“Storie di Pietròfori e Rasomanti”, è il titolo della mostra di Elisa Sighicelli, allestita nelle sale di Villa Pignatelli, in via Riviera di Chiaia 200, a Napoli, curata da Denise Maria Pagano, fino al 22 settembre 2019. Le fotografie in esposizione costituiscono il nuovo e secondo episodio della ‘trilogia sugli spazi’, dopo Palazzo Madama a Torino e prima dell’intervento al Castello di Rivoli su Villa Cerruti, un terzetto di perlustrazioni che mirano a pensare l’architettura come la “quarta parete” della fotografia.
“Untitled”- (9386)- Elisa Sighicelli.
Le trentacinque opere, quasi interamente realizzate per l’occasione, si dispiegano lungo otto sale della villa e sono tutte accomunate dal ruolo della fotografia come materiale, prima che come medium. Le immagini fotografiche sono realizzate su diversi supporti: dal telo di raso, al vetro e al travertino poroso. Stampate su materiali specifici, sono in stretta correlazione con il contesto in cui si trovano: dai suoi rimandi storici e dalla sua architettura. Se da una parte vi è un intervento site specific, dall’altro, alcuni lavori, provengono da luoghi cruciali della bellezza partenopea, dal Museo Archeologico Nazionale a Villa Floridiana, fino alla chiesa del Gesù Nuovo.
“Untitled” (8966)- stampa UV su travertino- Elisa Sighicelli.
L’artista ci introduce in un universo misterioso, in labirinti di specchi e continui rimandi: sembra di entrare in una Wunderkammer dall’esito imprevedibile, dove si creano rapidi cambiamenti visivi. Luci e ombre, dentro e fuori, dettagli e sfumature, riflessi ed effetti sfocati, proiettano in una dimensione onirica e straniante, in cui l’osservatore deve cercare nelle immagini, i singoli elementi che lo riportino alla realtà. Nel progetto realizzato per Villa Pignatelli, la Sighicelli ha focalizzato l’attenzione sulle specchiere che decorano la suggestiva Sala da ballo, dalle grande superfici disomogenee per l’ossidazione della lamina di argento, che nella loro liquidità esaltano l’incidenza e la rifrazione della luce dei cristalli dei lampadari. Il tessuto di raso sul quale sono state stampate le fotografie, leggero, morbido e trasparente, favorisce la vibrazione dei colori e la fluidità dell’immagine, della quale supera la staticità e la bidimensionalità.
“Untitled” (9161)- Elisa Sighicelli.
L’effetto trompe l’oeil è ancora più vertiginoso nelle fotografie del Museo delle Carrozze, dove lo sguardo si è posato sui fanali degli antichi equipaggi. Nel piccolo dettaglio scelto, che però restituisce la percezione dell’intera stanza, diversi punti di vista creano una distorsione delle forme. Anche in questo caso, il supporto è di raso, come nelle fotografie dei vetri della Villa Floridiana, in un sottile gioco di messe a fuoco alternate e di multiformi profondità di campo, a evocare la luminosità e le trasparenze del vetro e il valore sensoriale e pittorico degli esili calici.
“Untitled”- (9664) – Elisa Sighicelli.
L’omaggio dell’artista a Napoli si conclude con le fotografie di particolari tratti da alcuni reperti dell’antichità classica conservati al Museo Archeologico Nazionale, che acquistano vitalità nella stampa su marmo e travertino. Nella loro sontuosità e concretezza, le immagini rievocano vere e proprie sculture, integrate dal supporto, seppur una certa astrazione è data dalla visione fortemente ravvicinata, contrapposta a una stampa di notevoli dimensioni. Questa operazione ripropone il virtuosismo tecnico della lavorazione del marmo. I lavori realizzati alla chiesa del Gesù Nuovo o nella Centrale Montemartini di Roma, divengono parte integrante della scultura modellata e inducono lo spettatore a recuperare il senso delle caratteristiche tattili di opere antiche.
“Untitled” (9444)- Elisa Sighicelli.
Nelle parole dell’artista torinese si rinviene il senso profondo di questa esposizione: ‘’Nelle fotografie di Villa Pignatelli ho focalizzato la mia attenzione su alcuni dettagli della collezione del Museo e della decorazione interna della Villa. Ma c’è anche una fuga verso l’esterno, al di là delle mura dell’edificio, con forme e materiali provenienti dal mondo dell’estetica classica, romana e rinascimentale: una delle chiavi di lettura del mio lavoro è infatti la corrispondenza tra il soggetto delle fotografie e il supporto su cui sono stampate. In un mondo contemporaneo di immagini virtuali, mi interessa restituire la composita tattilità delle immagini e la loro tangibilità in uno spazio reale’’.