il Cavone o meglio, come dicono i napoletani, ‘O Cavone, porta il nome di un noto giurista dell’800: Francesco Saverio Correra. Questa strada nasce come solco di deflusso delle acque piovane provenienti dalla collina del Vomero che trasportavano moltissimi detriti provenienti dalle campagne tutte intorno erodendo e scavando un canalone.
Dice un antico detto:
Cavone acqua e malacqua. L’acqua che scendeva dalla collina, defluendo attraverso il Cavone, diventò malacqua nel febbraio dell’82, quando un altissimo costone di tufo si sgretolò provocando morte e la distruzione di sessanta abitazioni. In quella occasione furono trovate numerose cavità e in via Salvatore Rosa spuntò una targa risalente all’acquedotto del Carmignano, costruito durante il viceregno spagnolo.
Pur essendo una strada abbastanza centrale che collega due zone principali di Napoli, è poco frequentata se non dagli abitanti, e ancora meno conosciuta da molti napoletani.
Nell’attraversare questa strada, ci si rende conto di quanto sia complessa la sua costituzione fatta da vicoli, scale, passaggi da una parte all’altra della città, discese e risalite che improvvisamente si aprono su panorami mozzafiato.
Il Cavone è una vera e propria strada che si può percorrere sia in lunghezza e in altezza. Numerose sono infatti le diramazioni, con rampe e gradini, che raggiungono i vari livelli del costone tufaceo fino alla cima della collina.
Le rampe del Cavone sono delle vere e proprie terrazze che conducono ad una strada più alta, via San Giuseppe dei Nudi poco distante da Salvator Rosa. Continuando per la sanità dove si può entrare nel cortile dei palazzi monumentali più spettacolari di Napoli: Palazzo Costantino alla Costigliola del XVII sec
e nel cortile del Palazzo dello Spagnolo, eretto nel 1738 su commissione del marchese di Poppano e realizzato da Ferdinando Sanfelice con monumentale e stupenda scala a doppia rampa, definita ad “ali di falco”.