Il “Caffe’ Letterario Mario La Cava” fa parte dell’Associazione Culturale Mario La Cava, nata con il compito di valorizzare e divulgare la figura e l’opera dello scrittore Mario La Cava, di promuovere la costituzione della Fondazione Mario La Cava, di valorizzare il patrimonio storico, culturale ed ambientale dei luoghi lacaviani di Bovalino e del comprensorio, di stimolare l’interesse delle Istituzioni, delle categorie sociali, di altre associazioni, di supportare il lavoro degli studiosi anche attraverso l’organizzazione di convegni, incontri, spettacoli e visite dei luoghi dove l’artista ha vissuto ed operato.
Si è giunti alla quinta edizione del Premio letterario Mario La Cava promosso e organizzato dal Comune di Bovalino in collaborazione con il Caffè letterario intitolato allo scrittore calabrese.
La giuria, composta da Cinzia Leone, Giuseppe Lupo, Marco Gatto, Domenico Calabria e Pasquale Blefari, ha selezionato le tre opere finaliste tra le quindici in concorso: “Io sono Gesù” di Giosuè Calaciura (Sellerio), “Il popolo di mezzo” di Mimmo Gangemi (Piemme) e “La quercia di Bruegel” di Alessandro Zaccuri (Aboca).
I soci del Caffè letterario, invece, sceglieranno l’opera vincitrice del Premio dei lettori. Il Premio speciale “La Melagrana” è andato a Luigi Maria Lombardi Satriani.
La cerimonia di consegna dei premi si svolgerà a Bovalino il prossimo 24 aprile.
Io sono Gesù di Giosuè Calaciura
Un irrequieto adolescente fugge da casa, dalla madre, dagli obblighi quotidiani, dal suo villaggio povero e opprimente, e si mette alla ricerca del padre. In realtà insegue il suo passato, la comprensione dell’enigma della sua nascita e della sua infanzia. Il nome di quel ragazzo è Gesù, Maria e Giuseppe i genitori, Nazaret e la Galilea lo spazio delle sue avventure, del suo bisogno di amore, del dolore e della timidezza che sempre lo accompagnano. E il Gesù di Calaciura è un giovanissimo viandante in un cammino pieno di sorprese, passioni e tradimenti, dolcezza e violenza.
Il popolo di mezzo di Mimmo Gangemi
«Negri», così sprezzavano quanti agli inizi del Novecento giungevano in America dall’Italia. Anche perché «tanto bianchi non apparivano», erano il popolo di mezzo, sradicato dalle origini per cercare lì un futuro migliore. Masi e la sua famiglia, partiti dalla Sicilia, impattano sullo sfruttamento e sull’esclusione, sul pregiudizio e sul razzismo, che culminano in un barbaro linciaggio. Per i figli, Tony e Luigi, con indole e talenti differenti, si aprono strade difficili, tra le ondate della prima emigrazione e le due guerre mondiali.
In un’America che cambia, ora sogno solo a osservarla da lontano, ora prodiga delle opportunità che sa concedere la terra promessa.
Insofferente, il primo tenta di conquistarsi uno spazio, finché arriva a odiare l’inganno del nuovo mondo, e lo scianca con le sue vendette. Dotato di talento musicale, il secondo percorre la novità delle orchestrine jazz, imboccando la via per il successo.
Dai campi di cotone ai cantieri per le ferrovie, dalla Little Palermo di New Orleans alla Little Italy nella dimensione metropolitana di New York, dalla Mano Nera agli albori di Cosa Nostra, dai bordelli di Storyville ai grandi ritrovi del jazz, dai diseredati seppelliti ad Hart Island alla strage di Wall Street, da un amore travagliato al campo di internamento per italiani resistenti.
In questa narrazione epica e struggente, Mimmo Gangemi ci fa rivivere, con il coraggio dei grandi maestri, il senso d’estraneità e una nostalgia divorante, la speranza di piegare il destino e il sogno del ritorno, in una nazione che va rapidamente mutando pelle.
La quercia di Bruegel di Alessandro Zaccuri
Un romanziere di scarso successo s’inventa una serie di pseudonimi per continuare a fare della scrittura il suo mestiere. L’eteronimo francese con cui finalmente ottiene qualche riscontro è un autore specializzato in biografie romanzate di artisti famosi e l’ultima opera che mette in cantiere, per volere del suo editore che conosce la sua smania di confrontarsi con vicende di famiglia, emulazioni, rivalità tra padri e figli, imperi che sorgono e potentati che svaniscono, è la storia dei Bruegel. Nel 2016 si reca, così, a Bruxelles per approfondire la conoscenza dei pittori fiamminghi quando per caso, in albergo, incontra una donna italiana, Matilde Rovani, una neurologa, anche lei lì per studiare l’opera dei Bruegel, sebbene con una motivazione completamente diversa. Matilde sottopone i suoi pazienti a dei test tramite le arti figurative: i suoi studi hanno dimostrato che la reazione a una determinata immagine, infatti, può aiutare a delimitare il disturbo di percezione di cui il paziente è affetto e di conseguenza può contribuire a trattarne i sintomi, se non addirittura agire sulla causa. Ma questa volta, Matilde ha per le mani un caso complicatissimo: Massimo, un ex manager di spicco che in seguito a un brutto incidente ha cominciato a sviluppare dei disturbi nella percezione sempre più invalidanti, è rimasto ossessionato dall’albero ritratto nell’Adorazione dei Magi nella neve dipinta da Bruegel il Vecchio, un dettaglio apparentemente irrilevante sul quale ora Matilde deve indagare… Il rapporto con la realtà, il significato dell’arte, la necessità del racconto sono gli elementi che permetteranno di venire a capo di un enigma altrimenti irrisolvibile. Anche se la risposta, in definitiva, è molto più semplice di quanto si potrebbe credere, come sempre accade in una storia d’amore.