La vivacità che la musica trasmette è una tra le maggiori e migliori medicine con cui l’uomo possa curarsi, senza ombra di dubbio. La musica è l’abito della nostra giornata, con la musica abbiamo narrato degli dei lontani e grazie alla musica, a volte, possiamo arrivare a conoscere realtà totalmente nuove e lontane dal nostro quotidiano.
Ho avuto la fortuna (proprio perché lontana dal mio quotidiano) di conoscere, oggi, un nuovo gruppo di ragazzi che, attraverso una musica, omaggiano e narrano una terra tanto lontana quanto affascinante e misteriosa; l’amazzonia. Il genere offerto è quello della Cumbia, tradizionale ballo di coppia Sud Americano su base ritmica di percussioni ed armonie varie, e loro sono i Radio Tahuanìa. Vi riporto la piacevolissima chiacchierata fatta con il cantante Pietro Sgueglia.
- Benvenuto e grazie del tempo che ci hai dedicato. Iniziamo subito dalla domanda di rito; chi sono i Radio Tahuanìa?: La Tahuanìa è una regione dell’Amazzonia centrale del Perù, e proprio lì quattro anni fa nacque questo progetto. C’è da premettere che io e mie sorella (Sara Sossia Sgueglia)apparteniamo ad una famiglia molto dedita alla beneficienza in Perù. Capitò chenoi eravamo lì e sentimmo questa cumbia elettrica, questo genere musicale elettronico che allora stava nascendo e stava prendendo piede in Europa; così abbiamo deciso quindi di tornare in Italia con l’idea di provare a fare un qualcosa in merito.
- Ho notato che, questi generi musicali, sono spesso molto richiesti ma in termini di artisti che se ne occupino le tendenze cambiano virando verso una carenza. Cosa ti trasmette questo genere tanto da volerlo diffondere?: Voglio specificarti che la cumbia che eseguiamo noi è chiamata “chicha” ed è, in realtà, un sottogenere della cumbia; è, per composizione, molto elettrico e a me ricordava il rock degli anni ’70 con queste polifonie sostenute dalle chitarre elettriche. E’, come in tutte le cose, vera ma non verissima questa carenza in quanto ci sono altre realtà in Italia che si stanno dedicando a questo genere da alcuni anni. Posso menzionarti l’Istituto Italiano di Cumbia, fondato da Davide Toffolo (leader dei Tre Allegri Ragazzi Morti) che nella scena indipendente è un nome molto importante, senza contare le presenze a quasi tutte le date del Jova Beach Party con Jovanotti. Diciamo che esiste un certo interesse intorno a questo genere musicale; un po’ per la sua semplicità, un po’ per la sua fruibilità. Posso dirti che, a me, trasmette, tutt’ora, il modo di vivere dell’Amazzonia; un modo di vivere molto semplice e gioioso. Per noi questo è un messaggio fondamentale; la semplicità con cui si affrontano le cose, con cui si affronta la vita e la musica da un certo punto di vista.
- Paraiso Perdido è il vostro primo ep, composto da sei tracce e pubblicato appena poco tempo fa. Raccontami questo viaggio che ha portato, anche grazie ad un gesto onorevole, quale una campagna di crowdfunding, alla creazione di questo lavoro. : Il discorso è un po’ più ampio in quanto questo lavoro nasce proprio da un’attenzione che la piattaforma di crowdfunding “Musicraiser” ha avuto verso la nostra musica. Siamo stati contattati e siamo stati ritenuti idonei per lanciare questa campagna che portasse alla creazione di questo lavoro; la musica era valida, il sostegno delle persone pure ed allora abbiamo avuto questo tipo di proposta. Esistevano due alternative in origine; una era un ep mentre una seconda riguardava la creazione di un singolo. Abbiamo optato per l’ep in quanto nella nostra esperienza avevamo già molti singoli che erano omaggi alla selva, a quella terra e a quelle sensazioni. Tutto è legato in quella terra, infatti, nella musica, si può anche avvertire, proprio questa sensazione. All’interno di questo lavoro comunque ci sono varie cose che riportano la nostra persona verso quelle terre comprese alcune sorprese che non possiamo quì svelare. Paraiso Perdido è un omaggio a quella terra ed è un tentativo di catturare l’attenzione su quella parte del mondo che, ultimamente, come si sente dal tg e dai giornali, non se la sta passando tanto bene.
- Nella creazione di questo disco c’è qualcosa che hai preferito rispetto ad altro che magari ancora non era maturo? Come avete scelto le tracce da poter inserire nell’ep?: Noi in origine avevamo diversi brani da vagliare, ed alla fine abbiamo scelto quelli, secondo noi, idonei a far parte di questo nostro viaggio, perché così lo abbiamo concepito. Iniziamo con un brano in lingua indigena, in lingua “shipibo” con una presentazione come in una specie di radio; a me piace molto giocare su questa cosa durante gli show. E’ la radio della selva; è un po’ come cercare di dare, nel nostro piccolo, voce alla selva. Continuiamo con un brano strumentale che in gergo musicale potremmo definire come un imitazione, come un omaggio a quella musicalità, a quelle sonorità. Pensa che la canzone che ha dato il titolo al disco la scrissi in una notte in cui ebbi dei problemi, in quanto ero malato e mi trovavo nella selva amazzonica, è ricordo che quelle parole mi risuonavano in testa. Furono momenti difficili ma ricordo bene l’emozione e la vitalità di quella esperienza. Continuiamo con un altro brano strumentale e concludiamo con una poesia (Para Dar Luz), che ha scritto mia sorella, che vuole essere una vera e propria invocazione alla musica affinché possa illuminare coloro che, sempre più spesso, non vengono ascoltati. Questo disco ha certamente una sua coerenza nel messaggio che lancia e noi speriamo che, questo messaggio, arrivi a quante più persone possibile.
- Ringraziandoti ti chiedo come ultima informazione dove possiamo venire a sentirvi live. Anche per provare in prima persona questa esperienza musicale di cui siete fautori: Si, ti dico; il 9 Novembre siamo stati a Napoli e il 23 abbiamo suonato a Roma. Torneremo il 14 Dicembre a Caserta, una il 20 vicino Napoli e abbiamo un tour nazionale in programma in alcuni locali per portare in sede live la nostra musica. Diciamo che è tutto in corso d’essere in quanto, essendo piccoli ed essendoci da sempre autoprodotti ogni cosa, ci teniamo a curare ogni singolo aspetto di questo progetto al fine di offrire sempre una esperienza nuova e significativa. Quello che posso dirti è che a breve usciranno nuove date che potrete trovare sulla nostra pagina Facebook.
Come avrete potuto leggere, questa, non è solo una band, e, non è solo un disco ma qualcosa di più. E’ sicuramente un viaggio, fatto di esperienza passione e, soprattutto, amore e dedizione verso una realtà ben lontana da quella che siamo abituati a vivere ogni giorno. Un unicum formato da: Pietro Sgueglia (Voce, percussioni e chitarra), Sara Sossia Sgueglia (Voce, percussioni e chitarra), Antonio Gomez (Basso), Alex Perrone (Batteria) e Roberto Celentano (Chitarra). Lo spettacolo di Radio Tahuanìa è un viaggio tra brani molto ritmati e ballabili e canzoni più orecchiabili, tutti rigorosamente riprodotti live, in uno show di gioia e semplicità. Le ritmiche caraibiche ed indigene amazzoniche che vengono fuse con i suoni psichedelici delle chitarre elettriche. Vi ricordiamo, allora, che potrete seguire questi ragazzi sulla loro Pagina Ufficiale Facebook e sulla Pagina Ufficiale Instagram.