Subito dopo aver spiazzato, commosso e colpito i lettori con Valery, l’albo numero 6 di Samuel Stern (qui la nostra recensione), i creatori del personaggio e del suo universo si rimettono alla guida per soggetto e sceneggiatura dopo aver temporaneamente affidato il rosso scozzese alle cure di Luca Blengino. Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro hanno collaborato con Marco Savegnago per soggetto e sceneggiatura dell’albo numero 7 della serie, dal titolo L’agenzia, ancora una volta differente sia come impostazione che come tematiche affrontate.
Facciamo subito una breve premessa: Samuel Stern è sì un prodotto di qualità, è ovviamente un fumetto popolare da edicola, ma è anche figlio del terzo millennio dal punto di vista della comunicazione e della promozione. Sui social network lo staff Bugs Comics è molto attivo e interagisce con lettori e utenti in maniera molto diretta, e questa strategia è stata preziosa anche per promuovere la pubblicazione dell’albo del mese con due diverse copertine: quella classica e quella Variant White Cover, interamente bianca e pronta per essere sketchata in fiera.
Esaurita questa premessa ludica e collezionistica, dedichiamoci alla concretissima evoluzione che questo albo apporta alla serie introducendo un nuovo elemento che si preannuncia un punto cardine ai fini della continuity.
Anche stavolta, come accaduto nel numero 4 L’isola dei perduti, Samuel e Padre Duncan sono in trasferta: Uddington è un minuscolo e sperduto paesino a 60 km da Edimburgo dove a quanto pare si stanno manifestando strani casi di possessioni in serie accompagnati da evidenti mutilazioni ed escrescenze sulla pelle della popolazione.
L’evento ha attirato l’attenzione di una misteriosa agenzia di sicurezza, Singularity, che opera in gran segretezza per mantenere salda la linea di confine tra il nostro mondo e un’infestazione incombente di extrarealtà. I metodi utilizzati, come ben si conviene a un ente che preferisce il laconico nome L’Agenzia, sono spicci e non proprio ortodossi: le attività di Samuel sono però da tempo monitorate dagli alti ranghi, che nella figura dell’agente Gillian arrivano a proporgli una collaborazione.
Non vogliamo svelare altro di una trama che si dipana con estrema efficacia e introduce situazioni più complesse ed elaborate di quelle narrate fino ad ora, ma sottolineiamo l’ennesimo salto di qualità. Se qualcuno infatti temeva che alla lunga le avventure di Samuel Stern e padre Duncan, per quanto ben scritte e ben strutturate, potessero ricadere in una sorta di ripetitività offrendo cliché già visti fatti di possessioni ed esorcismi (ma già il personaggio di Legione incontrato nell’albo numero 3 era utile a fugare queste preoccupazioni) ora abbiamo davanti un nuovo elemento di un quadro che sembra davvero molto più esteso.
Per l’occasione il finale dell’albo è nuovamente riuscitissimo, ma stavolta non è amaro o a sorpresa ma quanto mai riflessivo, e ci lascia con un perfetto cliffhanger.
La narrazione fluida e molto sostenuta de L’Agenzia è supportata dai disegni opera di Paolo Antiga, un altro debuttante sulla serie, che apporta un ulteriore contributo alle diverse interpretazioni dell’universo Samuel Stern conosciuto fino ad ora. Le sue tavole sono ricche di disegni dettagliati e molto completi, si nota una cura particolare dedicata alle ambientazioni e non solo all’espressività dei personaggi che è sempre ben dosata secondo una tradizionale scuola del fumetto italiano.
Il dinamismo nelle scene di azione è distribuito in modo efficace tra le vignette e anche con una buona padronanza dei contrasti in chiaroscuro. Particolarmente interessanti sono le tavole 46 e 46, nelle quali Gillian chiarisce a Samuel l’attività dell’Agenzia in un fitto dialogo mentre, quasi come se fossimo davanti a un film, attorno a loro si materializzano degli effetti speciali evocativi delle entità combattute.
Il citazionismo e l’omaggio a X-Files sono dichiarati fin da subito, e per quanto le atmosfere siano di stampo gotico non si può non coglierlo a partire dal nome del personaggio di Gillian o di quello citato in apertura, l’agente Tooms.
In copertina il solito trio Piccioni-Di Vincenzo-Tanzillo rinuncia questa volta ad un’immagine dall’angolatura insolita ed esasperata ma non ad un marcato stile pittorico. La fiammeggiante figura del demone che sorregge un Samuel diventato vuoto involucro ha un’espressione ghignante concentrata in un paio di centimetri quadrati, eppure riesce a distrarre dal macabro dettaglio in penombra che in parte anticipa con discrezione uno dei temi dell’albo.
uscita: 30/05/2020
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 96
Soggetto e sceneggiatura: Gianmarco Fumasoli, Massimiliano Filadoro, Marco Savegnago
Disegni: Paolo Antiga
Copertina: Valerio Piccioni, Maurizio di Vincenzo e Emiliano Tanzillo