l’Italia è chiusa, per arginare la diffusione del Covid19, tutti dobbiamo restare a casa e scendere solo per motivi di comprovata necessità. Ognuno di noi, dovendo trascorrere molto tempo dentro le mura della propria tana, inevitabilmente, si sta dedicando a qualcosa per combattere la noia. C’è chi coglie l’occasione per leggere dei libri; chi, invece, guarda dei film oppure sceglie nuove serietv da iniziare; poi, c’è pure chi si ingegna ai fornelli, preparando nuove ricette. Insomma, tutti stiamo un pochino riscoprendo delle attività che, purtroppo, spesso, nel fuggi fuggi del nostro quotidiano, trascuriamo.
In questo periodo di emergenza, che ci auguriamo possa passare il più in fretta possibile, al di là di hobbies e passioni da poter coltivare in casa, vi è però anche un ulteriore aspetto che è oggetto di scoperta e valutazione. Ci riferiamo all’ambito professionale e studentesco. In tanti, per la prima volta, hanno iniziato a sperimentare il cosiddetto “smart working” – ovvero il lavoro agile da potersi espletare, tramite PC, senza dover necessariamente recarsi fisicamente in sede – e gli studenti di tutta Italia, sia nelle scuole che nelle università, hanno cominciato a essere inclusi in progetti di didattica a distanza, con quelle che vengono chiamate “classi virtuali”. Per quanto riguarda l’Università, la stragrande maggioranza degli Atenei, da Nord a Sud, ha attivato delle piattaforme online per poter seguire i corsi tramite web e finanche sostenere gli esami o le sedute di laurea in videochiamata. Queste sperimentazioni, che fino a qualche giorno fa ci avrebbero fatto storcere il naso, in realtà, stanno riscuotendo degli ottimi risultati. Ovviamente, siamo consapevoli che la didattica frontale e in aula non potrà mai essere totalmente sostituita, tuttavia queste novità, introdotte a seguito di un’urgenza, potrebbero produrre delle importanti innovazioni capaci di addurre un cambiamento permanente e soprattutto dare una spinta nell’ottica di una modernizzazione.
Noi studenti abbiamo, quindi, la possibilità di riscoprire, in una dimensione nuova, la comunità universitaria. Inoltre, coloro i quali, nelle facoltà senza frequenza obbligatoria, si fossero disaffezionati ai corsi, ora, dovendo stare nella propria abitazione, potrebbero cogliere l’occasione per rivalutarne l’improntanza, apprendendo della viva voce dei docenti.
Insomma, si dice che dalla crisi affiorino nuove potenzialità e questi aspetti sembrano muoversi in tal senso. Albert Einstein sosteneva: “La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.”
Sfruttiamo i giorni in isolamento per apprendere attraverso questi nuovi mezzi. Studiamo, studiamo tanto perché, quando il Coronavirus sarà sconfitto, il nostro Paese avrà bisogno delle nostre competenze.