Siamo a mare che ci godiamo la nuotata, o per i meno temerari e più pigri il lento galleggiamento, quando improvvisamente qualcuno avvista una medusa ed è subito panico, nemmeno fossimo nelle scene de “Lo Squalo”: chi esce urlando chi prova a lanciare sassi o bastonarla, i temerari, i veri “machi” la prendono a mani nude (o con il secchiello del pargolo) e la spiaggiano… ma siamo sicuri che siano queste creature ad infastidirci, ad “invadere” il nostro spazio vitale e non noi ad occupare illecitamente ed irrispettosamente il loro elemento?!
La medusa è un animale planctonico costituito per il 98% di acqua e totalmente priva di ossa.
Pochi sanno che rappresenta uno stadio del ciclo vitale riproduttivo del polipo (il corallo e non quello che andrebbe chiamato polpo).
Questo carnivoro si nutre di pesce e piccoli crostacei ed abita sia i mari dalla temperatura mite che quelli artici.
Non ha nessun organo deputato alla vista, ma si avvale dei tentacoli per percepire la luce, tentacoli che contengono un liquido che può essere lievemente urticante o addirittura mortale.
Attualmente, oltre che da un codice etico personale e dalla sensibilità individuale, le meduse sono protette anche legalmente dall’articolo 544 del codice penale che prevede dai 3 mesi ad un anno di carcere ed una sanzione dai 3.000 ai 15.000 euro per chiunque maltratti una medusa.
Questo articolo è stato inserito per svariati motivi, oltre quello di carattere ambientale, comportamentale ed etologico, anche quello riconducibile a lesioni fisiche e potenziale pericolo per il trasgressore.
Quindi come comportarsi in caso di avvistamento di meduse: semplicemente uscire dall’acqua senza creare il panico, in genere questi animali si spostano velocemente lasciandosi trasportare dalla corrente.
Se vedeste qualcuno che le cattura e le spiaggia abbandonandole ad una morte lenta da “essiccazione” invitatelo invece a liberare l’animale al largo; qualora vi ignorasse avvisate la capitaneria di porto che sarà costretta ad intervenire.
Evitare di sopprimere o infliggere sofferenze agli esseri viventi, piccoli o grandi che siano, utili o affezionati più o meno all’uomo in una visione (ahimè) antropocentrica nel loro habitat naturale è un’importante lezione di rispetto verso il prossimo ed accettazione per il diverso e l’altro da se, soprattutto per le nuove generazioni.
Se proprio desiderate liberare con secchiello e retino il mare da ospiti indesiderati fatelo: assorbenti, bottiglie, cotton fiock, sigarette e chi più ne ha più ne metta!