Trama: Una ragazza di sedici anni, Monica, viene aggredita e violentata da un gruppo di ragazzi. La giovane sarà costretta dalla madre a nascondere l’accaduto, in ragione di una paura recondita e radicata in seno da generazioni di gettare la famiglia nell’ignominia. Monica si chiuderà in sé stessa e troverà l’unico sfogo al suo dolore nella musica, esibendosi in sensuali danze in un locale notturno, senza mai permettere a nessuno di avvicinarla. Sarà lì che incontrerà un giovane, Marco, bello e con gli occhi dolcissimi e un tormento nel cuore. Nascerà un amore casto e sincero che aiuterà entrambi a riscattarsi da un passato di sofferenza, fino a quando la dura realtà non busserà alla loro porta.
Edizioni del Poggio
Recensione: L’autrice riesce a scrivere di un argomento dolorosissimo in maniera delicata, con il suo stile, senza entrare in particolari violenti è, capace di descrivere la drammaticità del momento e delle sue conseguenze. Analizza la vita di una ragazzina comune che viene interrotta nella sua spensieratezza da un episodio di abuso carnale. Monica, soprattutto per la giovane età, avrebbe bisogno di protezione materna, di una parola di conforto, di un abbraccio e di sentirsi dire “Non è colpa tua”, ma tutto ciò non accade perché, nell’immaginario materno prevale la vergogna, uno stato d’animo che in tal caso non dovrebbe assolutamente esistere. La protagonista si scherma da tutto e da tutti, allontana le amicizie, perde interesse per la scuola ed il suo sentirsi sporca l’accompagna per anni. Esorcizza il suo vivere facendo la ballerina in un locale notturno perché solo lì si sente capace di respingere gli sguardi interessati degli uomini, per una volta è lei a condurre un gioco senza conseguenze riuscendo a repellere qualsiasi tipo di avvicinamento. Tutto ciò finché non incontrerà lo sguardo di Marco e le cose si capovolgeranno, si guarderanno per un anno intero senza mai parlarsi e trascorrerà altrettanto tempo prima di instaurare un rapporto platonico più che affettuoso, ma nel momento in cui tutto sembra sistemarsi, Monica avrà una rivelazione che di certo non sorprenderà il lettore. Nel finale non c’è nessun colpo di scena, tutto era più che prevedibile e ciò porta una deflessione d’interesse per il romanzo.
Se ho apprezzato la delicatezza nel descrivere la violenza, i sentimenti, gli stati d’animo, non ha fatto breccia la quasi totale mancanza di dialoghi che avrebbe ancor più umanizzato i personaggi. Descrizioni prolisse anche di elementi non fondamentali per la storia: pagine e pagine sull’analisi dei personaggi che la metà sarebbe stata più che sufficiente. Questi elementi, in parte sì mi hanno fatto capire la psiche di Monica e Marco, ma in parte mi hanno anche annoiata per la continua ripetizione dei fatti.
Degna di nota è la postfazione dove viene riportato molto dettagliatamente l’atteggiamento legale verso lo stupro, non solo in Italia, ma anche in Spagna o Irlanda. E’ indecente leggere di stupri non acclarati solo perché la donna in questione indossava jeans o tanga o ancor peggio perché non si era opposta sufficientemente.
Stefania De Girolamo nasce a Genova da padre di origini pugliesi e madre ligure. Si diploma come perito turistico e studia la lingua russa, compiendo poi un lungo e istruttivo viaggio nell’Unione Sovietica. Esordisce nella narrativa con alcuni racconti, poesie e con il romanzo Insieme ce la faremo, pubblicato in self-publishing. Stupro. La ragazza sporca (Edizioni del Poggio, 2019) è il suo ultimo romanzo.