unica e irripetibile, sottolineando che la vera bellezza risiede nella diversità di espressione e talento.
Il programma ha sottolineato proprio questo che le diversità e unicità sono donne, individui straordinari che si esprimono in mille modi diversi, e tutte meritano di essere ascoltate, viste e celebrate per le proprie abilità. La capacità di “far vedere” e “far sentire” tutte le donne, senza distinzione di età, è stato uno degli elementi che rende questo programma il tentativo di una vera e propria rivoluzione culturale.
In un contesto spesso segnato da stereotipi e visioni limitanti riguardo al ruolo delle donne nella società, “Ne vedremo delle belle” ha offerto una visione alternativa, mettendo al centro il talento, l’intelligenza e la determinazione di ogni donna, ovunque si trovasse nella sua carriera e nella sua vita, nonché il loro spirito di gioco e, in alcuni casi, coraggio.
Un programma che vorrebbe cambiare la narrazione sulla donna, celebrando la sua bellezza non solo esteriore che c’era nonostante l’età delle protagoniste, ma anche quella più intima e sconosciuta.
Ognuna di loro ha rappresentato un mondo dello spettacolo televisivo, una volta intrattenimento puro e unico, con figure come le soubrette, le ballerine, le veline, le vallette, le co-conduttrici che sono state protagoniste della tv di una volta, 2ante social” e “ante piattaforme”, prestandosi con ironia e anche un pizzico di cattiveria alla realizzazione di prove a volte ben riuscite a volte un po’ sgangherate ma pur sempre incardinate nell’idea di fare spettacolo.
A colpi alternati tra un po’ di trash accennato e garbato, piccoli screzi e pettegolezzi, dialoghi immaginari con uno specchio che rappresenta la loro immagine, spesso per inviare tranvate alle colleghe o regalare qualcosa di sé e della propria vita in chiave intimistica, é stato comunque rivoluzionario in quanto ciascuna di loro si è data un’opportunità artistica di espressione, anziché gettarsi nel girone infernale dei concorrenti dei Reality, decidendo di mettersi in gioco mostrando al pubblico i loro talenti che fossero danza, ballo o canto.
E ciò che ha stupito di più è stata la resilienza, la caparbietà di mettersi in gioco comunque anche tra rivali storiche come Pamela Prati e Valeria Marini, esibendosi in prove difficili come il canto o il ballo senza alcuno sconto ne’ immunità.
Ma almeno, questo consola, non le abbiamo viste perse nella noia quotidiana di un reality alla ricerca di ricordare che esistono ancora, intorno ad un tavolo con perfetti sconosciuti per far sentire la loro voce; questo programma diviene al tempo stesso show e occasione di rilancio.
Che piaccia o meno, è degno di nota che gli autori televisivi stiano cercando di scappare dai reality e stiano provando, attraverso esperimenti veri e propri, a costruire vero e proprio intrattenimento come la tv di un tempo faceva…poi magari la qualità può sempre migliorare, ma il tentativo va comunque evidenziato non foss’altro per la scelta coraggiosa della Rai di offrire qualcosa di diverso che attraverso un mini dosaggio di trash ha provato a costruire spettacolo, mettendo al centro della scena professioniste che nel tempo abbiamo conosciuto per talento e successo.
Tutte hanno mostrato di amare il loro lavoro e di avere ancora qualcosa da dire nonostante il tempo trascorso e nonostante la tv di oggi non le accolga più come una volta.
E l’età più volte citata come un ostacolo vuole essere un clichè da superare in una società dove tutti si dipingono perfetti sempre e si ritoccano davvero e sui social, forse anche queste protagoniste che si sono presentate fisicamente perfette hanno fatto i conti questa volta con la loro bravura e con quel talento che ha portato successo nelle loro carriere e non solo con la mera bellezza che per carità appartiene a tutte loro, in alcune magari un pò troppo spinta, ma conseguenza inevitabile del tempo che fugge e della volontà di fermarlo.
Vince questa edizione Lorenza Mario che ha mostrato di avere una cifra artistica a tutto tondo, seguita con soli 2 punti di distanza da una vulcanica Carmen Russo che ha conquistato con la sua leggiadria nel ballo e la sua grandissima tenacia, esplosa in un ballo alla Dirty Dancing con tanto di spaccate e prese che fa sbiancare le giovanissime, segno di talento e intelligenza artistica che si sono ritrovate e confermate per entrambi.
Diciamo che se Conti voleva creare un programma dissacrante sulle donne e la loro età c’è riuscito con donne all’altezza del compito che hanno saputo stare al gioco e allo spirito dello show …ora però in nome della parità di genere occorrerà trovare uomini altrettanti belli, intelligenti, divertenti e in gamba da mettersi in gioco nel modo giusto.