Anche se ogni cosa può essere identificata con una precisa etichetta è bene prendere in considerazione che, con il passare del tempo, le cose cambiano. Tutto intorno a noi è in mutamento.
La parola “candela” indica una candela anche dopo che questa si è sciolta completamente.
Lo stelo dell’erba verde diventa marrone, in un istante la luna può cessare di brillare ed esplodere in fiamme, può cadere sulla terra, infrangere ogni legge scientifica, collassare in un buco nero o in una palla di formaggio. Dipende tutto dalla nostra percezione.
La percezione è ciò che ci frega. A volte divora fino a logorare. È come un puzzle.
Più tasselli riusciamo ad unire, più riusciamo ad avere una visione completa. Più gli anni passano, più la percezione muta. Muta perché segue un circolo vizioso. Cambia perché dipende da noi chi siamo e come siamo.
La percezione ha inizio con la raccolta dell’informazione da parte dei sensi: tatto, gusto, olfatto, vista e udito. Poi, la nostra mente attua una vera e propria forma di interpretazione degli stimoli.
Si definisce un processo cognitivo della mente umana perché consiste in una vera e propria attività di elaborazione di informazioni. Consente di scoprire nuove cose sull’ambiente che ci circonda e sulle persone che si relazionano a noi.
In altre parole, la percezione è l’atto di prendere coscienza di qualcosa.
Ogni persona, in genere, crede che qualsiasi cosa percepisca sia una corrispondenza reale con ciò che la cosa è. In pratica non è “realmente” così. Infatti, per esempio, la rappresentazione di una mappa topografica tridimensionale di un territorio, anche se effettuata mediante satelliti, non sarà mai il territorio. Crediamo di percepire la realtà ma dimentichiamo che essa viene trasformata, rielaborata e dotata di significato, attraverso schemi mentali che sono influenzati da una combinazione di fattori cognitivi, affettivi e motivazionali.
Percepire significa andare oltre l’evidenza immediata dei sensi. È una ricerca dinamica per arrivare a quella che sembra la migliore interpretazione possibile.
La nostra vita è come la percepiamo dal punto in cui siamo. Siano noi che diamo significato e coerenza a ciò che percepiamo attraverso l’interazione di ipotesi, aspettative, conoscenze e pensiero critico. È necessario ricordare però, che la nostra percezione è solo una parte della realtà. La convinzione che la propria percezione della realtà rappresenti l’unica realtà infatti, è un’illusione pericolosissima.
Le persone vedono gli altri attraverso le proprie aspettative e i propri pregiudizi.
Le aspettative alterano i comportamenti.
Sono queste alterazioni una delle cause delle crisi all’intero delle relazioni.
L’uomo viene concepito come soggetto in relazione. È mosso da un impulso inconscio che porta al desiderio e al bisogno di affermare l’appartenenza alla verità. Questa verità è vista come realtà dei significati attribuiti alle “cose”. È costruita attraverso le interazioni. Questa verità però, costruisce gabbie, limiti percettivi che conducono a relazioni non sane in cui si vuole imporre la propria realtà su quella degli altri.
La mente di ognuno fabbrica i criteri e le modalità con cui interpretare la realtà. Dunque, non esiste un’unica realtà.
Se si esce dagli schemi, se si comprende che esistono diversi modi per percepire una stessa cosa o situazione, se si cambia il proprio modo di percepire sé stessi, se si concentra l’attenzione su un altro punto di vista, si può riportare equilibrio dentro sé e si possono cambiare le relazioni con gli altri.
È importante capire sé stessi in modo da percepirsi e percepire il mondo, in modo da tenere in considerazione che con si vedono le “cose” come sono ma le si percepiscono in base a chi noi siamo.
Percepire
Psicologa ad indirizzo sistemico relazionale