Tra i tanti sintomi che l’infezione da SARS-CoV-2 può indurre vi è sicuramente il disturbo gastro-intestinale, questa sintomatologia è più tipica nei bambini e sicuramente il coronavirus non è l’unico virus a causare sintomi associati ad alterazioni intestinali. Le infiammazioni e le alterazioni della flora batterica indotte da un’infezione tendono a regredire con la risoluzione dell’infezione stessa o con l’eliminazione del fattore che ha scatenato il disturbo (alimentazione, farmaci, terapia antibiotica ecc), purtroppo vi sono alcune condizioni nelle quali il paziente presenta frequenti e cronici alterazioni dell’alvo e/o dolori addominale nelle quali non è possibile identificare un fattore scatenante; in questo casi parliamo di Sindrome dell’Intestino Irritabile (SII).
La SII è un disturbo del tratto digerente che provoca dolore addominale ricorrente e stipsi o diarrea.
La SII viene generalmente classificata come disturbo funzionale, poiché altera i meccanismi di funzionamento delle normali attività dell’organismo, come la motilità intestinale; tuttavia, non induce alterazioni strutturali che possono essere rilevate con gli esami strumentali (endoscopia, radiografia, ecografia) o con esami del sangue.
L’eziologia della sindrome dell’intestino irritabile è sconosciuta. Possono essere diversi i fattori scatenanti, quali: stati emotivi, alimentazione, cause ormonali, farmaci che possono scatenare o aggravare i sintomi. La SII è da sempre sato considerata una patologia di origine psicosomatica, ma sembrano essere diverse le cause all’origine di tale disturbo, le quali si possono riconoscere in fattori fisiologici e psicosociali.
Generalmente la SII esordisce in età adolescenziale e nei ventenni, è più raro l’esordio in età adulta. I sintomi sono caratterizzati da dolore o fastidio addominale che può essere continuo o crampiforme, spesso correlato con l’atto della defecazione. Caratteristica è l’alterazione dell’alvo con due varianti diarrea o stipsi. Anche se, nella maggior parte dei pazienti, le caratteristiche dell’alvo sono costanti è possibile il verificarsi di un’alternanza tra stipsi e diarrea. Inoltre, possono presentarsi emissione di muco con le feci, nonché sintomi extraintestinali come astenia, affaticabilità, cefalea, disturbi del sonno.
I sintomi della sindrome dell’intestino irritabile raramente svegliano il paziente durante il sonno. Spesso i sintomi sono indotti dal cibo o dallo stress.
La diagnosi della SII è fondamentalmente clinica, gli esami strumentali (Ecografia addome, endoscopia) ed ematologici sono atti ad escludere altre cause organiche di diarrea cronica. Tra i criteri diagnostici risultano utili i criteri di Roma, questi sono basati su segni clinici ed anamnestici. I criteri di Roma richiedono la presenza di dolore addominale per almeno 1 giorno/settimana negli ultimi 3 mesi con associati almeno 2 dei seguenti sintomi:
- Dolore correlato alla defecazione.
- Dolore associato a un cambiamento nella frequenza delle evacuazioni.
- Dolore associato a un cambiamento nella consistenza delle feci.
Il trattamento della SII prevede:
- Supporto e comprensione: I pazienti devono essere invitati a esprimere non solo i sintomi, ma anche il loro atteggiamento nei confronti dei sintomi e i motivi che hanno portato a richiedere una visita medica
- Dieta libera: evitare cibi che producono gas intestinale e che inducono diarrea. I pasti non devono essere troppo abbondanti e la masticazione deve essere lenta e congrua. I pazienti con intolleranza al lattosio devono ridurre l’assunzione del latte e dei prodotti caseari freschi. I pazienti devono essere incoraggiati a bere più liquidi.
- Terapia farmacologica mirata ai sintomi dominanti e prescritta da un medico specialista dopo attenta valutazione.
Riferimento: Stephanie M. Moleski, MD, Sidney Kimmel Medical College at Thomas Jefferson University, MSD Manuals 2020