Trama: Un uomo sulla mezza età non sopporta più il rumore. Questo mondo chiassoso e aggressivo, così diverso dal futuro che immaginava da ragazzo, ormai lo opprime. Decide di mollare tutto, alla ricerca del silenzio: lascia Roma e trova impiego come custode di una minuscola isola privata della laguna di Venezia. Per un po’ questa scelta di vita sembra funzionare, ma una macabra scoperta lo obbliga a lasciare il suo rifugio e a ripercorrere il viaggio a ritroso. Con il ritmo e le inquietudini del romanzo giallo, la suspense del thriller e lo sguardo attento sulla società di oggi, «Silenzio» si presenta ai lettori come un racconto lucidissimo e intrigante capace di denunciare la nostra incapacità a nasconderci da una vita che ci presenta sempre il conto.
Edizioni Ensemble
Recensione: Il protagonista, il cui nome si scoprirà proseguendo con la lettura, è un uomo arrivato ad un punto tale della sua vita che vuole solo pace, solitudine e silenzio. Dalle prime pagine si evince che è un personaggio molto particolare, non ispira simpatia, uno che è sempre stato schivo con tutti, non ha mai cercato un’amicizia, un legame, ma piuttosto una figura per la quale non si prova empatia. Per una serie di vicissitudini, dove da eremita si trasforma in un latitante, si assiste alla sua completa metamorfosi e così, anche il giudizio del lettore nei suoi confronti. Tra le vicende, a dir poco assurde, spicca questa trasformazione, Adriano, questo è il suo nome, si accorge dell’importanza di avere una persona vicino. Un romanzo di formazione? Perché no, a cinquanta anni si può ancora cambiare e crescere.
La storia, inizialmente, scorre placida, mi ha appassionato il periodo in cui c’è questa continua ricerca della tranquillità in cui ogni elemento disturbatore veniva in un modo o nell’altro annientato da Adriano, rendendo il racconto molto intimo, personale, psicologico. Successivamente, il romanzo prende una piega differente, si trasforma in una caccia all’uomo, in un noir in cui si mescola il problema sociale dei migranti. Una trama che in realtà non mi ha appassionata totalmente, troppi episodi inverosimili.
Quello che invece ho apprezzato è lo stile di Patrizio Nassirio, ha un ritmo veloce, intervallato da una grandissima ironia, molti personaggi sono dipinti in maniera simpatica, utilizzano un linguaggio veritiero, risultano genuini e molto umani.
Interessante è il messaggio che si riceve: il silenzio è uno stato di grazia, difficilmente raggiungibile.
L’ultimo capitolo, costituito da appena due pagine, mi ha regalato tanto. Poche righe dure, quasi feroci.
Un romanzo che ci pone innanzi ad un’unica certezza: nessun uomo è un’isola.
Giornalista e scrittore, è il responsabile di ANSAmed, il servizio dell’ANSA sul Mediterraneo. È autore di Dettagli americani. Il paese dietro la bandiera (2002) e di Ouzo amaro. La tragedia greca dalle Olimpiadi al gol di Samaras (2012). Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo, Una ballata del Mar Egeo; seguito, nel 2017, dalla guida letteraria alla capitale greca Atene, cannella e cemento armato.