Weekend da bollino rosso quello appena trascorso per 20 milioni di italiani che hanno terminato le loro vacanze e sono rientrati in massa nelle loro città.
Traffico intenso, rincaro carburanti e incognita covid hanno caratterizzato queste ultime giornate per gli italiani.
Pochi hanno rinunciato ad un ritorno reale alla vita normale con tanto di serate tra amici, assembramenti all’ombra degli ombrelloni, movida folle e disinvoltura nell’archiviare bene bene la mascherina, scomparsa dai volti dei più.
L’ottimismo sulla fine della pandemia e la negazione sulla sua persistente sussistenza hanno portato molti italiani a varcare, persino, i confini nazionali affollando località turistiche e di mare già in stato di allerta con buona pace di quarantene e tamponi di sicurezza al rientro.
Il paracadute di molti è “meno male sono vaccinato” eppure, dati alla mano, sappiamo benissimo che la vaccinazione protegge si dal rischio di contagio ma non esonera dall’esposizione alle varianti e alla malattia per quanto in forma blanda.
E poi ci sono i simpatici e vivaci no vax che continuano ad accalcarsi nelle piazze di tutta Italia per protestare contro restrizioni e vaccini obbligatori…anteponendo la loro ignoranza e incoscienza al bene di tutti e alla sicurezza della salute di tutti, compresi i loro amici, genitori, figli, nonni.
Malgrado l’esigenza di perfette tintarelle e di salvare/salvaguardare, in qualche modo, l’economia turistica, la covid-19 continua a correre fortissima e a contagiare tanti italiani.
Le fasce di età più colpite in queste settimane estive sono state quelle degli infra 50enni con una controtendenza rispetto ai mesi passati, con un rischio maggiore per gli adolescenti e bambini molto più esposti alla malattia con la variante indiana e in alcuni casi, addirittura costretti al ricovero per le cure.
Ma la preoccupazione che cresce a ritmi serrati riguarda gli over 50 che continuano ad essere particolarmente ostili a completare il percorso vaccinale se non ad avviarlo.
Sicuramente ad accrescere la diffidenza e la paura, le drammatiche storie di chi appena vaccinato ha perso la vita, vittima prevalentemente degli effetti collaterali di astrazeneca, vaccino a loro destinato in misura prevalente.
Il problema è che la loro diffidenza fa temere per la prossima tornata influenzale autunnale che potrebbe colpire, in modo consistente e pericoloso, proprio le fasce maggiormente a rischio degli over 50 che potrebbero gonfiare nuovamente le corsie degli ospedali con epiloghi drammatici, come abbiamo assistito in più occasioni durante questo mese in cui molto no vax hanno lasciato e lanciato sui social la loro testimonianza sull’importanza di vaccinarsi per evitare le conseguenze più dolorose e temibili del coronavirus, quale la polmonite e la mancanza d’aria con necessità di essere intubati.
Eppure, un po’ il chiacchiericcio da spiaggia e un po’ l’illusoria efficacia del tempo bello che rallenta la stagione influenzale hanno messo i paraocchi a parecchi italiani che si ostinano a non credere nella permanenza del virus tra i droplets in circolazione.
Dati alla mano anche del centro europeo per il controllo e la prevenzione del coronavirus – ECDC- che effettua un monitoraggio costante sull’andamento della curva epidemiologica nei singoli paesi europei, dall’ultima rilevazione che esce ogni 14 giorni e si basa sull’incidenza del virus ogni 100mila abitanti combinata con il tasso di positivi sui test effettuati, classifica le zone a maggiore o minore pericolo di diffusione del coronavirus.
In queste settimane si registra un aumento dei contagi e delle zone rosse anche in Italia: ben 8 le regioni che a parere del centro europe andrebbero classificate come zone rosse : Toscana, Sardegna, Sicilia, Umbria , Marche, Basilicata, Calabria con la new entry della Campania.
Di fatto, il ministro della salute Speranza, disattendendo queste categorizzazioni, ha riconosciuto grave solo la situazione della Sicilia che da oggi è in zona gialla con la conseguenza di dover tenere la mascherina sempre anche all’aperto e la restrizione a 4 persone per andare al ristorante salvo conviventi. Per il resto, le regole sono le stesse, senza applicazioni di coprifuoco o chiusure di attività commerciali.
Essendo stati cambiati i parametri per la valutazione dei colori delle zone che individuino e fotografino la condizione pandemica del paese, ovviamente la zona non rispecchia perfettamente la reale situazione sanitaria. Si fa riferimento difatti alle percentuali del 10% di ricoveri in terapia intensiva e del 15% per i ricoveri nei reparti covid a minor rischio.
Cambiati i parametri, cambiano gli incasellamenti delle zone del paese e si assiste una maggiore tolleranza rispetto a determinati dati del contagio.
Tutto questo come conseguenza della volontà di favorire un rilancio dell’ economia attraverso il turismo sfrenato di questa estate; settembre probabilmente presenterà il conto di certi comportamenti superficiali se non irresponsabili con nuove zone a colore sempre più scuro e intenso e conseguentemente restrizioni e limitazioni alla libertà personale.
Ad oggi, l’auspicio è di consentire una ripresa massiva della scuola in presenza in ogni ordine e grado con utilizzo delle mascherine per gli over seienni e la vaccinazione obbligatoria per stare in servizio per tutto il personale scolastico, esclusi i fragili e coloro che non possono farlo, e la vaccinazione su base volontaria per i ragazzi over 12 anni.
Inoltre sul settore trasporti, via aerea, terra e mare, dal primo settembre vige l’obbligo del green pass altrimenti non si può viaggiare esponendosi, in caso contrario, ad una sanzione consistente.
Insomma, no vax e no green pass se ne devono fare una ragione o si vaccinano e stanno alle regole del gioco o sono tagliati fuori da una consistente quantità di attività e situazioni. Non è simpatico dirlo o pensarlo ma in fondo anche se non esplicito vige un obbligo tacito di vaccinarsi per riprendere davvero una parvenza di vita normale sperando che si sia così responsabili da comprendere quanto importante è agire in un certo modo non solo per se stessi e per il proprio bene ma anche per salvaguardare gli altri nel rispetto dei principi costituzionali di tutela della salute che i nostri costituenti ebbero a evidenziare in modo tanto emblematico.