C’è una donna che non si sente bella perché non è formosa e non riceve i giusti complimenti, che ha come unico obiettivo quello di “essere vista”. C’è un uomo che vive nel suo loop quotidiano di riposo e lavoro. E ce n’è un altro che impazzisce per quanto di “materiale” ha perso e che ricerca ossessivamente. Tutti i cliché della vita quotidiana, che ci isolano nelle nostre inquietudini e nei nostri grigiori, sono in scena al Nuovo Teatro Sanità in un cocktail di sorrisi amari e tristi verità.
Perfetto il mix dei tre 3 attori: Vincenzo Antonucci nei panni di Mimmo, Anna De Stefano è Donata e Gennaro Maresca in quelli di Elia. Riescono a mescolare momenti di comicità e ironia a tratti pungente con momenti di profonda inquietudine ed intensità.
Eccezionale il riferimento a “Flashdance” in chiave partenopea sulle note di Nino d’Angelo di una Anna De Stefano che brilla sul palco dal primo all’ultimo minuto, che riesce a trasportare lo spettatore nell’emotività di Donata, nelle sue fragilità ma anche nella sua caparbietà a trovare il modo di “essere intervistata dalla tv” o a far crescere il seno per essere amata, guardata.
Uno spettacolo che fa riflettere: l’ossessività delle nostre paturnie genera mostri che generano violenza, e i protagonisti de “La Vacca” sono vittime dei loro stessi demoni nello scenario di una periferia che – seppur non esplicitamente – è la quarta protagonista in scena e innesca meccanismi di violenza e frustrazione, in un loop di ripetitività delle azioni.
Il tutto ovviamente ha avuto il sapore speciale del ritorno al teatro, agli applausi e alle luci. Insomma andate a vedere “La Vacca” di Elvira Buonocore, non ve ne pentirete.
In scena fino a domenica 17 ottobre.
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