Il Premio letterario The Bridge/Il Ponte, nato nel 2015, e’ ideato e curato da Maria Ida Gaeta, fondatrice della Casa delle Letterature e del Festival Internazionale “Letterature” di Roma, e organizzato con la collaborazione di Maria Gliozzi, già fondatrice dell’organizzazione non profit americana American Initiative for Italian Culture (AIFIC).
Il Premio si e’ avvalso sin dalla sua prima edizione del sostegno di numerosi partners italiani e americani.
Il Premio consiste in un contributo alle spese di traduzione dall’italiano all’inglese e viceversa dei quattro libri che annualmente vengono proclamati vincitori. L’obiettivo è promuovere la conoscenza e incentivare la lettura di alcune tra le migliori e più recenti pubblicazioni sia di narrativa che di saggistica dei due paesi. Il Premio inoltre è volto a promuovere la diffusione della lingua italiana e incentivarne la divulgazione nel circuito editoriale e universitario americano.
La cerimonia di premiazione per i vincitori italiani si svolgerà nell’ambito della seconda edizione del Festival della Narrativa Italiana Multipli Forti, promosso dall’Istituto Italiano di Cultura di New York in collaborazione con Fuis e con la direzione artistica di Maria Ida Gaeta. Le giornate del Festival saranno il 25-26 e 27 aprile 2023.
I vincitori sono: Chiara Valerio con “Così per sempre” (Einaudi) per la narrativa italiana e Sara Freeman con “Tides, Grove” (Atlantic) per la narrativa americana.
Così per sempre di Chiara Valerio
L’uomo sulla terrazza è antico quasi come la città che sta guardando. Il suo gatto Zibetto, piú nero di tutti i gatti neri, come lui conosce troppe storie. L’uomo è il conte Dracula. Ama la scienza, la fragilità degli esseri umani, e una donna dal viso sempre uguale. Nel 1897 la storia d’amore con Mina Harker non è finita: per chi non è piú legato allo scorrere del tempo, nulla può mai finire. Oggi lui sta a Roma, che è una città eterna, e lei vive a Venezia, che è una città immortale. L’eternità e l’immortalità sono due cose diverse, Dracula l’ha capito e Mina no. Sarà pur vero che l’odio è anche amore, ma dove l’amore cerca passione l’odio chiede vendetta.
Giacomo Koch è il nome del conte Dracula quando questa storia comincia. Mina Harker, la donna a causa della quale stava per essere ucciso, è sfuggita alla morte, ora si chiama Mina Monroy ed è lei stessa un vampiro. Il loro gatto Zibetto può arrampicarsi anche per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d’oro, per l’esattezza due fedi nuziali. Questa storia, ambientata oggi tra Roma e Venezia, attraversa i secoli e affonda le sue radici alla fine dell’Ottocento, quando il conte Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente. È allora che ha preso il nome di Giacomo Koch e ha cominciato a interessarsi alla professione medica, ed è oggi che lavora come anatomopatologo all’ospedale Fatebenefratelli. Attraversando la grande stagione delle scienze, Giacomo ha capito molte cose. La prima è che tutto ciò che scorre è nutrimento, non solo il sangue, per quanto il sangue umano rappresenti ancora il suo cibo preferito. Ha capito che non si può vincere la nostalgia per i prodigiosi limiti dei viventi, e che grazie alla forza di gravità ogni uomo e ogni donna contengono l’universo; sa, soprattutto, che quando nei vampiri scorre il sangue essi diventano umani, e come gli umani sono vulnerabili, possono essere ammazzati. Mina, invece, non ha voluto capire altro che sé stessa, ha vissuto gli ultimi sessant’anni insieme a una donna che il Conte ha ucciso – come, in effetti, ha ucciso tutti gli amori della sua vita – e pensa, per punirlo, di dover distruggere l’unica vera grande passione di Dracula: gli esseri umani. Decide, nella Venezia dove tutto scorre, di aprire un salone di bellezza in cui il tempo non scorra piú. Dal salone di Mina chiunque entri uscirà uguale a sé stesso. Per sempre. Cosí per sempre.
Tides di Sara Freeman
Un romanzo d’esordio inebriante e compatto del vincitore dell’Henfield Prize della Columbia, Tides è un ritratto sorprendentemente potente di una donna profondamente imprevedibile che esce dalla sua vita e si lava in una città di mare.
Dopo una perdita improvvisa e devastante, Mara fugge dalla sua famiglia e finisce alla deriva in una ricca città di mare con un cellulare spento e pochi soldi. Impantanata nel suo dolore, Mara si stacca dal mondo esterno e trascorre i suoi giorni di esilio autoimposto cercando cibo e nuotando nell’oceano notturno. Nel suo stato di extremis emotivo, il mare ai margini della città è reso tetro, luminoso, implacabile.
Mentre i suoi soldi finiscono e la stagione turistica volge al termine, Mara trova lavoro presso l’enoteca locale. Lì incontra Simon, il proprietario solitario e pacato del negozio. Di fronte alla possibilità di connessione con Simon e al lento ritorno dei suoi desideri e appetiti, cominciano ad emergere le ragioni della sua fuga.
Ricordando le opere di Rachel Cusk, Jenny Offill e Marguerite Duras, Tides è un romanzo d’esordio scarno e viscerale sulla natura dell’individualità, dell’intimità e delle narrazioni private che danno forma alle nostre vite. Un esordio travolgente e indimenticabile.